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(11 Ottobre 2012) Enzo Apicella

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Chen Duxiu: SULLA QUESTIONE DELLA COSIDDETTA “ARMATA ROSSA” - SECONDA PARTE

(30 Marzo 2023)

coalizione operaia

Anche l’Internazionale stalinista ha detto:

La maggioranza dei sindacati rossi nel Nord (in realtà lì c’è la metà di questi sindacati!) non è ancora costituita da organizzazioni di massa e l’influenza dei riformisti del Guomindang nei sindacati gialli è ancora grande. Il lavoro del Partito comunista in seno ai sindacati gialli del Guomindang non è ancora stato attuato seriamente, il Partito comunista non ha ancora riunito attorno a sé gli operai rivoluzionari di avanguardia nelle fabbriche, e ancor meno ha risolto il problema di conquistare la maggioranza della classe lavoratrice. (Lettera del Segretariato Politico Internazionale al Comitato Centrale del Partito comunista cinese, 26 ottobre 1929).

Poiché nelle città non esiste un’organizzazione di massa, la forza organizzativa del Partito non è solida e non è stata in grado di conquistare la maggioranza della classe operaia né di riunire attorno al Partito gli operai rivoluzionari di avanguardia, come potrebbe esserci, in tali circostanze, un risveglio del movimento operaio rivoluzionario che guidi le rivolte rurali? Come si realizzerà l’egemonia del proletariato? Possiamo affermare che esista una direzione del Partito comunista? Che cos’è il Partito comunista senza organizzazioni di massa degli operai? Si può affermare che esista una direzione della Federazione dei sindacati di tutta la Cina? Quanti sono i sindacati che fanno capo a questa Federazione? È quasi come se la Federazione fosse Luo Zhanglong e Luo Zhanglong[9] la Federazione. Si afferma che ci sono comunisti che svolgono un lavoro di direzione nell'”Armata Rossa”. Costoro non sono soltanto come pochi granelli di sale in un vaso d’acqua che non rendono l’acqua salata, ma, nel corso del tempo, a causa del loro stile di vita e del loro ambiente, si sono essi stessi sottoproletarizzati insieme ai vagabondi ed ai banditi. I traditori, che portano ancora le insegne del Partito comunista, sono ora costretti a riconoscere a parole la “direzione del proletariato”, a riconoscere che “la guerriglia ha una prospettiva di vittoria solo se guidata dagli operai urbani” e che “il simbolo principale dell’ondata rivoluzionaria è ancora la rinascita del movimento operaio”, mentre in realtà si basano su un’altra teoria che è completamente opposta a queste formule di rito. Una lettera del Segretariato Politico Internazionale al Comitato Centrale del Partito comunista cinese afferma che:

Un’altra peculiarità della crisi nazionale cinese e della nuova ondata rivoluzionaria… è la guerra contadina… le rivolte degli uiguri, quelle delle Lance Rosse e altri tipi di rivolte, … Il partito deve opporsi con decisione alla tendenza a sottovalutare la lotta contadina e la guerriglia e prestare maggiore attenzione al lavoro tra i soldati.

Nella Circolare del Comitato Centrale n. 68 si affermava che:

È vero che il simbolo principale dell’imminente ondata rivoluzionaria in Cina è la ripresa delle lotte operaie nelle grandi città, ma la continuazione della lotta contadina per la terra e lo sviluppo dell’Armata Rossa negli ultimi due anni hanno dimostrato che il dominio del Partito nazionalista borghese non è affatto stabile e che è destinato a crollare a causa della continuazione del conflitto tra i signori della guerra, e che l’espansione delle aree sovietiche e dell’Armata Rossa deve diventare una delle principali forze agenti nel determinare la nuova marea rivoluzionaria. Attualmente lo sviluppo dei Soviet rurali e dell’Armata Rossa si trova in un periodo di lotta estremamente aspra… Dobbiamo far sì che questa lotta si sviluppi non solo in molti villaggi del sud, ma che interessi anche le grandi città.

E questa circolare inizia dicendo:

Dalla sconfitta della Rivoluzione cinese nel 1927, il proletariato ha sofferto molto, ma non per questo la rivoluzione agraria contadina nel sud è morta, al contrario, poiché il Partito cinese si è staccato dalla direzione opportunista (?) e ha guidato con determinazione i contadini in una lotta dura e profonda contro i proprietari terrieri e l’aristocrazia, la Rivolta del Raccolto d’Autunno nelle province di Xiang-Engan si è estesa fino a diventare una guerriglia in tutto il Sud…. L’Armata Rossa è cresciuta, dalla Quarta Armata di Zhu-Mao[10] all’Ottava Armata recentemente formatasi nel Bao’an in seguito all’ammutinamento di Daye, con un totale di non meno di 50.000 uomini già concentrati, sparsi nelle province di Guangdong, Guangxi, Fujian, Jiangxi, Hunan, Hubei e Henan. … L’esistenza e lo sviluppo di questo grande fatto rivoluzionario non possono essere negati nemmeno dai giornali dei reazionari al potere.

Nel n. 72 di Bandiera Rossa si aggiungeva anche che:

I liquidatori hanno gridato con tutte le loro forze: Al momento non c’è nessuna rivoluzione in Cina; dunque, non può esserci nemmeno l’Armata Rossa. È vero che l’Armata Rossa è il risultato di una rivoluzione e che l’Armata Rossa è una forma di organizzazione militare sotto il potere sovietico, ma i liquidatori non capiscono che quella che la Cina sta attualmente vivendo è una rivoluzione agraria che si sta approfondendo ed espandendo giorno dopo giorno e che lo sviluppo della rivoluzione agraria, unito alle feroci contraddizioni delle classi dominanti e alle condizioni geografiche dell’economia cinese, ha portato alla creazione di Soviet in tutta la Cina meridionale. In questi Soviet, le truppe della guerriglia contadina, gli eserciti operai e contadini in rivolta in varie località (?) e gli ammutinamenti che si sono sviluppati in tutto il Paese, si sono trasformati gradualmente nell’Armata Rossa, attorno all’approfondimento e all’espansione della rivoluzione agraria, un fatto che i liquidatori non vogliono e non possono comprendere.

La teoria dei traditori è ovvia: la Rivoluzione cinese è fallita, il proletariato ha subìto danni immensi, ma i contadini sono ancora in grado di portare avanti i compiti della Rivoluzione cinese, e ora esiste una “Armata Rossa” composta da ammutinati, banditi, Soldati Divini, uiguri, Lance Rosse, Grandi Pugnali, ecc., che cresce di giorno in giorno. Anche se il Partito non è ancora ben organizzato, e anche se gli operai urbani non hanno ancora organizzazioni di massa, l’”Armata Rossa” potrebbe guidare la guerriglia dei contadini, influenzare le grandi città, essere decisiva nel determinare una nuova ondata rivoluzionaria, portare a termine la rivoluzione agraria e instaurare il potere sovietico. Queste sono le cosiddette “peculiarità cinesi” che l’opposizione non riesce a comprendere. Questa teoria, derivata dalle “peculiarità cinesi”, non soltanto si prostra di fronte ai sentimenti arretrati dei contadini, ma è anche chiaramente una politica di “direzione delle città da parte delle campagne” e di “direzione degli operai da parte del sottoproletariato”, e questa politica è, ovviamente, qualcosa che l’opposizione marxista-leninista non potrà mai comprendere.

Questa loro teoria è coerente e nient’affatto casuale. La rivoluzione cinese possiede peculiarità nazionali che non erano state individuate da Marx, Engels e Lenin; è in virtù di queste peculiarità che la borghesia cinese è particolarmente capace di dirigere la rivoluzione; che il Partito comunista cinese può unirsi al Guomindang; che il Guomindang può sostituire i Soviet; che ora, la lotta per determinare l’ondata rivoluzionaria, può contare sull'”Armata Rossa”, formata da banditi, soldati dispersi e contadini disoccupati, invece che sulla forza della classe operaia urbana. È in virtù di queste peculiarità che in passato fra gli operai è stata fatta propaganda affinché accogliessero e sostenessero l’Esercito della Spedizione verso il Nord del Guomindang e che ora si fa propaganda affinché accolgano e sostengano l'”Armata Rossa”. Non si educa il proletariato a farsi carico della missione di liberare la propria classe o addirittura l’intera nazione, ma si insegna al proletariato ad accogliere e sostenere la propria liberazione da parte di una forza armata speciale ad esso estranea. Questa teoria antimarxista e questa politica antiproletaria dei traditori fornirà una pessima educazione alle masse lavoratrici ed ai membri del Partito, e sarebbe un delitto per noi dell’opposizione non denunciarla tempestivamente, apertamente e in linea di principio ai lavoratori e ai membri del Partito!

È vero che il precedente sviluppo dell’Esercito della Spedizione verso il Nord del Guomindang e l’attuale sviluppo dell'”Armata Rossa” del sottoproletariato (banditi e soldati sbandati) sono entrambi fatti oggettivi; ma è proprio indulgendo sui fatti oggettivi che abbiamo abbandonato il principio fondamentale della posizione di classe del proletariato; è questa la sorgente dell’opportunismo, il quale, a differenza dell’utopismo, non è una fantasia ingiustificata ma si basa su fatti oggettivi, tuttavia anche il fondamento di questi fatti oggettivi è qualcosa che i marxisti non dovrebbero ignorare. Se non ci fossero evidenti fatti oggettivi a servire da pretesto, come potrebbe esistere una destra opportunista tra i marxisti? Lo sviluppo pacifico del capitalismo nei Paesi dell’Europa occidentale dopo la Comune di Parigi è un evidente fatto oggettivo, e l’interpretazione distorta del marxismo fondata su questo fatto oggettivo è la ragione oggettiva dell’insorgere dell’opportunismo in Europa occidentale e nella fase della rivoluzione democratica nazionale della borghesia nelle colonie orientali. Il partito proletario deve ovviamente prestare molta attenzione a questi fenomeni nello stabilire la sua tattica, ma se prende le mosse dalle esigenze di questi particolari fatti oggettivi e abbandona il campo di classe della rivoluzione proletaria mondiale, è destinato a diventare un partito opportunista. Chi non lo capisce non potrà mai abbandonare il campo opportunista.

Facciamo un passo indietro ed esaminiamo il contenuto della cosiddetta “Armata Rossa” partendo dai fatti oggettivi:

1.La Prima Armata al confine tra Hubei, Henan e Anhui è composta dalla 31ª divisione originaria di Huang’an e Macheng, nel nord-est dell’Hubei; dalla 32ª divisione di Shangcheng, Guangshan e Luoshan, nel sud-est dello Henan; e da una divisione ancora in fase di formazione di Lu’an, nell’Anhui occidentale. La 31ª divisione venne formata dopo la Rivolta del Raccolto d’Autunno nel 1927. Disponeva di circa 500-600 fucili e di circa 1.000 soldati, la maggior parte dei quali erano contadini. La 32ª divisione era formata da una combinazione di gruppi di contadini locali, banditi e contadini ricchi, con 300-400 fucili, e la maggior parte degli elementi di rilievo, tra cui il comandante della divisione e il capo di stato maggiore, provenivano per lo più da ambienti locali poveri. Il Comitato del Partito della contea di Shangcheng e il comandante della divisione erano in combutta e hanno assassinato i rappresentanti del Partito, utilizzando lo slogan “proteggere il territorio e pacificare il popolo” per rifiutare il personale inviato dal Comitato centrale. Recentemente il Comitato centrale ha inviato uno studente di Whampoa ad occuparsi del lavoro della divisione, ma questi era riluttante a correre il rischio di provarci, adducendo come motivo l’irrisolta disputa nell’area. Nelle vicinanze di Lu’an c’erano più di 200 banditi (la Società del Pugnale), una parte della milizia e alcuni contadini disoccupati in seguito alle rivolte. Il numero totale di effettivi era compreso tra i 300 e i 400 uomini, la maggior parte dei quali disarmati.

2.La Seconda Armata di He Long[11] al confine tra Hunan e Hubei è un gruppo di banditi, il cosiddetto vecchio esercito di Fratello He, il cui numero non può essere assolutamente accertato, e questa “Armata Rossa” non ha mai avuto alcun legame con il Partito o con le organizzazioni contadine.

3.La Terza Armata nella zona di Ji’an, nel Jiangxi occidentale, fatta eccezione per un piccolo numero di contadini disoccupati e di contadini fuggiti da Pingxiang, è composta esclusivamente da banditi del Monte Jinggang, dalla Brigata di Polizia del Jiangxi, dall’Unità difensiva Jingwei di Ji’an e dagli ammutinati della divisione del generale Jin Handing[12], per un totale di circa 3.000 uomini nel 2°, 3° e 4° reggimento e nella 1ª e 2ª brigata, con una differenza non molto grande tra il numero di armi e il numero di uomini.

4.La Quarta Armata di Zhu-Mao (omessa).

5.La Quinta armata al confine tra Hunan, Hubei e Jiangxi consisteva principalmente nelle truppe ammutinate di Peng Dehuai[13] e dai banditi di Wang Zuo e Yuan Wencai, ecc. Non c’erano quasi contadini. Peng Dehuai definiva banditi Wang Zuo e gli altri, mentre Wang Zuo e gli altri definivano Peng Dehuai un signore della guerra. Ora che Peng ha fuso l'”Armata Rossa” di Wang Zuo con la propria, molti dell'”Armata Rossa” di Wang Zuo e altri, dopo essere fuggiti, hanno innalzato la bandiera anticomunista e anti-Peng Dehuai.

6.Anche la Sesta Armata nella zona di Yichang e Shashi nell’Hubei occidentale era composta da alcuni banditi e da alcuni ammutinati della Nuova Prima Divisione, i cui effettivi e il cui numero di fucili sono sconosciuti. Secondo Bandiera Rossa: “Questa unità (riferendosi alla Nuova Prima Divisione) che possiamo guidare dispone di 4.000 fucili”, e aggiunge: “Non è chiaro quale bandiera abbiano assunto” e: “Non hanno ancora esteso con decisione la guerriglia”.

7.La Settima Armata nella parte occidentale del Guangxi è costituita principalmente dalle vecchie truppe di Yu Zuobai[14], nel cui esercito servivano due capitani di brigata che erano compagni del partito[15]; dopo che l’esercito di Yu fu sconfitto dall’esercito cantonese, uno di questi due gruppi si è ritirato a Youjiang, nel distretto di Baise, ed ha issato la bandiera rossa. Sono stati presto sconfitti dall’esercito di Li Zongren[16] e si sono ritirati a Longzhou, qui l'”Armata Rossa” è stata attaccata dall’Ottava Divisione dell’Esercito del Guangxi e dall’esercito francese dell’Annam[17] e si è ritirata sulle montagne. Quando l'”Armata Rossa” era a Longzhou il suo slogan era “Uccidete i cantonesi”.

8.L’Ottava Armata nel sud-est dello Hubei, ad eccezione di un piccolo numero di contadini disoccupati, era composta in prevalenza da soldati sbandati, per lo più provenienti dalla Quindicesima Brigata Indipendente, il cui ammutinamento fu descritto da Bandiera Rossa come “esemplare”. Secondo il rapporto del Commissario Politico dell’Ottava Armata, la maggior parte dei soldati che si erano uniti per la prima volta alla Quindicesima Brigata erano in agitazione e chiedevano uno stipendio mensile di venti yuan ciascuno. Secondo gli abitanti dello Hubei, l’Ottava e la Quinta Armata non hanno violato la terra e la proprietà dei latifondisti e dei contadini ricchi dello Hubei, al contrario, per sopravvivere economicamente, hanno fatto del proprio meglio per proteggere il commercio e si sono limitati a estorcere donazioni ai proprietari terrieri invece di ucciderli.

Il resto, come i banditi locali raccolti da Fang Zhimin e Shao Shiping nelle aree di Hengfeng e Yiyang, nel Jiangxi orientale, e i soldati sbandati vicino a Jingdezhen; i banditi del gruppo di Zhou Wen nelle montagne Yangming e gli ammutinati della divisione Kuang nel Sichuan, sono ora tutti considerati parte dell’”Armata Rossa”. Secondo un compagno operaio giunto di recente da lì, dopo l’invasione dell'”Armata Rossa” di Zhu-Mao e il colpo di Stato nella capitale provinciale, la guarnigione delle contee del Fujian occidentale è stata completamente svuotata, per cui il movimento contadino e l’”Armata Rossa” hanno avuto la possibilità di svilupparsi liberamente. Tuttavia, la maggior parte dell'”Armata Rossa” è costituita da banditi e in piccola parte da soldati in fuga, e la maggior parte dei dirigenti del movimento contadino sono contadini ricchi e medi, i problemi dei quali sono stati risolti in misura considerevole e che sono alquanto indifferenti all'”Armata Rossa” e ai “Soviet”, ed ancor più riluttanti ad unirsi ad essi, mentre l'”Armata Rossa” e il “Soviet ” hanno fatto del loro meglio per proteggere i commercianti ed hanno emesso un divieto alla richiesta di aumenti salariali da parte dei lavoratori (andando incontro non soltanto agli interessi dei commercianti ma anche a quelli dei contadini).

Tenendo conto di questi fatti, possiamo constatare che la cosiddetta “Armata Rossa” è composta per lo più da sottoproletari (banditi e soldati sbandati) e che si tratta di un fenomeno che ha preso la strada delle lotte intestine, delle sparatorie e dei compromessi con la borghesia rurale. Questi sono fatti oggettivi, e cosa dimostrano questi fatti oggettivi? Dimostrano che l’esistenza e lo sviluppo del grande fatto rivoluzionario noto come “Armata Rossa”, che avrebbe determinato l’ondata rivoluzionaria, possiede “effettivamente” delle “peculiarità cinesi”, costituite in realtà dal denominatore comune di forze armate che non sono dirette dal popolo.

Né dal punto di vista teorico né da quello fattuale lo sviluppo di questa “Armata Rossa” del sottoproletariato vagabondo aveva il potenziale per determinare l’ondata rivoluzionaria, in un momento in cui alcuni elementi piccolo-borghesi, non solo all’interno del Partito ma anche al di fuori di esso, a causa della loro rabbia nei confronti della classe dominante fantasticavano a proposito della cosiddetta “Armata Rossa”. Ma le aspirazioni politiche della piccola borghesia, in generale non possono, alla fine, andare oltre l’ambito della democrazia borghese. Pertanto, anche se l’indignazione e le illusioni della piccola borghesia a volte ci avvantaggiano, noi, avanguardia del proletariato, saremmo dei traditori del proletariato se seguissimo la coscienza della piccola borghesia e non emancipassimo l’avanguardia e il proletariato nel suo insieme da questa coscienza, e se, nel determinare la nostra politica, non valutassimo la forza della nostra classe in base alla sua coscienza. Senza la guida rivoluzionaria degli operai urbani, il futuro della cosiddetta “Armata Rossa” è ignoto: (a) se la guerra interna della classe dominante subirà un momentaneo arresto, l'”Armata Rossa” sarà sbaragliata o comprata; (b) sarà disgregata dai suoi stessi contrasti interni; (c) scenderà gradualmente a compromessi con la borghesia rurale (mercanti e contadini ricchi), senza altro futuro che quello di diventare la sua “armata bianca” o di venire schiacciata dai suoi mezzi economici e disintegrarsi.

Possiamo già prevedere che in futuro, quando il movimento della cosiddetta “Armata Rossa” fallirà (non necessariamente nel senso di un immediato e completo annientamento, poiché il problema del banditismo in Cina non può essere risolto in una sola volta), inevitabilmente l’Internazionale stalinista incolperà di nuovo il Partito cinese per non aver rispettato i dettami dell’Internazionale di “prestare particolare attenzione agli scioperi e alle lotte dei lavoratori” “per conquistare la maggioranza della classe operaia” e alla “lotta per la direzione del proletariato”, ecc. Infatti, l’Internazionale ha insegnato al Partito cinese che “la crisi nazionale e l’ondata rivoluzionaria hanno peculiarità cinesi” e ad “opporsi risolutamente alla tendenza all’interno del Partito a sottovalutare la lotta contadina e la guerriglia e a prestare maggiore attenzione al lavoro tra i soldati”. La coscienza sottoproletaria dei vagabondi e la coscienza piccolo-borghese dei contadini erano già forti in origine nel Partito cinese, il quale, abituato alle speculazioni di tipo militare, è stato indotto dagli organi direttivi dell’Internazionale a diventare ancora più sottoproletario e piccolo-borghese e a concentrarsi maggiormente sulla guerriglia nelle campagne, senza conseguentemente poter prestare allo stesso tempo “maggiore attenzione” all’organizzazione e alla lotta dei lavoratori urbani. Questo è il crimine imperdonabile degli stalinisti, il fallimento definitivo della loro direzione della rivoluzione cinese!

La nostra conclusione è che il problema del sottoproletariato vagabondo (banditi e soldati sbandati) è un problema che non può essere risolto in maniera definitiva nell’immediato e che questo strato sociale non potrà mai e in alcun modo assumere il ruolo di nostro difensore e pilastro, e che i contadini poveri, che non posseggono nemmeno un centimetro di terra, sono destinati a sollevarsi e a combattere contro la molteplice oppressione dei proprietari terrieri e dei borghesi, cinesi e stranieri. Certo, dovremmo avere buoni contatti con loro e guidarli nelle loro lotte, ma questa da sola non è la via d’uscita della rivoluzione. Il compito principale è intensificare l’organizzazione e la lotta degli operai nelle città, che deve culminare in un’insurrezione rivoluzionaria (cioè in uno sciopero politico generale). Solo allora potremo organizzare i Soviet urbani e rurali e le Guardie Rosse, e solo allora sarà possibile trasformare le attuali forze armate della cosiddetta “Armata Rossa” in una parte delle forze armate dirette dal popolo.

13 aprile 1930

NOTE

[1] Zheng Chaolin, An Oppositionist for Life, Humanities Press, 1997, pp. 186-187 e 237-239.

[2] La radicalità delle varie riforme agrarie proclamate dal PCC nelle aree “sovietiche” sarà maggiore sulla carta che nella realtà dei fatti: «In molte zone poi, i contadini ricchi o i proprietari terrieri, dichiarandosi dalla parte del nuovo regime, riescono a eludere l’espropriazione completa o, almeno, a farsi assegnare la terra migliore in fase di distribuzione. In molte occasioni si deve procedere a ispezioni per contenere la protesta dei contadini poveri che entrano in agitazione perché l’applicazione della riforma sarebbe iniqua». Inoltre, come risposta al blocco economico delle “zone rosse” praticato dal governo di Nanchino, Mao pubblicherà «una serie di appelli all’edificazione di una sorta di fronte economico e, di conseguenza, di una specie di sacra unione tra operai e contadini da una parte e datori di lavoro dall’altra». A Bronzo, Le ombre del drago. Storia critica del comunismo in Cina, dalle origini ai giorni nostri, Red Star Press, Roma, 2017, p. 274.

[3] L. Trotsky, Peasant War in China and the proletariat, 1932, cit. in A. Bronzo, Op. Cit., p. 277.

[4] F. Engels, La guerra dei contadini in Germania, 1850, Editori Riuniti, Roma, 1976, p. 17.

[5] Conosciuta anche come Alleanza Cinese Unita o Alleanza Rivoluzionaria Cinese o Lega per l’Alleanza Giurata, fu una società segreta organizzata da Sun Yatsen e Song Jiaoren a Tokyo, in Giappone, il 20 agosto 1905. Combinando obiettivi repubblicani, nazionalisti e “socialisti”, la piattaforma politica della Tongmenghui aveva l’obiettivo di “espellere i barbari del Nord […], stabilire una repubblica, e distribuire terra in parti uguali tra la gente”. Dopo la costituzione della Repubblica di Cina, la Tongmenghui formò, nell’agosto del 1912, il nucleo del nuovo Guomindang.

[6] Nel 1924.

[7] Yuan Wencai (Maoping, 1898 – Jiangxi, 1930) e Wang Zuo (contea di Suichuan, 1898 – Jiangxi, 1930). Capibanda cinesi, che dal 1923 operavano nelle montagne Jinggang dello Jiangxi, conquistarono fama di “Robin Hood” presso la popolazione contadina locale. Si unirono al Partito Comunista Cinese, diventando “protetti” di Mao Zedong durante il periodo del “Soviet” di Jiangxi. Vennero “liquidati” nella successiva lotta per il potere all’interno del Partito Comunista Cinese.

[8] Sun Dianying (1889-1948). Capobanda cinese, signore della guerra e comandante dell’Esercito rivoluzionario nazionale che combatté nell’era dei signori della guerra, nella seconda guerra sino-giapponese e nella guerra civile cinese, guadagnandosi una certa fama per aver cambiato schieramento più volte nel corso di questi conflitti.

[9] Luo Zhanglong (Liuyang, Hunan, 30 novembre 1896 – 3 febbraio 1995). Educatore, membro del 3° e del 4° Comitato esecutivo centrale del PCC, partecipa attivamente al lavoro sindacale del partito e dirige a Pechino la Federazione dei sindacati di tutta la Cina, diretta emanazione del PCC.

[10] Zhu De e Mao Zedong.

[11] He Long (Sangzhi, 22 marzo 1896 – Pechino, 9 giugno 1969). Proveniente da una poverissima famiglia rurale, nel 1914, per vendicare l’uccisione di un familiare, abbandona la propria casa e diventa un fuorilegge, costituendo una banda. In seguito, aderisce al Guomindang e prende parte alla Spedizione verso il Nord, grazie alla quale viene promosso comandante del XX Esercito Rivoluzionario Nazionale. Nel settembre 1927 si ribella contro Chiang Kai-shek, e, dopo la fuga, organizza un “Soviet” nelle zone rurali dello Hunan (e più tardi a Guizhou), ma è costretto ad abbandonare le sue basi in seguito alle campagne di accerchiamento di Chiang. Si unisce alla Lunga marcia nel 1935. Considerato inizialmente vicino alle posizioni di Zhang Guotao, diventa un sostenitore di Mao Zedong.

[12] Jin Handing (Yuxi, Yunnan, 1891 – dicembre 1967), generale dell’Esercito Nazionale del Guomindang, nel 1949 aderisce alla Repubblica Popolare Cinese.

[13] Peng Dehuai (Xiangtan, 24 ottobre 1898 – Pechino, 29 novembre 1974). Inizia la sua carriera militare negli anni Venti nelle file dell’esercito del Guomindang, nel quale diventa comandante di brigata; in quel periodo inizia a legarsi con politici radicali. Nel 1927, in seguito all’epurazione dei comunisti dal Guomindang, viene allontanato ed entra nel PCC. Partecipa alla Lunga marcia ed alla guerra contro il Giappone.

[14] Yu Zuobai (6 marzo 1888 – 26 febbraio 1959). Signore della guerra del Guanxi, nel 1956 aderisce alla RPC.

[15] Chen Haoren e Zhang Yunyi.

[16] Li Zongren (Xixiang, 13 agosto 1890 – Pechino, 30 gennaio 1969). Generale e politico cinese, esponente della nuova cricca del Guangxi e importante comandante militare del Guomindang. Nel 1948 viene eletto vicepresidente della Repubblica di Cina e l’anno seguente presidente ad interim. Emigra negli Stati Uniti nel dicembre del 1949, deluso dalla politica di Chiang Kai-shek. Nel 1965 si trasferisce nella Repubblica Popolare Cinese.

[17] Regione storica dell’attuale Vietnam.

Circolo internazionalista "coalizione operaia"

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