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(8 Dicembre 2005)
La riforma del Tfr entrerà in vigore dal primo gennaio 2008. L'obiettivo, secondo il Governo, è quello di far decollare la previdenza complementare per far ottenere ipotetiche “maggiori prestazioni” ai futuri pensionandi. Ecco nel dettaglio i contenuti del provvedimento.
Silenzio assenso. Dal 2008, scatteranno i 6 mesi per il silenzio-assenso. I lavoratori avranno tempo cioè fino al 30 giugno 2008 per decidere se far confluire il proprio Tfr nei fondi pensione o lasciarlo presso il proprio datore di lavoro come previsto ora. Il mancato pronunciamento verrà interpretato come un consenso e la liquidazione maturanda sarà versata nella forma prevista dai contratti collettivi, a meno di un diverso accordo aziendale.
PER I DIPENDENTI PUBBLICI l’istituzione dei fondi pensione è rinviata ai contratti nazionali (art. 3 comma 2), fino ad oggi l’unico fondo esistente è il Fondo Espero del comparto scuola.
Anzi la presenza di fondi di previdenza complementare per il pubblico impiego era già prevista dall'Accordo Nazionale Quadro del 29-7-1999, e nel tempo vi sono state diverse sollecitazioni da parte sindacale affinché vengano istituiti al più presto.
È chiaro quindi che da parte dei sindacati Confederali non esiste un opposizione di principio ai fondi pensione, anzi sono favorevoli e ne sollecitano la creazione, quindi la partita è solo rinviata a data da destinarsi.
Contributo del datore di lavoro. Un contributo del datore di lavoro, in misura dell'1%, è previsto in aggiunta al Tfr. Ma il lavoratore perde diritto al contributo se sceglie di passare ad un'altra forma di previdenza, ad esempio le polizze delle assicurazioni.
Anticipazioni. Si può chiedere fino al 75% di anticipazioni sul Tfr in qualsiasi momento per spese sanitarie, oppure dopo 8 anni per l'acquisto della prima casa per sé o per i figli.
Due anni per cambiare idea. Dopo due anni dall'iscrizione al Fondo, il lavoratore ha diritto alla portabilità dell'intera posizione individuale e può cambiare quindi fondo. Ma attualmente nella legge non è previsto il ritorno al Tfr.
Imposte sulle prestazioni. Sulla parte imponibile delle prestazioni pensionistiche erogate dai fondi integrativi, l'imposta è del 15% con una riduzione di 0,30% per ogni anno di partecipazione al fondo oltre il quindicesimo anno (con un limite di sei punti di riduzione).
Accesso al credito. Le imprese, soprattutto le medio piccole, sarebbero penalizzate dallo smobilizzo del Tfr. E' previsto quindi un meccanismo di accesso al credito delle banche per l'importo di Tfr versato ai fondi (tasso: Euribor a 6 mesi più il 2%). Ma dovranno rispondere ad alcuni requisiti. Il primo riguarda la contabilità ordinaria e cioè il patrimonio netto non dovrà essere inferiore al 5% del passivo e gli ultimi due bilanci approvati non dovranno prevedere oneri finanziari superiori al 5%. Il secondo requisito è relativo invece alla contabilità semplificata: le imprese dovranno garantire di aver raggiunto un utile o pareggio di bilancio negli ultimi due esercizi prima della richiesta del credito.
Moratoria per le imprese. Per le imprese che non possono ricorrere agli strumenti di accesso al credito, ci potrebbe essere una moratoria di 1 anno, e cioè dal primo gennaio 2009.
Fondi. I fondi previsti e che ammontano a 700 milioni di Euro per il 2006 e il 2007 resteranno comunque nel "sociale" dopo lo slittamento della riforma. Ad esempio, ha ipotizzato il ministro Maroni, si potrebbero soddisfare alcune delle richieste avanzate dall'Anmil (l'associazione invalidi e mutilati sul lavoro) che "pur condivisibili, finora non avevano copertura".
Le reazioni sindacali e del Centro-Sinistra
I leader sindacali e i politici di spicco del Centro-sinistra, come cani rabbiosi cui è stato sottratto l'osso, si sono scagliati contro il testo del Governo.
Ma la loro rabbia non è per l'approvazione della legge, e quindi contro lo scippo del Tfr, ma è un disappunto per il ritardo di due anni dell'applicazione. Abominevole.
Fausto Bertinotti (Rifondazione Comunista). "L'unica cosa che fa il governo è rinviare: lo ha fatto anche oggi per la riforma del Tfr che inizierà dopo il 2008, cioè dopo l'ulteriore taglio alle pensioni previsto dal governo". Il rinvio del governo, secondo Bertinotti, è doppiamente sbagliato perché "siamo in una condizione in cui ci sarebbe bisogno invece di dare il diritto di scelta ai lavoratori su questo che è semplicemente salario differito".
Guglielmo Epifani (Segretario CGIL). "Non è affatto una buona soluzione quella del rinvio: è l'ennesima presa in giro che rafforza le ragioni dello sciopero generale. … è una vera presa in giro a danno dei lavoratori e in particolare di quelli più giovani. Dopo una lunga trattativa e anche difficili mediazioni tra interessi diversi, il governo, anziché far partire la riforma dal primo gennaio 2006, cosa indispensabile per integrare le pensioni pubbliche, non ha trovato altro compromesso che quello del rinvio. … Se il centrosinistra dovesse vincere le elezioni anticipi l'entrata in vigore della riforma con pochi correttivi, perché per 8/10 quella è una buona legge" il testo completo dell'intervista è su "la Repubblica" del 25 novembre.
Francesco Rutelli (Margherita). "è l'ennesima riforma a futura memoria. Si è sempre detto che le riforme devono essere innanzi tutto tempestive. Non mi pare che questa scelta vada nella direzione giusta …"
Piero Fassino (Ds). "L'Italia è l'unico paese al mondo in cui il governo presenta come grande successo il rinvio di due anni di un provvedimento considerato essenziale".
Savino Pezzotta (Segretario CISL). "è indecorosa e non risponde alle reali esigenze dei lavoratori che da 10 anni aspettano di avere il secondo pilastro della previdenza …"
Fausto Durante (Fiom-Cgil). "Una volta di più il Governo di Centrodestra si è preso gioco dei lavoratori. Il significato sostanziale delle decisioni assunte oggi dal Consiglio dei Ministri in materia di trattamento di fine rapporto e di previdenza complementare è il rinvio di un provvedimento più volte annunciato e che viene invece scaricato sui futuri Governi. Il fatto è che anche in questa materia il conflitto di interessi risulta essere la vera piattaforma strategica cui si ispira l'azione dell'Esecutivo. La relativa novità scaturita dalla riunione svoltasi oggi a Palazzo Chigi è che non solo Berlusconi, ma anche Maroni ha mostrato di essere schiacciato in una posizione di sudditanza nei confronti delle grandi compagnie assicurative".
Giuliano Poletti (presidente Legacoop) "Finalmente la fantasia è al potere. Dopo la commedia del rinvio alle Commissioni Parlamentari - prosegue Poletti - il Governo ha dovuto prendere atto che gli indirizzi proposti unitariamente dalle parti sociali non potevano essere messi da parte per andare dietro ad interessi particolari". "Peccato che, all'ultimo momento, sia mancato il coraggio di assumere una decisione di efficacia immediata per una questione che lo stesso Governo aveva sempre posto come uno dei cardini del proprio programma". "L'indecisione del Governo - conclude - si traduce in un danno grave per i lavoratori, per le imprese già impegnate a contribuire ai fondi pensione, senza poter fruire delle più volte annunciate compensazioni sul costo del lavoro e delle facilitazioni di accesso al credito, e ritarda lo sviluppo di soggetti importanti per il rafforzamento del mercato finanziario".
Luigi Angeletti (Segretario UIL). "Il testo è buono e rispecchia le intese, il ministro Maroni ha mantenuto i patti ma con la proroga ci fanno perdere due anni". "Francamente - aggiunge Angeletti - siamo parzialmente soddisfatti".
Antonino Regazzi (Uilm). "Perplessi e delusi". È questo il pensiero di Antonino Regazzi, "leader" delle tute blu della Uil che fotografa lo stato d'animo del sindacato metalmeccanico in merito allo slittamento del provvedimento sul Tfr al 2008, approvato dal governo. "Oggi l'esecutivo - ha aggiunto Regazzi - poteva rimediare alla figuraccia incassata dopo i continui rinvii del provvedimento in Consiglio; invece, si è esibito nell'approvazione finale di un magistrale differimento. Si tratta di una scelta irresponsabile che prova come questo governo non riesca ad essere autonomo dalle pressioni dei grandi gruppi privati"
Queste rivoltanti affermazioni, dimostrano chiaramente che Centrosinistra e Sindacati Confederali sono favorevoli allo scippo del Tfr, anzi dopo aver attivamente sostenuto le riforme Amato, Dini e Prodi che di fatto hanno decurtato di circa il 30% le rendite pensionistiche, hanno istituito il sistema "contributivo" e innalzato l'età pensionistica non vedono l'ora di mettere le mani sulla torta dei fondi pensioni.
Organizziamoci nei posti di lavoro per lottare:
Contro lo scippo del TFR/TFS;
Per avere pensioni dignitose;
Contro le riforme Amato, Dini, Prodi e Berlusconi.
Centrodestra e Centrosinistra ancora una volta si dimostrano uguali nell'arte di derubare i lavoratori!
Aderiamo al Comitato contro lo scippo del Tfr
www.controloscippodeltfr.org
COLLETTIVO PRENDIAMO LA PAROLA
lavoratori del Comune di Milano
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