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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

Un maggio di sangue operaio

(31 Maggio 2023)

no morti sul lavoro

12 maggio. Novi Ligure. Mentre lavora alla ristrutturazione della facciata dello storico Palazzo Durazzo, Antonio Summa, 37 anni, viene travolto dal crollo di un lucernario in vetro. Le schegge gli recidono l’arteria femorale e per lui non c’è nulla da fare.
13 maggio. Minucciano (Lucca): una morte di sapore “ottocentesco” (peccato che siamo nel 2023..). Un “cavatore” di 55 anni – Ugo Antonio Orsi - viene investito e schiacciato da una grossa lastra di marmo. I compagni di lavoro non sono nemmeno riusciti – a causa del peso – a spostare il blocco.
15 maggio. Suzzara: Maura Marangoni, 59 anni e a qualche mese dal pensionamento, viene colpita alla gola da una lama inceppatasi nella pressa dell’azienda di lattonerie dove la donna lavorava. Maura muore dissanguata in pochi minuti.
17 maggio. Porto di Genova: un operaio di 41 anni viene investito da un carrello. Non perderà la vita ma gli verranno amputate entrambe le gambe.
23 maggio. Mariano del Friuli (Gorizia): Nicolas Nanut, di 30 anni, perde la vita schiacciato da un macchinario su cui stava lavorando.
24 maggio. Monopoli: mentre Vito Germano di 64 anni e Cosimo Lomele di 62 anni stanno lavorando a scavi per le condutture di un nuovo complesso, un costone roccioso si stacca e li travolge.
25 maggio. Trezzano sul Naviglio: Ruman Abdul, 25 anni, muore schiacciato da un pesante macchinario che stava spostando. Era il suo primo giorno di lavoro ed è stato l’ultimo della sua vita.
25 maggio. Bagolino: Daniele Salvini, un boscaiolo di 33 anni, mentre potava alcuni alberi danneggiati viene investito mortalmente da una pianta.
25 maggio. Macherio: mentre lavorava alla costruzione di una piscina, Rosario Frustaci cade dal ponteggio e precipita nella vasca profonda 4 metri. Per recuperare il suo corpo devono intervenire – oltre ai vigili del fuoco – anche membri del Nucleo Speleo Alpino Fluviale.
29 maggio. Capurso (Bari): Pasquale Pipino,un operaio di 58 anni, perde la vita folgorato da una cabina elettrica in cui stava lavorando.

Questa triste lista (con nome e cognomi, perché si tratta di esseri umani e non di numeri di una statistica) del solo mese di maggio si aggiunge alle 196 vittime del profitto già registrate nei primi 3 mesi del 2023, con un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo 2022.
Sarà che i padroni hanno capito bene quello che la Meloni si era affrettata a dire nei primi giorni del suo governo: “non disturberemo chi vuole fare”. Dove “chi vuole fare” sono i capitalisti che non si fermano davanti a nulla. Bisogna dire che anche i governi precedenti, visto il numero di morti operaie che ogni anno sfiora i 1.500, non li hanno “disturbati” più di tanto.

Di leggi contro le morti sul lavoro il nostro Codice è pieno. Alcuni sindacati di base ne propongono un’altra (reato di omicidio e lesioni sul lavoro).I sindacati confederali, ad ogni mattanza, vogliono aprire tavoli di confronto con quei padroni a cui da decine di anni viene garantita l’impunità (e quindi di cosa vogliono discutere?). Quanti imprenditori sono stati condannati? Praticamente impossibile saperlo (sarà che la risposta forse è “nessuno”?).

Ormai ci mancano le parole (e anche le lacrime).
Resta la rabbia contro un sistema barbaro – il capitalismo - che mette il profitto davanti alla vita umana, e la coscienza che o i lavoratori si organizzano senza delegare ad altri (leggi, sindacati confederali, ecc. ecc.) la difesa della loro vita o la strage non si fermerà.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Sesto San Giovanni

1911