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(28 Luglio 2023)
Dalla redazione di “Bollettino culturale” riceviamo questo appello per la libertà di Boris Kagarlitsky, arrestato ieri in Russia con l’accusa di “sostenere il terrorismo”, accusa che è evidentemente strumentale a colpire un oppositore della decisione di Mosca di invadere l’Ucraina. La sua posizione in merito è espressa con una certa chiarezza in questa intervista del marzo 2022:
https://againstthecurrent.org/behind-russias-ukraine-disaster/
Come si può vedere, Kagarlitsky è stato a favore della riannessione della Crimea alla Russia nel 2014, e ha sottolineato il carattere spontaneo della sollevazione contro Kiev delle popolazioni del Donbass, non incitate ma semmai troppo poco appoggiate da Mosca, a suo parere. Il suo criterio di riferimento è quello della “autodecisione dei popoli”, criterio che egli applica, naturalmente, anche all’Ucraina invasa. Da questo punto di vista il suo inquadramento della guerra in corso in Ucraina è senz’altro deficitario, perché non vede il lungo lavoro di preparazione della guerra da parte della NATO ed il fortissimo nesso tra questa guerra e la crisi complessiva del sistema capitalistico alla scala mondiale. Esistono, evidentemente, l’abbiamo detto più volte, problemi di “autodecisione dei popoli”, sia per le popolazioni dell’Ucraina che per quelle del Donbass, ma sono stati risucchiati e soggiogati dalla guerra in atto tra grandi potenze capitalistiche. Di autentica auto-determinazione delle une come delle altre popolazioni si potrà parlare senza prendersi in giro solo a totale sbaraccamento della NATO con la smobilitazione della presenza degli Stati Uniti e dell’UE in Ucraina così come della presenza militare (e non militare) russa nei territori occupati.
Ciò detto, però, il suo arresto, contemporaneo alla decisione della Duma di elevare all’età di 30 anni il periodo di ferma obbligatoria e alla crescente pressione perché sia decretata la mobilitazione generale, segnala come inesorabilmente, in Russia come in Ucraina, la guerra porti all’accentuazione della repressione interna, che già ha colpito molte centinaia (o migliaia?) di attivisti, un discreto numero dei quali compagni e attivisti sindacali. Questa repressione non ci lascia certo indifferenti, qualche che sia la distanza che ci separa dai colpiti. (Red.)
Appello
La notizia dell’arresto del sociologo marxista Boris Kagarlirsky in Russia conferma che la guerra non fa altro che restringere gli spazi democratici e favorire la deriva autoritaria. Kagarlitsky era stato già schedato come «agente straniero» nel 2022 sulla base della normativa repressiva. In realtà Kagarlitsky è una delle voci più autorevoli di opposizione a Putin come precedentemente a Eltsin e in generale all’oligarchia che si è arricchita dopo la restaurazione del capitalismo in Russia.
Non è la prima volta che viene arrestato e perseguito penalmente. L’ultima volta è stato arrestato nel 2021 – mentre si recava all’università per tenere una lezione su Marx – per aver incitato a protestare contro i brogli elettorali. Viene ora accusato di sostenere e/o giustificare il terrorismo ma in realtà viene perseguito perché fin dall’inizio si è schierato contro la guerra decisa da Putin. In passato era stato criticato anche dai nazionalisti ucraini per aver definito come spontanea e conseguenza di Euromaidan la rivolta popolare che portò alla nascita delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
Chi legge da anni libri e articoli di Kagarlitsky, che è stato anche collaboratore de il manifesto, sa che l’accusa di terrorismo non ha fondamento: Kagarlitsky ha lavorato in questi anni per unire le forze di opposizione di sinistra e negli ultimi mesi ha più volte denunciato l’escalation repressiva in Russia. Kagarlitsky è direttore della rivista online Rabkor che non gode dell’attenzione che i media occidentali dedicano ad altri oppositori perché critica il putinismo da un punto di vista marxista e anticapitalista. Chi come noi si batte per una soluzione di pace non può che essere solidale con compagni come Boris Kagarlitsky che si oppongono alla guerra.
Chiediamo l’immediata liberazione di Boris Kagarlitsky.
Per adesioni: maurizioacerbo@gmail.com
Primi firmatari:
Maurizio Acerbo
Eleonora Forenza
Pier Giorgio Ardeni
Franco Berardi
Marco Bersani
Piero Bevilacqua
Marialuisa Boccia
Raffaella Bolini
Angelo d’Orsi
Donatella Di Cesare
Tommaso Di Francesco
Paolo Favilli
Francesca Fornario
Andrea Fumagalli
Domenico Gallo
Guido Liguori
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Roberto Musacchio
Giovanni Russo Spena
Giovanni Savino
Alberto Ziparo
Francesco Barbetta
Il pungolo rosso
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