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Gli USA lasciano Falluja

Gli USA lasciano Falluja

(16 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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In Iraq le armi di distruzione di massa ci sono e sono state usate

(28 Novembre 2005)

Che le armi di distruzione di massa in Iraq fossero presenti, non avevamo alcun dubbio, come non avevamo dubbi di chi fossero, di come e dove fossero usate.

Le immagini, sconvolgenti, del bombardamento di Fallujah trasmesso da Rainews24, oltre ad essere una conferma, non ci sorprendono.

Da sempre, dall’inizio di questa tremenda occupazione terroristica dell’Iraq, abbiamo detto, scritto e sostenuto il carattere imperialistico di questa guerra. Abbiamo smascherato la presunta finalità democratica di questa guerra, evidenziando l’arbitraria occupazione con la conseguente tragedia cui sarebbe stato sottoposto il popolo iracheno.

Essa ha delle finalità politiche ed economiche precise, con mandanti ed esecutori, con annessi complici e fiancheggiatori altrettanto conosciuti. Tutti questi signori sono responsabili, non solo politicamente, della trasformazione di un paese sovrano in un “macello” di stile post-nazista. Le foto di esseri umani di tutte le età, ridotti ad un cumulo di cenere con i vestiti addosso. Bruciati dal fosforo bianco delle bombe americane ci hanno fatto vibrare dall’indignazione e dalla rabbia. Ci hanno fatto pensare e ritornare subito al Vietnam con le sue bombe al Napalm. Al recidivo e costante genocidio che di volta in volta popoli diversi devono sopportare per mano di assassini, sempre impuniti e spesso omaggiati.

Con molta sincerità, con molta umanità e senso di liberazione ci sentiamo al fianco del popolo iracheno che resiste, con forza e dignità, e gli auguriamo di imitare il popolo vietnamita: buttare a mare l’esercito invasore e i suoi alleati.

Ma noi vorremmo capire anche come un popolo, quello italiano, con una memoria storica che in quanto a invasori e stragi non è secondo a nessuno, possa sopportare che un altro popolo sia sottoposto a trattamenti da noi ben conosciuti senza battere ciglio. Che burattinai e ciarlatani ci costringano a delle avventure, con ruoli da “reggimutande”, in nome della democrazia e della pace.

Avventure che risultano essere delle guerre di rapina con massacri di popolazioni inermi e con la presunzione di considerare terroristi coloro che si oppongono a queste occupazioni. Ma noi sappiamo perfettamente il significato della parola terrorista, non solo perché conosciamo molto bene la lingua italiana e il significato delle sue parole, ma perché sappiamo e abbiamo imparato a conoscere come questo si manifesta. Non solamente nella sua forma più violenta, ma anche nelle sue forme più “leggere”, più viscide. La censura e la disinformazione, che la quasi totalità della stampa adotta in questo e altri casi e sintomatica. Nulla di nuovo. Purtroppo è così.

Non è nostro compito, né nostra intenzione smuovere le coscienze dei giornalisti, atrofizzate da un regime che la prima libertà che ha abolito e seppellito è stata la libertà di stampa, quella vera.

Il nostro dovere è invece quello di smascherare i fautori di massacri fatti in nome della “democrazia”, del “progresso”, della “libertà”, della “pace” semplicemente per evidenziare come non solo quelli non sono i metodi e i mezzi con cui si raggiungeranno così grandi obiettivi, ma al contrario sono i metodi che i rapinatori di risorse e ricchezze naturali, nonché i fautori dello sfruttamento umano da sempre usano per arricchirsi a scapito delle classi più deboli. Anche qui niente di nuovo. C’è chi sfrutta lo sfruttabile e immagazzina ricchezze enormi e chi è costretto ad una vita di stenti.

Libertà, pace, democrazia per il vocabolario della classe dominante ha un unico significato: potere terroristico con l’unico scopo di accumulare ricchezza, in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo.

“Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato pace” scriveva qualcuno un po’ di tempo fa.

In Iraq, grazie alla Resistenza di quel popolo, non ci sono ancora riusciti. Non ci riusciranno, lo speriamo fortemente, per molti motivi.

Con il cuore colmo di orrore e di dolore per i morti di fosforo bianco di Fallujah.

Con gli occhi gonfi di rabbia. A fianco del popolo iracheno.

Vi invitiamo a partecipare alla proiezione di

«LA STRAGE NASCOSTA»
(video-reportage di Rainews 24)
Mercoledì 7 dicembre 2005 ore 21
c/o Centro di Iniziativa popolare – P.tta San Gaetano, Schio (Vi)
prr informazioni
EMAIL: redstar1982@libero.it - cell. 3407717739 folletto_rosso@libero.it - cell.3482900511

BRIGATA STALINGRADO – ASSOCIAZIONE I° MAGGIO

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