">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Ce la faremo

Ce la faremo

(11 Novembre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Capitale e lavoro:: Altre notizie

LA COMPETIZIONE FRA USA E CINA
SULLA PELLE DEI PROLETARI

(20 Maggio 2023)

Editoriale del n. 125 di "Alternativa di Classe"

Il ministro dell'economia G. Giorgetti

Il ministro dell'economia G. Giorgetti

Nella smania di praticare in ogni modo e in ogni occasione la “pacificazione nazionale” (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno X n. 118 a pag. 3), il Governo Meloni ha voluto riunire il Consiglio dei Ministri proprio il Primo Maggio per varare un loro “Decreto lavoro”, con la manifesta intenzione di dimostrarsi, in tale data, solerti verso i lavoratori, magari anche più dei sindacati confederali, che a livello nazionale stanno organizzando, dal 1990 in poi, il grande “concertone” festaiolo di Roma.
Anche se non si tratta del provvedimento al culmine di una presunta trasformazione della “Repubblica fondata sul lavoro”, com'è proclamata dalla Costituzione italiana, in “Repubblica fondata sullo sfruttamento del lavoro”, come ha sostenuto M. Landini il Primo Maggio al “comizio unitario” di Potenza, dato che, invece, qualsiasi Stato borghese è fondato sullo sfruttamento del lavoro (e l'Italia non fa certo eccezione!), in realtà i 45 articoli del Decreto governativo, il n. 48 del 4 Maggio, rappresentano un altro tassello dell'attacco politico-sindacale ai lavoratori.
Così, a Roma, mentre a Palazzo Chigi i ministri facevano il loro lavoro antioperaio, peraltro pubblicato poi senza nessuna urgenza sulla Gazzetta Ufficiale del 4 Maggio, dal palco di Piazza San Giovanni si è distinto dal conformismo dominante solo l'intervento del fisico C. Rovelli, che ha giustamente denunciato, dati alla mano, la politica bellicista del Governo italiano. La successiva dissociazione ufficiale degli organizzatori del “concertone” ha rappresentato oggettivamente un distanziamento politico dagli interessi della classe, che si dice di volere rappresentare sindacalmente.
Non c'è tematica toccata dal Decreto, che non risponda ad una logica filopadronale, sia in materia di “inclusione sociale e lavorativa”, che di antinfortunistica, sia di “politiche di lavoro”, che di “sostegno dei lavoratori”.
Viene completato lo smantellamento del Reddito di Cittadinanza, che dal 1 Gennaio '24 verrà “sostituito dallo “Assegno di inclusione”. Diminuiscono, così, sia i possibili fruitori che gli importi, e quindi stiamo parlando di risorse tolte a chi sta peggio! Sarà erogato a famiglie con reddito ISEE inferiore a € 9360 e con componenti “fragili”, cioè minori, disabili e/o ultrasessantenni. Si configura come “sussidio ai poveri” per 18 mesi, non immediatamente rinnovabili, ma, semmai, con un mese di intervallo.
Per tale “Assegno”, se in famiglia vi sono “occupabili”, cioè persone dai 18 ai 59 anni, anche licenziate, l'erogazione è condizionata alla loro “adesione ad un percorso di inserimento lavorativo”. Costoro dovranno accettare obbligatoriamente la prima offerta di lavoro che arrivasse, e solo nei precedenti periodi di “formazione” gli verrà corrisposta una indennità di € 350 mensili. A pena di decadenza dall'Assegno è previsto obbligo di accettazione di lavoro a tempo determinato (compreso in somministrazione) entro 80 km. dalla abitazione, ed in tutta Italia se a tempo indeterminato.
Completamente diverso il trattamento per i datori di lavoro che assumeranno: se a tempo determinato, avranno un esonero del 50% dei contributi INPS, mentre esonero totale viene previsto per chi assume a tempo indeterminato. E' evidente che tale decontribuzione verrà pagata dalla fiscalità generale, e quindi dalle tasse provenienti, al solito, dall'insieme dei lavoratori dipendenti.
Viene contemplata poi come “ampliamento della tutela contro gli infortuni” la previsione di un risarcimento alle famiglie nel caso di incidenti mortali che riguardino studenti impegnati in attività di “alternanza scuola-lavoro”. Si cerca, così, di rendere più accettabile una pratica, che viene confermata, nonostante le tragedie e i lutti che ha portato, in quanto conveniente per le aziende, ed oggi anche per le strutture militari.
Per quanto riguarda le “politiche di lavoro”, viene ampliato l'utilizzo dei contratti a termine, sia nei tempi, allungati fino a 24 mesi, che nelle causalità. Infatti, oltre a quelle previste dai CCNL, sono ammesse anche le sostituzioni di lavoratori assenti, e finanche le “esigenze economiche” e organizzative delle imprese. Praticamente, l'arbitrio totale per le aziende!... Viene poi ampliata la possibilità di utilizzo dei voucher per “prestazioni occasionali” fino a 15000 euro annui (e perciò non solo “occasionali”...) nelle aziende dei settori turistico e termale aventi fino a 25 occupati (invece che 10) a tempo indeterminato.
Oltre a quelli già visti per l'Assegno di inclusione, alle imprese sono ancora riservati incentivi per assunzioni, retroattive se si tratta di disabili, ed il 60% dell'intera retribuzione, in caso di giovani NEET sotto ai 30 anni di età, la riduzione delle sanzioni amministrative per il mancato versamento delle ritenute previdenziali, e l'ampliamento da 2 a 5 anni della rateazione con cui pagare le contribuzioni evase.
Per quanto riguarda lo sbandierato “sostegno dei lavoratori”, viene tagliato del 4% il cuneo fiscale per 6 mesi, con un esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali a loro carico, per i redditi fino a 35000 euro annuali; tale importo verrà, ovviamente, fiscalizzato, e senza alcuna restituzione del drenaggio fiscale. E' stato calcolato che, al massimo, potrà significare circa 60 euro in più in busta-paga, ma al prezzo della riduzione dei servizi pubblici, che non potranno di certo essere pagati ai privati grazie ad “aumenti” del genere!...
Con gli alti livelli di inflazione, che, per il mese di Aprile, nell'Eurozona è stata del 7%, e in Italia è arrivata, di nuovo in crescita, al 8,3 % ufficiale e circa al 13 % per le spese indispensabili (acqua, energia e cibo), e quindi per i proletari, il potere d'acquisto delle retribuzioni, che in Italia è già molto basso, continuerà a diminuire, facendo peggiorare le condizioni di vita dei lavoratori, e dei proletari in genere, ed incrementando la povertà.
Intanto le pressioni USA sui Paesi UE, con la NATO, si fanno sempre più forti. Dopo il 2% del PIL come livello minimo per stare nella NATO (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno XI n. 123 a pag. 3), Domenica 7 la stessa U. Von der Leyen ha confermato che, per fornire missili e munizioni all'Ucraina (che gli Stati UE hanno già esaurito), verrà attuato il Piano ASAP, secondo il quale per tali produzioni saranno utilizzati 500 milioni di euro dal bilancio UE, nonché altre risorse dello stesso ordine di grandezza dal Fondo per la Pace (EPF) e, su decisioni nazionali, dallo stesso PNRR.
Tali orientamenti, in votazione all'europarlamento il prossimo 31, oltre a dimostrare la disinvoltura con la quale i politicanti borghesi passano dalla parola “pace” alla parola “guerra”, vanno a smentire e scavalcare pagine e pagine di carte firmate dagli Stati: dal Trattato sull'Unione Europea, al Trattato sul Commercio di Armi (ATT), fino anche alla stessa Carta delle Nazioni Unite. Carta straccia, quando c'è di mezzo la guerra, con i giganteschi interessi cui risponde... e l'Ucraina (che ad oggi non fa parte né di NATO, né di UE) ha “bisogno” di un milione di munizioni entro un anno!...
Il Ministro dell'Economia, G. Giorgetti, a nome del Governo Meloni, aveva già chiesto alla UE di tenere le spese per la Difesa fuori dal computo del deficit, e, durante la discussione del Piano ASAP, l'Italia sta sostenendo di non utilizzare i fondi del PNRR per produrre armi e munizioni, fermo restando, ovviamente, tutto il sostegno militare all'Ucraina “finchè ce ne sarà bisogno”, (cioè, come ha ribadito Zelenskij in visita in Italia, fino alla vittoria!...). In realtà, visti anche i problemi che sta avendo sul PNRR, G. Meloni oggi non può certo comportarsi diveramente...
E mentre la UE mostra tutta la sua determinazione antirussa, con le decisioni sulle sanzioni (in preparazione l'undicesimo pacchetto) e gli armamenti, oltre che con la stessa diminuzione della importazione di gas condottato, viene pubblicizzato in sordina il dato che nel 2022 l'import di gnl dalla Russia è passato dai 15,9 miliardi di metri cubi (bcm) del 2021 a 22,1 bcm, con un aumento del 38%... “Business is business”, ed è alla base di tutto...
Le prossime sanzioni UE saranno indirizzate a colpire anche alcune aziende cinesi, accusate di favorire commercialmente la Russia, e, ovviamente, questa pensata sta irritando non poco lo stesso Presidente Xi Jinping. Ancora una volta a guadagnarci, neanche a farlo apposta, sono gli USA... E, dato che l'appetito vien mangiando, dopo le ingenti forniture militari americane alla amica Polonia, la multinazionale BOEING sta per realizzarvi un insediamento per fabbricare missili Apache terra-aria e aria-aria, cui anche lo Stato ucraino è interessato. Il mercato armiero va sempre più forte!...
Nonostante ciò, la crisi della leadership internazionale degli USA è sempre più evidente, e ancor dippiù con la crescita del colosso cinese (vedi pag. 5). L'imperialismo americano, perciò, cerca di spostare lo scontro sul piano bellico, dove mantiene ancora una supremazia. Utilizza tale piano per condizionare sia il proprio nemico, che gli stessi alleati/concorrenti, con la UE in testa, provando ad imporre lui il terreno della competizione.
La divisa USA, il dollaro, non ha più l'egemonia nel mondo, ed è proprio contro di essa, che si è rivolta la strategia “multipolare” che la Cina sta perseguendo. Funzionale a questo obiettivo è il “conflitto valutario” che ha innescato, insieme agli altri BRICS, utilizzando divise diverse dal dollaro (“dedollarizzazione”) per gli scambi commerciali, in particolare nel settore energetico. Dopo l'Iran, con la Borsa di Kish, e il Pakistan in Asia, in Sudamerica l'Argentina ha seguito il Brasile nell'utilizzare lo yuan cinese per gli scambi commerciali con la RPC.
Attraverso una serie di rapporti bilaterali, la Cina sta tessendo una rete internazionale di Stati, anche in reciproco rapporto tra loro, che di fatto sta togliendo agli USA la centralità, a partire dall'utilizzo di valute diverse dal dollaro per i rapporti commerciali, con lo yuan cinese in rapida crescita. E nonostante l'avversione politica della UE, a testimonianza del fatto che privilegia la penetrazione economica, la Cina a Marzo ha firmato un accordo con la Francia, perché la TOTAL paghi in yuan la compagnia cinese CNOOC per la fornitura di gnl dagli Emirati Arabi Uniti (EAU).
Dagli Stati arabi del Golfo Persico a vari Stati africani, ed ora anche in Europa, la Cina sta candidando lo yuan a valuta digitale nazionale, battendo lo stesso euro sul tempo, per “transazioni sicure” a livello internazionale, cominciando proprio dal campo energetico, tradizionale terreno dei “petrodollari”. E mentre il rapporto economico con la Russia, inquadrato nel “partenariato strategico globale” (vedi ALTERNATIVA DI CLASSE Anno XI, n. 123 a pag. 1), appare saldo, tra i BRICS è l'India, oggi il Paese più popoloso del mondo, ad avere in piedi diversi rapporti anche con gli USA.
E infatti al Vertice del “G7 finanziario” di Niigata, tenutosi in Giappone da Giovedì 11 a Sabato 13 in vista del Vertice di Hiroshima del 19/21 Maggio, era presente anche il Ministro delle Finanze indiano, oltre a quelli, invitati, di Indonesia, Brasile, Corea del Sud, Singapore e Ucraina. In presenza di F.M.I. e Banca Mondiale, l'Occidente sta provando a strappare all'India un rapporto privilegiato, oltre che di mantenerlo con il Brasile, nonostante l'avvento di I. Lula, al posto di J. Bolsonaro.
A Niigata erano presenti anche i Governatori delle Banche Centrali, ed hanno discusso sotto la presidenza del Ministro nipponico, S. Suzuki, della “stabilità economica globale”, e perciò anche delle politiche monetarie di Federal Reserve e BCE, rispetto alle imprese e alle banche, in relazione alle recenti defaillance bancarie, sia americane che europee, sintomo di una crisi più generale. La recessione, infatti, è in agguato per gli USA, ed il rischio di un default il prossimo 1° Giugno, senza un aumento del tetto del debito è concreto. L'inflazione, comunque, è alta, e la politica monetaria non è affatto scontata!
La Cina, per volontà politica o per condizione, o forse per entrambe, oggi non può fare da traino alla economia internazionale aumentando la propria domanda sui mercati. Con un clima geopolitico sempre più difficile. Nonostante che tutti i commentatori occidentali mettano in risalto, veri o presunti, aspetti positivi del vertice, gli effetti della crisi del debito in USA potrebbero comportare una recessione, che avrebbe comunque effetti devastanti a livello internazionale.
A tutto ciò vanno aggiunte le conseguenze apocalittiche in materia di occupazione lavorativa nel mondo, che vengono attribuite alla Intelligenza Artificiale di per sé, quando, invece, è soltanto il suo uso capitalistico, per il quale USA e Cina competono duramente, a rischiare di produrle! E però è un rischio concreto; che non fa che aggiungersi alle devastazioni, che il cambiamento climatico sta producendo (e quanto sta succedendo in Emilia-Romagna è solo un antipasto...), e ai rischi sempre più forti di guerra totale, che lo sviluppo imperialistico, con il forsennato riarmo che induce, sta alimentando.
In entrambi i fronti imperialistici, in via di formazione e/o consolidamento, i proletari devono capire che non possono trovare appoggio nei gruppi dirigenti del fronte avverso! La situazione oggettiva sta inducendo lotte in tutto il mondo, lotte contro il carovita e per la sussistenza stessa. Molti fratelli di classe in tutto il mondo sono costretti all'emigrazione, a causa di questo sistema sociale ormai in crisi irreversibile. Ma in Asia, nelle Americhe, qui in Europa, e anche in Africa, vi sono lotte contro le contraddizioni che questo sistema sociale vuole scaricare sugli ultimi del pianeta!...
Questo sviluppo produce nel mondo sempre meno ricchi, e con sempre più ricchezza, ma anche sempre più poveri! Vincere tutte le divisioni, nazionali e categoriali, che la classe padronale induce, per riconoscersi come appartenenti all'unica classe mondiale sfruttata ed oppressa, per allargare e coordinare le lotte, è sempre più urgente, ed è l'unica via per concepire un futuro per l'umanità.

Alternativa di Classe

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie dell'autore «Circolo Alternativa di classe (SP)»

1910