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(10 Settembre 2024)
Siamo oramai a quasi un anno dall’inizio della mattanza perpetrata da Israele nei confronti del popolo palestinese. Oltre 40 mila morti, in larga parte bambini e donne, la pressocchè totale distruzione di Gaza, e ora l’intensificazione delle operazioni anche in Cisgiordania stanno ulteriormente confermando la secolare strategia genocida dello stato sionista.
In tutto il mondo abbiamo assistito in questi mesi a un ondata di mobilitazioni senza precedenti in sostegno alla causa del popolo palestinese, per la richiesta di un immediato cessate il fuoco e soprattutto la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi.
Il massacro avvenuto a Gaza e in tutta la Palestina rappresenta oggi la punta più avanzata di una tendenza alla guerra su scala globale: in Ucraina è in corso un conflitto che continua a mietere migliaia di vittime da ambo i lati, nel mentre decine di guerre “per procura” tra grandi e medie potenze si susseguono ai quattro angoli della terra (in primis in Africa e Medio oriente).
L’imperialismo occidentale, in larga parte governato da esecutivi ultra-sionisti, sotto l’egida della NATO e la complicità attiva dell’UE è il principale fomentatore dei venti di guerra in tutto il mondo: i governi dei padroni alimentano la spesa bellica, sostengono la logica dell’arruolamento, presentano la corsa al riarmo come necessaria e ineluttabile facendo leva su una propaganda del “nemico esterno” alimentata ad hoc dai media asserviti. Ciò che vogliono in tutti i modi nascondere è la vera causa delle guerre: il saccheggio delle risorse e il dominio di aree ritenute strategiche per il capitale.
Attraverso le guerre l’Occidente democratico tenta di contrastare la sua perdita di peso e di influenza a livello mondiale.
Il governo Meloni è pieno rappresentante di questa tendenza e della volontà dell’Italia di ricoprire uno status centrale dentro lo scacchiere bellico. L’alibi del nemico esterno è funzionale ad intensificare l’offensiva contro il “nemico interno”, da un lato attraverso politiche di lacrime e sangue per i proletari, dall’altro attraverso la repressione sistematica di ogni forma di dissenso sociale, sindacale e politico. Il Ddl sicurezza 1660 va esattamente in questa direzione ed è tutto dentro la cornice della guerra e dell’economia di guerra: Il governo Meloni in Italia vuole provare a stroncare ogni possibile opposizione alle guerre e al peggioramento delle condizioni di vita, inasprendo le pene verso chi sciopera, chi lotta per il diritto all’abitare o contro la devastazione sociale e ambientale. Come già è stato reso chiaro nell’ultimo anno con la carcerazione di attivisti contro la guerra e le misure cautelari verso chi ha lottato al fianco del popolo palestinese, si vuole mettere fuori legge con pene severe chi si oppone alle strategie belliche dell’Italia e di questo governo.
La spinta proveniente dalle piazze che in tutto il mondo hanno visto protagoniste migliaia di organizzazioni e milioni di oppressi/e contro il genocidio a Gaza è oggi l’unica risposta possibile e necessaria alla catastrofe incombente. In tutto il mondo si solleva un grido di rabbia contro il massacro in Palestina e contro le tutte le guerre, che è al tempo stesso un grido di sostegno alla straordinaria resistenza palestinese. L’unico argine ai piani di morte e distruzione del capitale di tutte le latitudini è l’organizzazione di tutti/e gli sfruttati/e della terra per la costruzione di un mondo libero dal sistema di relazioni economiche e sociali capitalistico. Bisogna porre fine alle guerre che gli sfruttatori portano avanti sulla nostra pelle, sulle nostre spalle e con le nostre tasche.
Per questo il 5 Ottobre saremo in piazza a Roma sostenendo la chiamata dei Giovani Palestinesi e aderendo convintamente alla giornata di mobilitazione da loro promossa. Saremo a Roma convinti che il sostegno alla causa del popolo palestinese è l’unico modo per fermare il genocidio, per sostenere la liberazione di un popolo oppresso e umiliato da un secolo, per costruire insieme un fronte contro tutte le guerre.
Lo faremo con lo spezzone della rete “Liberi/e di Lottare” per unire, in questa giornata fondamentale, la complicità alla resistenza del popolo palestinese alla necessaria opposizione al governo della guerra targato Meloni e a questo liberticida pacchetto sicurezza.
Uniamo tutti gli sfruttati e le sfruttate della terra contro un nemico comune: i padroni e i governi capitalistici di tutto il mondo.
Al fianco della lotta di liberazione del popolo palestinese;
contro il colonialismo d’insediamento sionista, per la liberazione della Palestina dal fiume al mare;
contro entrambi gli schieramenti in guerra in Ucraina;
contro il governo della guerra di Giorgia Meloni;
per una società senza sfruttamento e guerre.
Palestina Libera! Proletari di tutti i paesi, uniamoci!
Laboratorio Politico ISKRA
Movimento di lotta Disoccupati “7 Novembre”
SI Cobas Napoli e Caserta
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria
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