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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
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(Di lavoro si muore)

SICUREZZA E SALUTE DEL LAVORO E MEMORIA STORICA: MARCINELLE, 8 AGOSTO 1956, UNA “CATASTROFA” ANNUNCIATA

(7 Agosto 2024)

marcinelle

AGOSTO 1956, la strage su lavoro nella miniera di MARCINELLE in Belgio, con bilancio finale di 262 morti, di cui 136 di emigrati italiani. Causa dell’ennesima STRAGE ANNUNCIATA PER LE CARENZE DI PREVENZIONE E DI CONTROLLO, definita la “CATASTROFA” nel linguaggio ibrido dell’epoca tra i migranti, un incendio scoppiato a quota 975 della miniera, nel distretto carbonifero di Charleroi. I minatori morirono a causa di un banale e prevedibile incidente, dovuta alla mancata applicazione di semplici misure di protezione, dalla disorganizzazione che utilizzava e sfruttava, allora come oggi la forza lavoro emigrata, messa in competizione tra le diverse nazionalità ed etnie e con lavoratori-trici italiani, una merce umana di scambio, per accordi internazionali (tra i Governi belga e italiano, forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone, l’ORO NERO dell’epoca), per la "ripresa economica”, per ottenere o mantenere inalterato, il profitto di pochi, a danno di tanti-e.

Dopo 68 anni da quella strage sul lavoro, malgrado il livello elevato di innovazione tecnologica, la normativa europea e italiana (articolo 2087 del codice civile, l’articolo 9 della Legge 300 1970) attuale e solo potenzialmente idonea (D. Lgs. 81/2008 e le tante direttive europee su salute e sicurezza), SI MUORE ANCORA SUL LAVORO E …DA LAVORO SALARIATO.

Il nostro paese ha ancora il primato di morti, infortuni sul lavoro (quelli denunciati e certificati in modo ufficiale, che non sono la totalità di quelli che realmente avvengono), anche “in itinere”, accaduti specie durante il percorso di ritorno dal lavoro quando si è più stanchi e affaticati da ritmi pesanti, con condizioni di lavoro compreso stress da lavoro correlato e microclima ambientale non idonee, con un aumento di malattie professionali e…la siccità e il caldo che ti fanno star male per tenere alti i ritmi di produttività, nelle fabbriche, nell’edilizia, come nei campi e in agricoltura, o negli uffici e servizi pubblici e privati, comprese le CASE DI RIPOSO E LE RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI (già martoriate ai tempi della pandemia), NEGLI OSPEDALI, negli Uffici pubblici, non solo nei cantieri, nei campi o nelle fabbriche o nel settore ferroviario. NESSUNA FASCIA DI ETA’ OD ORIENTAMENTO SESSUALE, ETNIA, E’ RISPARMIATA, nemmeno per chi fa gli stage da studente e la famigerata ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, di cui si continua a chiedere l’eliminazione come forma di sfruttamento fino alla morte, di giovani e di forza lavoro…in formazione apprendistato compreso.

UNA STRAGE INFINITA CHE NON TROVA SOLUZIONI TAMPONE, nemmeno inasprendo sanzioni o istituendo reati penali e fattispecie specifiche…tanto i padroni e la stessa magistratura, alla fine dopo anni di inchieste, accordano una sorta di IMPUNITA’ a chi sfrutta il lavoro salariato, padroni pubblici e privati, legittimando come nel nuovo codice degli appalti del 2023, o nelle disposizioni governative, carenze di REALI CONTROLLI, permettendo la prosecuzione di comportamenti fuori legge.
Le stesse giuste PROTESTE, GLI SCIOPERI SPONTANEI, NELLE FABBRICHE COME IN AGRICOLTURA, sono ancora un fattore di contrasto, sfilacciato e non coordinato, con un’attenzione di poche minoranze, anche sindacali “di classe”, finalizzata a tenere insieme LA LOTTA PER ADEGUATI AUMENTI SALARIALI, PER CONDIZIONI DI SALUTE E SICUREZZA IDONEE E DIGNITOSE PER LA VITA DELLE PERSONE, CON LA LOTTA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI E LE DISPARITA’ DI TRATTAMENTO “DI GENERE”, che riportano ad una concezione autoritaria, feudale, patriarcale dei rapporti di lavoro, conseguenti a quelli sociali in fase di ristrutturazione e di crisi costante, aggravata da scenari di guerra. Un dominio culturale delle classi dominanti e di chi gestisce il potere anche a livello istituzionale, approfittando dello smantellamento dell’istruzione pubblica, di massa, riducendo a mera testimonianza, il sapere critico e collettivo, la stessa formazione delle giovani generazioni, la futura forza lavoro da sfruttare e sottomettere.

Fino a che la SALUTE SARA’ CONSIDERATA UNA MERCE, LA SICUREZZA UN “COSTO da ridurre, abbattere, o contenere” per mantenere profitti e utili, sulla pelle di chi lavora, la strada sarà ancora lunga da percorrere. COME A MARCINELLE 68 ANNI FA, OGGI IN ITALIA E NELLA “CIVILE EUROPA” dilaniata da conflitti etnici e da guerre per il controllo delle materie prime e delle risorse energetiche, rimane VALIDA E ATTUALE LA PRATICA della “LOTTA DI CLASSE”, la pratica che abbiamo ereditato dai fondatori dell’Usi nel 1912 PER questo manteniamo vivo il RICORDO anche DELLA STRAGE DI MARCINELLE, poiché ancora oggi più del passato, è necessario sviluppare L’AUTORGANIZZAZIONE SINDACALE E SOCIALE, SUI POSTI DI LAVORO E SUI TERRITORI, come pratica quotidiana solidale e internazionale.
Così come diventa importante, continuare l’attività per una cultura estesa e di massa sulla SALUTE E SULLA SICUREZZA, con INIZIATIVE DI PREVENZIONE, INFORMAZIONE, DI FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO, COORDINANDO E COLLEGANDO LE LOTTE nei vari settori, SCEGLIENDO O FACENDO ELEGGERE I RAPPRESENTANTI DI LAVORATORI-TRICI SUL LAVORO (art. 47 D. Lgs. 81/2008) O METTENDO IN PIEDI I COMITATI TERRITORIALI (E INTERAZIENDALI) già PREVISTI DALL’ARTICOLO 9 DELLA LEGGE 300/1970, secondo l’intreccio lavoro-salario-salute e sicurezza-contrasto alle discriminazioni di genere, mettendo in conto e in preventivo, quello che la reazione padronale e governativa attua a fini repressivi e di criminalizzazione, per stroncare o ridurre ai margini, qualsiasi tentativo di opposizione.

Come si diceva anche negli incontri internazionali, ai quali abbiamo partecipato dando i nostri contributi di esperienza e di informazione, dobbiamo LOTTARE UNITI PER UN ALTRO FUTURO...ENSEMBLE, POUR UN AUTRE FUTUR. CONTINUONS LE COMBAT.



Usi Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912 e ricostituita segreteria nazionale collegiale Cuneo/Rimini/Caserta/Roma ed esecutivo nazionale

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