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Zevio (VR): Sono sempre senza casa

Una famiglia magrebina vive in un’auto davanti all’ospedale

(22 Novembre 2005)

Zevio. «Datemi un appartamento per Gesù». Attende ancora una risposta l’appello lanciato sabato scorso dall’altare dal parroco, don Claudio Turri, in favore della famiglia magrebina che vive in un auto parcheggiata davanti all’ospedale.

Nonostante il freddo della notte, da quasi due mesi una Fiat Tempra station wagon funge da scomodo letto per mamma, papà e due figli piccoli, messi sulla strada da sfratto esecutivo causa mancato pagamento di pigioni. Motivo? «Occupazioni saltuarie in cooperativa. Troppo poco per far fronte a tutte le spese», si giustificò il capofamiglia Jadir Noureddine con l’ufficiale giudiziario. La discontinuità lavorativa appare ora superata: da maggio scorso Jadir ha trovato posto fisso in un'azienda di Santa Maria.

Nel tentativo di dare un tetto più confortevole, la Protezione civile aveva reso disponibile una roulotte. Non si è andati oltre perché non salta fuori un’area con annessi servizi i gienici. Si era poi sperato in un’abitazione di Volon. Niente da fare anche lì, informa la Caritas: «Un sopralluogo ha giudicato la casa inabitabile». Ora si sta sondando una possibilità abitativa a Ronco, fuori Comune.

Intanto giovedì in municipio si è tenuto un incontro tra rappresentanti dell’amministrazione, Caritas, San Vincenzo, Ds e Rifondazione comunista. Risultato: «Il Comune si è impegnato a finanziare l’equivalente delle due mensilità necessarie a sottoscrivere l’eventuale contratto d’affitto dell’abitazione e la pigione del primo mese», fa sapere Valentino Castellani, dirigente dei servizi sociali.

Nella vicenda non mancano le prese di posizione politiche. E le polemiche. Flavio Fusa, segretario di Rifondazione, sollecita il sindaco Maria Luisa Tezza ad assegnare con urgenza un casa popolare e propone l’istituzione della consulta per stranieri, composta da extracomunitari residenti eletti da loro connazionali.

«La difesa dei diritti degli italiani passa anche attraverso la difesa dei diritti degli stranieri», dice Fusa. «La consulta potrà muovere i primi passi verso l’integrazione delle varie nazionalità presenti sul territorio, promuovendo la conoscenza dei problemi di questa gente». Dei marocchini sfrattati ne ha parlato il quotidiano di Rifondazione, Liberazione. Titolo: «Costretti a vivere in macchina. La sindaca: "Togliamogli i figli"».

Maria Luisa Tezza, rivendicando che «il Comune aiuta la famiglia da 5 anni, periodo sufficiente a trovare una sistemazione decorosa», aveva parlato di «incapacità dei Noureddine nel gestire la spesa quotidiana», prospettando l’ipotesi di tutelare i minori con l’affido, fermo restando la situazione. Ipotesi respinta da mamma e papà magrebini, che quanto ad aiuti hanno confutato il sindaco: «Il Comune ci ha pagato solo l’affitto di due mensilità». Nel 2002 la famiglia Noureddine visse per qualche tempo alle porte del capoluogo in una scassata Renault 5. Comune e Caritas intervennero recuperando un appartamento a Perzacco. Ora la famiglia chiede insistentemente un alloggio popolare.

Al di là delle polemiche, il dirigente dei servizi sociali, Castellani, non esclude sbocchi positivi . «La vicenda sta mobilitando diverse sensibilità. E ciò fa ben sperare».

Venerdì 18 Novembre 2005

Piero Taddei (L'Arena - Pagina 26)

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