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(5 Novembre 2023)
Riceviamo da Jeff Halper, cittadino israeliano, storico animatore dell’ICAHD (il Comitato israeliano contro la demolizione delle case dei palestinesi), questa coraggiosa presa di posizione-appello contro il genocidio che lo stato di Israele sta compiendo a Gaza. In esso l’imputazione di genocidio a carico delle istituzioni sioniste è estesa al periodo che va dal 1947 ad oggi – c’è materia su cui riflettere anche per quanti, in modo cosciente o incosciente, riconducono il massacro dei palestinesi in atto al periodo successivo all’attacco operato dalla resistenza palestinese il 7 ottobre, come a dire, e qualche volta lo dicono proprio: se non ci fosse stato quell’attacco, non ci sarebbe questo massacro. Comprendiamo, ma non possiamo condividere l’appello di Halper e dell’ICAHN alla “comunità internazionale” e all’ONU, vista la secolare complicità con Israele della cosiddetta comunità internazionale (se per essa si intende il consesso delle grandi potenze, tutte, nessunissima esclusa), e visto che l’ONU non è mai andata oltre le condanne verbali di Israele restate sempre senza conseguenze. Ma questo nulla toglie alla chiarezza e alla forza di questa denuncia-appello che viene da ebrei israeliani dal comportamento rigorosamente coerente con i propri ideali anti-sionisti. (Red.)
L’ICAHD CHIEDE LA FINE DEL GENOCIDIO ISRAELIANO CONTRO IL POPOLO PALESTINESE – 2 novembre 2023
Il termine “genocidio” è stato formulato dall’avvocato ebreo-polacco Raphael Lemkin sullo sfondo dell’Olocausto. È stato codificato come crimine di diritto internazionale nella Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio (la Convenzione sul genocidio). La definizione di genocidio, contenuta nell’articolo 2 della Convenzione, è semplice e diretta e i suoi primi tre elementi riflettono chiaramente le politiche e le azioni israeliane nei confronti del popolo palestinese da quando ha iniziato il suo processo di genocidio sistematico nel 1947:
Per genocidio si intende uno dei seguenti atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:
(a) Uccidere i membri del gruppo;
(b) provocare gravi danni fisici o mentali a membri del gruppo;
(c) infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita tali da provocarne la distruzione fisica, in tutto o in parte.
La distruzione in corso di Gaza e della sua popolazione è di per sé un crimine di guerra, troppo sproporzionato per essere considerato una semplice rappresaglia per l’attacco di Hamas ai civili israeliani, troppo costoso in termini di vite di civili e di e proprietà per giustificare la scala dell’azione militare di Israele contro Hamas.
Il genocidio spesso non è un singolo evento, ma piuttosto una serie di eventi e processi deliberati nel tempo il cui intento ultimo è distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Le guerre indiane in America sono durate tre secoli. Se facciamo un passo indietro rispetto al crimine di guerra che è l’attuale assalto di Israele a Gaza e allo sforzo concertato fin dalla fondazione di Israele per cancellare il Paese della Palestina e la sua eredità araba, il quadro che emerge è quello di un genocidio, culturale oltre che fisico. Il progetto necessariamente violento del sionismo prima e di Israele poi di spostare la popolazione palestinese del Paese, prendere la sua terra e sostituirla con quella ebraica costituisce una distruzione deliberata del popolo palestinese, in parte o in tutto.
Tre eventi hanno spinto l’ICAHD a chiedere un’azione internazionale urgente per porre fine al genocidio israeliano contro il popolo palestinese: il bombardamento indiscriminato del campo profughi di Jabalia, a Gaza, il 31 ottobre 2023, in cui centinaia di innocenti – profughi della campagna di espulsione israeliana del 1948 – sono stati massacrati per assassinare un singolo comandante di Hamas; i brutali attacchi che si stanno verificando ora contro i palestinesi in Cisgiordania, in cui i coloni e i soldati israeliani stanno terrorizzando le famiglie e svuotando intere città e villaggi – si tratta di sfollamento forzato, un crimine secondo la Quarta Convenzione di Ginevra; e le dichiarazioni di intenti genocidi che provengono dai più alti funzionari governativi e militari israeliani, sia nei confronti della popolazione di Gaza sia nei confronti dei palestinesi (“gli arabi”) in generale, dichiarazioni che ci inducono a temere un’intensificazione della colonizzazione e un ulteriore genocidio se la comunità internazionale permetterà a Israele di cancellare il popolo palestinese politicamente, culturalmente e, se necessario, anche fisicamente.
Il Comitato israeliano contro le demolizioni di case (ICAHD) chiede alla comunità internazionale – alle Nazioni Unite, ai governi e ai popoli – di ritenere Israele responsabile dei suoi decenni di colonizzazione genocida. Chiediamo con urgenza di isolare e sanzionare Israele fino a quando non cesserà la distruzione di Gaza e del suo popolo e il violento allontanamento dei palestinesi dalle loro terre e comunità da parte dei coloni e dei soldati israeliani.
Chiediamo alla Corte penale internazionale di processare per crimini di guerra i leader politici e militari israeliani responsabili.
Chiediamo alle Nazioni Unite di applicare l’articolo 3 (e) della Convenzione di Ginevra che punisce per “complicità nel genocidio” gli Stati Uniti, il Canada, l’Europa e altri Paesi.
PORRE FINE AL GENOCIDIO ISRAELIANO ORA!
CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO A GAZA!
LIBERARE TUTTI GLI OSTAGGI ISRAELIANI E I PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI.
Il pungolo rosso
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