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Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

(27 Febbraio 2011) Enzo Apicella

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La strada  è a un bivio e bisogna fare una scelta! 
rassegnazione o rivolta!

(21 Aprile 2023)

nuovo si cobas

La rassegnazione è piegarsi ad un destino di povertà e di sfruttamento sempre più duro, abbiamo contro governi che rappresentano solo gli interessi di sparute minoranze di possidenti e parassiti, che chiederanno ancora più sacrifici e che ci stanno portando dritti verso la guerra mondiale.

La rivolta è fare come in Francia: i lavoratori, gli studenti, i disoccupati alzano la testa e scendono in piazza. per difendere il loro sacrosanto diritto di arrivare in pensione da vivi.
Oggi, se metti in discussione le politiche scellerate che impoveriscono ancor di più chi è già povero per far ingrassare ancor di più chi è ricco, dicono che “stai boicottando gli interessi nazionali”.

Questo sistema costruito su regole fintamente democratiche, su  “guerre giuste” e su stragi quotidiane di chi fugge da fame e guerre, fu boicottato a livello internazionale con le gloriose lotte del primo maggio.
Sull’esempio della rivolta di Chigaco del 1886 i lavoratori di tutte le nazioni diedero battaglia rivendicando le otto ore lavorative. Rivendicazione sempre più attuale oggi perché c’è chi ha una vita di stenti per troppo lavoro o per poco lavoro o non lavora affatto.

Il proletariato, classe internazionale, con il 1° Maggio dichiarò guerra all’intero sistema di sfruttamento capitalistico e alle sue guerre perché ogni lotta combatte i presupposti della concorrenza tra predoni capitalistici che generano inevitabilmente le guerre.

Ogni sospensione della concorrenza tra i lavoratori per il pane e la sopravvivenza è di fatto un boicottaggio del loro sistema. Per questo, la “guerra alla guerra” si attua combinando la lotta per gli interessi immediati con quelli di prospettiva storica.
La lotta dei nostri fratelli francesi è un esempio da generalizzare. Stanno lottando contro qualcosa che anche noi lavoratori della sanità e dei Pubblico Impiego conosciamo molto bene: la privatizzazione e la precarizzazione della Sanità e dei servizi.
Ma a loro non va bene! E a noi?
Tanti si chiedono: perché in Francia hanno scelto di lottare, mentre qui, in Italia, dove in pensione ci si arriva molto più tardi, non succede nulla?
Girate la domanda ai partiti della destra, apertamente fascista e sempre più servile verso il potere e i potenti.
Girate la domanda alla finta sinistra, i primi che hanno privatizzato, e sono schierati a fianco del padronato!
Girate la domanda ai sindacatoni di regime, che non si oppongono ai tagli del salario e dei diritti!

Tutta questa gente, si chiami Mattarella, Meloni o Schlein, che agiti una bandiera rossa oppure blu o nera, non è diversa da un Macron qualsiasi.
Nessuno di questi personaggi è lì per tutelare il nostro futuro. Sono lì per costruircene uno peggiore.
Ed è proprio la guerra a svelarlo: ogni euro speso in armi arricchirà certamente qualche industriale ma è anche un euro in meno per la Sanità, per le pensioni, per la Scuola. Sarà un euro sottratto al nostro futuro!

Noi non siamo diversi dai francesi che scendono in piazza, o da chiunque sia sfruttato nell’intero pianeta: i nostri interessi sono comuni. E se loro, i loro interessi, li difendono con tanta forza è perché hanno capito che non c’è altro modo per farsi valere. Possiamo -e dobbiamo- farlo pure noi! Sta solo a noi superare la rassegnazione. E questo Primo Maggio è la nostra occasione per iniziare a costruire uno sciopero generale!

Per un primo Maggio di lotta contro le guerre del capitale e in difesa della vita e della salute di lavoratrici, lavoratori, disoccupati, invitiamo alla partecipazione al corteo nazionale di Milano!

si cobas

1808