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(19 Ottobre 2010) Enzo Apicella
WikiLeaks renderà pubblici nuovi documenti segreti USA. Il Pentagono invita media a non pubblicarli.

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Arrogante il dollaro, più affidabile il rublo?

(3 Aprile 2023)

di nuovo battaglia comunista

Benché Biden non perda occasione per cantare vittoria, non è stato raggiunto quello che era l’obbiettivo più importante: l’isolamento della Russia dal resto del mondo, ivi compresa la Cina, per ricondurla a quello stato di semicolonia costretta a vendere le materie di cui è ricca denominandone i prezzi esclusivamente in dollari. Questo il succo di uno degli articoli che Sinistrainrete va propinando ai suoi lettori, pescando fra i “pensieri” di collaboratori che si definiscono persino comunisti…

Si dovrebbe considerare una “svolta storica” il fatto che India e Arabia Saudita non seguano gli interessi di Washington e preferiscano quelli di Mosca? Abbiamo, purtroppo, conosciuto queste preferenze – per il piu debole imperialismo – nel secondo conflitto mondiale. Oggi non vorremmo che al “sistema America” si preferisse quello “russo-cinese”. Forse perché il rublo sarebbe una alternativa più “affidabile” del dollaro?

Ma se un centro imperialista vuole accaparrarsi maggiori quote di plusvalore proveniente dall’estero, la domanda da porsi è la seguente: un comunista che fa? Mostra una seppure vaga simpatia per il più debole centro qualora esso “si oppone” al più forte e “arrogante”? E, soprattutto, ostacolando solo le rapine perpetrate dal dollaro prepotente e dalle sanzioni imposte dagli Usa? Dunque, il “fallimento delle sanzioni” sarebbe quello che si valuta positivamente in questa criminosa impresa (americana, russa e cinese). Sia chiaro, guarda caso confondendosi con quelle “sinistre” che strizzano, con una certa benevolenza, l’occhio a Mosca e a Pechino. Un fallimento – per altro – che fa molto piacere a quella parte della “pubblica opinione” che ammira le imprese dello zar Putin…

Che l’imperialismo americano stia tentando di infliggere danni al rivale russo (altrettanto imperialista – aggiungiamo a chiare lettere) era – sempre per noi – più che scontato. Fino a mettere in ginocchio Mosca nel giro di pochi mesi? Questo – a livello propagandistico – lo sbandierava Biden, così come Putin annunciava la riconquista dell’Ucraina nel giro di pochi mesi dal suo attacco. A proposito: non è vero che la pace, per ora, in Ucraina non la vuole nessuno. La Cina – terzo incomodo, tra le quinte – sembra piuttosto disturbata da un clima internazionale che non la favorisce nei suoi intrallazzi mercantili, spacciati per scambi… socialisti. Oltretutto, la situazione sociale interna cinese, non è delle migliori e il Pil a due cifre neppure Confucio può rinnovarlo…

Ma veniamo al rublo e al sistema finanziario russo: sarebbe in ottima salute, e qualcuno – sotto, sotto – si compiace che alla richiesta russa per ottenere pagamenti energetici in rubli, yuan o dirham, abbiano consentito sia la Cina sia l’India. Più alleati per Mosca, dunque, e una sua migliore posizione finanziaria. Oltre ad un forte surplus commerciale raggiunto nel 2022. Gli Stati Uniti sono invece alle prese con forte disavanzo commerciale e con un deficit di bilancio da brividi. Applausi alle diverse posizioni…

In peggioramento sarebbe pure la posizione finanziaria degli Usa: una situazione che fa sperare – ai sinistri di cui sopra - un default più per Washington che per Mosca; quindi, in conclusione – sebbene si tratti di una “posta in gioco esistenziale per tutti i contendenti” – sembrerebbe meglio tifare per il vento che soffia da Oriente….

Ci chiediamo: perché non rimarcare – accanto ai singhiozzi del dollaro - anche quelli di un rublo, alle prese con esportazioni di gas e petrolio che in un anno si sono all’incirca dimezzate? Che anche in Russia il Pil si abbassi, e i debiti si aggravino, per noi è manna che ci piove in testa, da qualunque centro imperialista provenga. Oltretutto, Mosca vanterebbe un deficit di ben 34 miliardi di dollari in gennaio-febbraio di quest’anno, mentre il greggio russo ha perso più di una decina di dollari al barile.

In conclusione, non solo brindiamo ai guai del dollaro, ma leviamo i calici anche a quelli del rublo (e dello yuan) e alle loro riserve monetarie in discesa. E a maniche rimboccate, lavoriamo perché gli uni e gli altri rotolino nella polvere, prima che lo scontro imperialistico diventi mondiale.

DC

Battaglia Comunista (Partito Comunista Internazionalista)

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