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Marino, Presentato a Bibliopop il libro di Susanna Camusso Facciamo Pace. Bel confronto pubblico

a Bibliopop confronto politico-culturale riuscito. Con approfondimenti e contrapposizioni motivate

(9 Giugno 2023)

Ci sono sicuramente delle eccezioni, come le guerre di difesa o la seconda guerra mondiale, ma per noi vale in linea di massima quanto affermava Erasmo da Rotterdam contro la teologia predominante del tempo: sempre meglio una pace ingiusta che una guerra giusta. Anche perchè è rarissimo che la guerra termini in modo giusto.

facciamo pace

Come è consuetudine dell’associazione che gestisce Bibliopop, per l’occasione della presentazione del libro “Facciamo Pace” di Susanna Camusso, Roberta Lisi e Altero Frigerio, il Presidente Sergio Santinelli, oltre a dare il benvenuto offrendo spazi - la magnifica quiete e frescura del Parco Maura Carrozza - organizzati con sedie sul prato, ha inteso ricordare il profilo di azione della associazione stessa. Inoltre, prima di indicare il solco che come Bibliopop offre da tempo sul tema “Dove c’è cultura, c’è pace. Dove c’è pace c’è cultura”, ha dato informazioni pratiche dell’evento. Infatti, a causa della caotica gestione della situazione politica, la Camusso è stata convocata d’urgenza in Commissione parlamentare, poi liberata, poi riconvocata agli stessi orari dell’iniziativa. Cosa analoga è accaduta per los crittore Marco Onofrio che è stato chiamato alla prima riunione dopo sua elezione al consiglio del “Gruppo dei Romanisti” sempre concomitante. E’ toccato quindi ad Altero Frigerio, appunto coautore del volume, introdurre il pomeriggio/sera di riflessione. Ha tracciato l’intero percorso del contenuto del libro, sottolineando, denunciando che “ si è fatta strada a suon di crisi internazionali quella scienzache studia non tanto le relazioni tra gli stati, ma i rapporti di forza tra essi.... - e ancora - L’imperialismo, le superpotenze, la deterrenza, il multipolarismo, suonano giàcome parole antiche e desuete...”. Questo, dice l’autore, “avendo ben presente come sono circa 160 i conflitti cosiddetti regionali o locali nel mondo. Come testiominano studi del Centro svedese di politica internazionale, e come denuncia Papa Francesco quando parla di terza guerra mndiale a pezzi”. A questa prima attenzione, gli autori fanno seguire i temi “globali” che concorrono tutti alla crisi generale del sistema liberista a cui per troppo tempo e troppe realtà si sono affidati per individuare soluzioni. Temi che sono anche la “traccia” e il fulcro dei quesiti posti a Susanna Camusso che li ha affrontati suggerendo modalità e vie d’uscita. “La guerra da Tabù a realtà; La guerra dell’Energia e del Clima; La guerra dell’acqua; La guerra del cibo; La guerra delle povertà e delle diseguaglianze; la guerra di genere”. “Temi, - come ricorda Frigerio - che il testo e Susanna Camusso declinano sempre in modo di risposta possibile nel superare l’intero sistema di soprafazione sfruttamento liberista, proprio applicando analisi e letturaa e via d’uscita ad ogni singolo tema generale per questo. Infatti - rileva in modo risoluto il coautore - abbiamo messo l’epigrafe di Gramsci in apertura del volume proprio per questo: La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio mondo sta morendo, quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri.”. Qualche decina di cittadini ha assistito all’incontro. Molti hanno infine acquistato il volume. Ma, soprattutto, ognuno ha partecipato attivamente, con sottolineature di applausi consensuali, quando per vivacizzare la già ricca esposizione di Frigerio, hanno preso la parola lo scrittore Emiliano Sbaraglia, Maurizio Aversa operatore culturale e dirigente comunista, Enrico Del Vescovo presidente di Italia nostra Castelli romani, Eros Mattioli. Sbaraglia, mettendo soprattutto l’accento sulla questione del globalforum, dei temi avvinghiati al clima e al cosa produrre, con particolare attenzione al protagonismo dei giovani. “Giovani che riescono a suscitare attenzione, siano essi attivi con i Friday for future che cob Ultima Generazione, a differenza di quanta fatica faccia la sinistra, nelle varie accezionida qualche decennio in qua a mobilitare. Certamente traccia di tutto ciò va individuato nella gestione dei media con la comunicazione privata introdotta da Mediaset, così come nello sviluppo dei social. Ma il quesito resta: come siamo arrivati fin qui? Come siamo arrivati a questo?”. Gli interventi di Del Vescovo e di Mattioli, sempre sottolineati da assenso dal pubblico, hanno proprio aggredito questi aspetti. “Dal global forum di inzio millennio e dal movimento seguito anche qui ai Castelli, - ricorda Del Vescovo, convolgendo la comune militanza in tal senso con Sbaraglia - abbiamo sempre cercato di mantenere il riferirmento di una giusta analisi, anche delle vicende internazionali. Molto abbiamo fatto proprio con l’apporto, ad esempio, di Giulietto Chiesa: ed oggi, sulla vicenda Russia Ucraina, ma anche per cosa c’è dietro, gli USA e l’idea ancora di avere una unica guida nel mondo, non so se a parti invertite noi accetteremmo di essere accerchiati e minacciati senza fare nulla. La guerra va evitata, a cominciare dallo stop reciproco. Tutti si fermino. La Ue, e l’Italia la finiscano col foraggiare uso e produzioni di armi, invio di armi: come finisce un conflitto se riforniamo continuamente i mezzi per portarlo avanti? Tra l’altro contro la disposizione della nostra Carta Costituzionale”. Eros Mattioli, attento all’aspetto sollecitato da Sbaraglia ha proposto una risposta: “Come siamo finiti qui? Secondo me, - dice Mattioli - a seguito dell’89. Infatti la risposta che viene sollecitata alla varia sinistra e soprattutto a chi ha cultura comunista, è una sola: occorre uno strumento. Una parte organizzativa che racchiuda in se la capacità di analisi, di confronto e condivisione la più larga possibile affinchè alla crisi del capitalismo si risponda in modo alternativo e chiaro. Nessuna mezza misura: il liberismo ha fallito, i danni continuiamo a subirli, occorre l’esatto contrario, con una parte organizzata che si faccia strumento consapevole a disposizione di lavoratori e cittadini”. Del resto, un interrvento critico e con questiti rivolti agli autori l’aveva già svolto anche Maurizio Aversa: “ho letto il libro e penso di condividere la maggior parte delle analisi circa la responsabilità della situazione attuale e le storture e le sopraffazioni della società in cui viviamo colpa gigantesca del sistema capitalistico e del liberismo. Ciò che ho trovato a dir poco contraddittorio nel testo è che mentre qui in dibattito Frigerio non ha difficoltà a definire come ricerca alternativa ciò di cui abbiamo necessità per uscire dalle crisi e dalle guerre; nel libro questa chiarezza di cosa sia l’alternativa non si manifesta. Anzi, a ben guardare, solo a pagina 117, finalmente direi - spiega Aversa - forse perchè attinente il tema del conflitto di genere caro a Susanna Camusso, allora il conflitto viene evocato ed esteso come necessità, naturalmente non violento, proprio per individuare l’alternativa da ricercare nelle idealità comunista, socialista, progressita. Perchè non indicare chiaramente ad ogni pagina proprio questa necessità, perchè non denunciare come errori, se non peggio, le scelte di forze che etichettandosi come sinistra ne stravolgono proprio origine, finalità, vie d’uscita da indicare ai lavoratori e ai cittadini?”. Naturalmente in assenza della Camusso, Frigerio per correttezza ci ha tenuto ad esprimere “non tanto il punto di vista del libro, quanto un punto di vista e giudizio personale. Che non coincide affatto, oltre l’analisi simile, sulla vicenda della guerra Russia-Ucraina, con la mia esperienza politico sociale personale e con quanto dite voi (dice rivolto alla platea). Infatti secondo me avevamo ragione a manifestare contro gli USA per l’invasione del Vietnam, ed oggi dobbiamo sostenere Ucraina contro la Russia.”. Per concludere, Emiliano Sbaraglia ha proposto l’attenzione ai contenuti suggeriti dalla prefazione al libro di Giulio Marcon Critica della Guerra. In particolare: “A volte si associano termini completamente diversi: guerra, conflitti, lotta. Ma la lotta, di solito ha delle regole e non annienta gli avversari. I conflitti possono essere non violenti e rappresentano il sale delle relazioni sociali e della democrazia, che a sua volta è un modo per risolvere le controversie senza ricorrere alle armi. La guerra è invece un crimine, e basta: non rispetta le regole, nemmeno più quelle del diritto internazionale umanitario, è per sua natura violenta e ha come obiettivo la distruzione del nemico. Ci sono sicuramente delle eccezioni, come le guerre di difesa o la seconda guerra mondiale, ma per noi vale in linea di massima quanto affermava Erasmo da Rotterdam contro la teologia predominante del tempo: sempre meglio una pace ingiusta che una guerra giusta. Anche perchè è rarissimo che la guerra termini in modo giusto.”. In chiusura, Altero Frigerio ha confermato la volontà di Susanna Camusso di voler essere presente ad una prossima occasione per conoscere più da vicino questa realtà marinese e castellana fatta di accoglienza, belle cose e ottime persone.

Trasmesso da Maurizio Aversa

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