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(24 Giugno 2024)
In questi giorni, più per imbarazzo che per sincera commozione, sta tenendo banco sui media la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano di Latina che ferito gravemente invece di essere soccorso è stato scaricato in strada dal padrone aguzzino.
Il feroce omicidio di Satnam ha messo in piena luce le condizioni di sfruttamento e oppressione prossima allo schiavismo in cui vivono centinaia di migliaia di proletari “irregolari” e perciò sottoposti al più brutale ricatto padronale.
Il recente "scoop" giornalistico secondo il quale lo stesso “datore di lavoro” (ladri di plusvalore, bisognerebbe chiamarli) risulterebbe già indagato da cinque anni per caporalato, mostra il putridume di un sistema in cui la vita umana viene sistematicamente sacrificata sull’altare del profitto, con tutti gli attori a recitare la loro parte.
Ci sono gli agrari piccoli e medi, che sfruttano a sangue i braccianti (immigrati o nativi che siano), subalterni alla grande borghesia capitalista di cui sono spesso il braccio violento.
Ci sono gli industriali, che hanno già sentenziato che solo al nord serviranno più di due milioni di lavoratori stranieri per garantire livelli di profitto adeguati.
Ci sono i media mainstream, che contribuiscono a confondere le acque e redistribuire colpe e responsabilità individuali agli occhi dell'opinione pubblica.
C'è l’opinione pubblica, che non è certo proletariato, la quale si divide tra chi si indigna dimenticando i 3-4 omicidi quotidiani sul lavoro e chi si chiede cosa ci fosse venuto a fare Satnam a lavorare da “irregolare” in Italia.
C'è il governo Meloni che dopo aver varato decreti infami anti-migranti parla di "atti disumani" e fa finta di chiedere pene esemplari, come non sapesse che Satnam era la classica vittima della sua demagogia sciovinista e razzista e che, rifiutandosi di istituire il reato di omicidio sul lavoro, fa sì che i colpevoli riceveranno una blanda condanna con i benefici di legge.
C’è la sinistra borghese che per lunghi anni ha discriminato fra migranti “legali” e “illegali” cianciando di “integrazione” mentre si ampliava l’esercito di forza-lavoro irregolare (3 milioni in Italia).
Ci sono i capi sindacali collaborazionisti che continuano a dividere i lavoratori per sigla e a indire rituali scioperetti locali.
C'è la magistratura che si muoverà con i suoi tempi e modi, applicando come al solito due pesi e due misure quando si tratta di capitalisti e di lavoratori sfruttati.
Ma ci sono anche i proletari: gli unici che mobilitandosi, unendosi, organizzandosi e acquisendo la coscienza rivoluzionaria di classe hanno il compito di costituirsi in Partito comunista per conquistare il potere e annientare il dominio borghese, strappare fabbriche, terre e allevamenti ai padroni, socializzarli e costruire una nuova società umana e solidale.
Siamo a fianco dei braccianti immigrati che martedì 25 giugno 2024 saranno in sciopero e in piazza manifestando tutta la loro rabbia contro lo sfruttamento e i crimini padronali.
Socialismo o barbarie!
Giugno 2024
Militanza Comunista Toscana
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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