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Paraguay - Operazione Condor: una ferita italiana

(2 Dicembre 2005)

La Commissione Verità e Giustizia, insediata dal parlamento paraguaiano nel 2004, ha il compito di raccogliere la testimonianza delle vittime della dittatura, localizzare le fosse comuni dove sono stati sepolti i desaparecidos, creare una banca del Dna e pubblicare un Rapporto Finale su tutte violazioni dei Diritti Umani commessi dal regime.

Il lavoro della Commissione è stato boicottato dai settori più conservatori che occupano posti strategici nel governo attraverso la riduzione del 50% dei finanziamenti previsti e si trova in conseguenti difficoltà attuative.

La dittatura di Alfredo Stroessner, che oppresse il Paraguay dal 1954 al 1989 e che ospitava nel Paese criminali nazisti come Joseph Mengele e Martin Boermann, ha avuto un ruolo chiave nel funzionamento dell’Operacion Condor un’alleanza tra le dittature del Sud America che prevedeva lo scambio e l’eliminazione di tutti gli oppositori politici.

La Commissione Verità e Giustizia indaga inoltre sul caso della giovane studentessa italiana Marta Landi Gill scomparsa in Paraguay insieme al suo compagno italo-argentino Alessadro Logoluso. Secondo un documento trovato nell’Archivio della Polizia segreta paraguaiana, la giovane coppia dopo essere stata arrestata e torturata ad Asuncion (capitale paraguaiana) il 26 marzo del 1977 abbandona il Paraguay a bordo di un bi-reattore dell’Esercito argentino con destinazione Buenos Aires. Dei due italiani non si seppe più nulla, nonostante le ricerche dei genitori di Marta che dall’Italia si recarono in Paraguay per avere notizie della figlia e seguire le indagini compiute dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani. Secondo testimonianze raccolte dalla Commissione per la Verità e Giustizia, i due giovani italiani non arrivarono mai a Buenos Aires e vennero gettati in mare insieme ad altri prigionieri politici consegnati ai militari argentini dalla polizia paraguaiana
In Italia il pubblico ministero Giancarlo Capaldo della Procura di Roma sta indagando su questo caso e su altri italiani scomparsi nell’ambito dell’Operacion Condor. Molti di loro erano sotto la protezione dell’Alto commissariato per le Nazioni Unite ma il Condor non si fermava certo di fronte a tali dettagli.

In un decennio scomparvero circa quarantamila persone, vittime delle dittature militari del Cono Sur che, per fermare ogni possibile opposizione, decisero di annientare intere generazioni.

L’ARCHIVIO DEL TERRORE

Nel 1992, in Paraguay, dopo 35 anni di dittatura del generale Alfredo Stroessner, figlio di un ufficiale nazista, fu scoperto il più importante Archivio delle varie dittature militari che nella decade degli anni 70 hanno insanguinato il Cono sur. L’Archivio, praticamente intatto, fu scoperto dal premio nobel alternativo per la pace Martin Almada (vedi intervista su http://www.selvas.org/InterMartinAlmada.html) sequestrato nel 1974 dalla polizia del regime di Stroessner e liberato nel 1977 dopo una vasta campagna internazionale. In questo archivio depositato frettolosamente pochi giorni dopo la caduta di Stroessner in un sotterraneo della polizia di Asuncion furono accumulati i documenti della depravazione e dell’orrore delle dittature latinoamericane. In quelle stanze venne alla luce la storia reale e non quella ufficiale delle dittature, con il loro carico di torture, repressione e morte.

IL CONTENUTO

L’archivio contiene centinaia di migliaia di documenti, materiale fotografico, audio e migliaia di verbali e foto segnaletiche nei quali sono registrati i dati, le dichiarazioni, le indagini nei confronti di ognuna delle migliaia di vittime passate attraverso il calvario della persecuzione. Attraverso un’organizzazione spietata e tentacolare, l’Archivio svela la struttura gerarchica dei responsabili della macchina repressiva; dal semplice informatori, spioni infiltrati, poliziotti e torturatori, ai capi zona ai commissari, agli alti ufficiali fino a giungere al dittatore. Un libro nero del terrorismo di stato dove la responsabilità suprema dei capi, non cancella la colpa dei subordinati che non si opposero alle numerose e indescrivibili atrocità.

LE PROVE DELLA OPERACION CONDOR

L’Archivio inoltre contiene le prove cartacee dell’esistenza dell’ “Operacion Condor”, una trama multinazionale del terrore organizzata a partire dagli anni settanta con il sostegno della Cia dalle varie dittature militari di Cile, Brasile, Argentina, Uruguay e Bolivia, con la finalità di coordinare i servizi segreti dei del Sudamerica in una colossale azione repressiva e sistematica di qualsiasi forma di dissenso e di opposizione. Esuli politici in fuga da Cile o dall’Argentina potevano essere individuati, sequestrati e fatti scomparire in Paraguay o in Brasile nella più totale segretezza e impunità. In questo modo per esuli e dissidenti politici in Americalatina non vi fu, tranne poche eccezioni, alcuna via di scampo.

In questa alleanza del crimine trovarono la morte tra i tanti, Bernardo Leighton segretario della D.C. cilena ferito gravemente a Roma dal neofascista Concutelli nel 1975, il generale Carlos Pratt, capo di stato maggiore dell’esercito cileno, ucciso a Buenos Aires nel 197, il ministro degli esteri del governo cileno di Salvador Allende, Osvaldo Letelier, ucciso da una autobomba a Washington nel 1976. L’Archivio del terror contiene le prove che fascisti italiani, nazisti tedeschi, terroristi croati, anticomunisti argentini, sicari boliviani e genocidi cileni coinvolti in violazione dei Diritti Umani, in traffici di armi, spionaggio, operazioni repressive e criminali, scelsero il Paraguay come loro rifugio, e in quel Paese furono accolti dalle più alte autorità, come eroi e combattenti per la libertà.

a cura di Manfredo Pavoni Gay

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