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(24 Novembre 2005)

Il documentario di RaiNews 24 sul genocidio di Fallujah è lì, con il brutale realismo delle sue immagini, a ricordarci ancora una volta la vera natura dell’imperialismo, la sua assoluta “amoralità” che ha una sua logica e una sua spiegazione nell’unica legge che esso riconosce: la legge della difesa ‘senza se e senza ma’ del sistema economico basato sullo sfruttamento, la legge del capitale per cui l’uomo è solo carne da massacrare nello stillicidio dello sfruttamento quotidiano ...o da eliminare quando la sua presenza diventa un ostacolo ingombrante sulla strada della conquista di nuovi mercati.

La gente di Fallujah bruciata viva sotto gli effetti “collaterali” dei “fumogeni” al fosforo bianco. Un’intera città (ed era una una città operaia!) rasa al suolo dalle bombe che “intelligentemente” colpivano fabbriche e moschee, case, scuole, ospedali. I feriti abbandonati a morire nelle strade sotto i colpi dei cecchini, nel silenzio assordante dell’Onu (la cui credibilità è ormai ristretta ai soli salotti frequentati da Bertinotti e dalla Valeria Marini) e dei tanti pacifisti, politically correct, troppo impegnati in estenuanti marce bipartisan, su e giù per Assisi, alla ricerca di una sempre più difficile collocazione equidistante tra la Resistenza e l'aggressione.

“Shake and Bake” (alla lettera: “scuoti e cuoci al forno”)! Quale altro nome più pregnante poteva trovare l’esercito americano per descrivere questa e tutte le altre “missioni” in cui sono state usate le munizioni al fosforo bianco? Quale altra espressione (presa cinicamente a prestito dalla pubblicità di una nota salsa) poteva rappresentare il crimine perpetrato a Fallujah? Un genocidio di massa scientificamente pianificato, condotto con determinazione e fredda lucidità, tale da far apparire come l'opera di dilettanti perfino le peggiori rappresaglie naziste contro i paesi ospitanti i “banditi” partigiani.

“Scuoti e cuoci al forno” per ridurre a deserto un paese restio ad accettare la supremazia della “più grande democrazia del mondo”, nel più assoluto disprezzo di ogni regola e delle leggi dettate dal diritto internazionale, comode foglie di fico dietro le quale si nasconde una sola regola: quella dettata dal paese militarmente più forte, espressione del capitalismo più avanzato e più progredito del mondo, unico detentore monopolista delle armi di distruzione di massa (quelle vere, non quelle inventate per giustificare le aggressioni imperialiste) e unico abilitato a usarle senza temere di doverne rendere conto a chicchessia.

I tribunali internazionali sono fatti dai vincitori per giudicare i vinti e, del resto, gli Usa non ne riconoscono comunque l’autorità così come, a suo tempo, non hanno firmato la totale messa al bando degli ordigni incendiari per cui… l’uso del fosforo bianco è perfettamente “legittimo” così come è perfettamente “legittima” la tortura comminata nell’enclave di Guantanamo, fuori dalla giurisdizione e dal controllo dei “democratici” giudici americani.
Del resto come ci hanno assicurato i portavoce del Pentagono “Le forze statunitensi usano il fosforo bianco come fumogeno o per segnare gli obiettivi.” Che colpa ne hanno gli americani se gli obiettivi sono troppo pericolosamente vicini ai luoghi in cui vivono civili inermi?

19 novembre 2005

mario gangarossa

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