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Il “sabato fascista” di Bombassei

Tute blu, il vicepresidente di Confindustria pretende la flessibilità selvaggia e unilaterale nel giorno di ripresa del confronto sul rinnovo

(8 Dicembre 2005)

Diciamo nettamente no alla posizione di Bombassei. Su quelle basi il contratto dei metalmeccanici non si fa». Così Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale della Fiom, dopo l’intervista comparsa ieri sul “Sole 24 ore” del vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei, sul “sabato lavorativo”. C’era da giurarlo, nello stesso momento in cui il confronto sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici imbocca il rettilineo finale - ieri le parti si sono viste fissando al 13 dicembre la data della trattativa “no-sop”, mentre Fim Fiom Uil il giorno terranno la segreteria unitaria - la Confindustria prova a condizionare la ricerca delle soluzioni attraverso una regia parallela. In pratica, gli imprenditori vogliono tornare alla flessibilià selvaggia dell’orario di lavoro e passare come un rullo compressore su qualsiasi ipotesi di contrattazione.

E lo fanno tentando di usare, come sottolinea Bombassei, anche il contratto delle Tlc, fresco fresco di firma, che prevede la possibilità dell’annualizzazione dei recuperi” dell’orario di lavoro. Quello che interessa Bombassei, e lo stesso Montezemolo che ieri si è più volte richiamato nel corso del suo discorso all’Unione industriali di Roma alla necessità di superare i “tabù sindacali”, non è né contratto delle Telecomunicazioni nè il “sabato fascista” come specifica il Censis interessa già il 30% dei lavoratori italiani), bensì spuntare il massimo della flessibilità unilaterale, ovvero non contrattata con le rappresentanze sindacali.

Non solo, ma la formulazione usata dal vicepresidente della Confindustria lascia chiaramente intendere che il contratto delle tute blu si potrà chiudere solo a queste condizioni, quindi con uno scambio tra aumenti salariali e flessibilità sull’orario. «Non siamo disponibili - ha detto Cremaschi al congresso provinciale della Fiom di Novara - a pagare l’aumento di salario con il peggioramento delle condizioni di lavoro.

E’ falso che i metalmeccanici italiani lavorino di meno, anzi in Europa sono quelli che lavora- no di più». Cremaschi critica anche l’accordo delle Tlc: «La soluzione delle telecomunicazioni sugli orari è per noi negativa e inapplicabile. Starà ai lavoratori delle telecomunicazioni giudicare quel contratto, ma per i metalmeccanici non va proprio bene». Critiche contro Bombassei sono arrivate anche dal segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini e dalla segretaria nazionale della Cgil Carla Cantone. Secondo il primo, «il vicepresidente di Confindustria vuole la cancellazione di una contrattazione degna di questo nome su una questione decisiva come quella dell’orario di lavoro».

«Se Bombassei pensa che questo possa essere oggetto di scambio - aggiunge Rinaldini - si sbaglia. La dignità dei lavoratori non è comparabile con gli euro dell’aumento ». Carla Cantone aggiunge: «Se lo tolga dalla testa». Diversamente dalla Cgil dalla Fiom, la Cisl sembra voler accettare il terreno di confronto imposto dalla Confindustria. «Bombassei, che persona concreta e responsabile - sottolinea il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni - non può ignorare che la vera questione sindacale non potrà mai prescindere da maggiori tutele e più salario proprio per chi è più flessibile».

Sul piano più concreto della trattativa sindacale che riguarda le tute blu, ieri i tre sindacati di categoria sono usciti dall’incontro dichiarando quattro ore di sciopero da effettuare a livello articolato. Gli industriali hanno proposto aumenti medi calcolabili in circa 70 euro, mentre sono disponibili a dare i 25 euro previsti dalla piattaforma solo per quei lavoratori che hanno in busta paga i minimi contrattuali (che quindi non fanno contrattazione aziendale ma non possono contare neanche su superminimi individuali).

Sul capitolo flessibilità, in particolare gli industriali chiedono maggiore libertà nell’utilizzo delle 64 ore già previste dal contratto del 1999 per l’orario plurisettimanale (con la possibilità di settimane corte o lunghe a seconda dei picchi di lavoro) ad esempio eliminando le causali (adesso è possibile utilizzarle solo per le aziende stagionali e quelle di montaggio e istallazione) e rendendole esigibili (limitando la negoziazione con le Rsu) e anche la possibilità per i lavoratori di fare lo straordinario il sabato su base volontaria. Al momento il sabato di straordinario viene retribuito il 50% in più rispetto alla paga normale (lo straordinario nei giorni feriali viene pagato il 25% in più) mentre il sabato all’interno dell’orario plurisettimanale è pagato solo il 15% in più (perché non aumenta il numero totale di ore lavorative essendo recuperato con un giorno riposo nelle settimane di produzione meno intensa).

Fabio Sebastiani (Liberazione 7 Dicembre 2005)

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