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(Contratto Metalmeccanici)

Caro Cremaschi, sono flessibilità contrattate

IL Dibattito sulle Tlc

(10 Dicembre 2005)

Nell'intervento pubblicato ieri dal manifesto, Cremaschi fa bene a sostenere che le soluzioni adottate dall'ipotesi di accordo del contratto delle telecomunicazioni siano «inaccettabili per i metalmeccanici». Si tratta, infatti, di due categorie diverse, l'una industriale e l'altra dei servizi. Non è poco. Se Bombassei non fosse ancora attardato dentro un'altra fase politica, quella degli accordi separati e del Patto per l'Italia, dovrebbe ragionevolmente concordare, e invece l'unica tentazione che lo domina è quella di tirare il freno a mano per impedire che il rinnovo del contratto dei meccanici possa inaugurare il punto di svolta, la sanzione definitiva del fallimento di quella politica. Detto questo, e in amicizia, è necessaria qualche risposta e qualche puntualizzazione all'intervento di Cremaschi.

Provo ad usare la raffica: il contratto delle tlc, è vero, allunga a sei mesi la durata media dell'orario e non siamo i soli ad averlo fatto, ma l'articolazione giornaliera e settimanale sarà oggetto di esame con le Rsu, e questa è una norma che esiste fin dal contratto del duemila e che non è stata modificata. Quanto alle cosiddette 48 ore di preavviso alle Rsu per la richiesta di cambio turno, anche questa è una norma del contratto del 2000 e ci siamo incaricati, con questo rinnovo, di specificare le causali, poiché prima erano generiche. Un passo avanti, spero converrà Cremaschi.

E' vero che vengono meno i limiti trimestrali allo straordinario. Ma il problema duro che abbiamo nelle tlc non è rappresentato dalla durata dell'orario settimanale - più della metà della categoria ha un orario contrattuale in media di 38 ore alla settimana - e nemmeno quello degli straordinari, giacchè la tendenza è all'aumento dei part time, ma quello del lavoro a turni. Vorrei anche dire che con questa ipotesi di accordo allunghiamo da otto a undici le ore l'intervallo tra un turno e l'altro, respingendo così la richiesta di deroga e riconsegnando alle Rsu la contrattazione effettiva degli orari e dei turni. E' questo il cuore del nostro problema e così abbiamo risposto contenendo le flessibilità reali. Non mi sembra poca cosa nella gestione delle flessibilità.

Potrei anche dire, ma lo ricordo a Bombassei, che con questo contratto abbiamo aggiornato i profili professionali e ne abbiamo creati di nuovi; alla fine saranno circa quindici mila i lavoratori che otterranno la qualifica superiore. Così come, nella parte che riguarda l'apprendistato, abbiamo ottenuto almeno il 70% delle riconferme per assumere nuovi apprendisti.

Abbiamo, inoltre, stabilito che una impresa appaltatrice debba presentare, per ottenere un lavoro, le certificazioni Inps e Inail per non rifugiarsi nel facile dumping del lavoro irregolare. Abbiamo guardato ai call center, ai lavoratori spesso fantasma alla mercè dei nuovi avventurieri che si stanno arricchendo con questa attività. Sì, abbiamo scelto i più deboli, quelli che non solo sono soggetti a stress, ma sono anche malpagati. Un contratto è anche fatto di scelte, e qui il vero problema è la destrutturazione del lavoro; ma credo e spero che anche su questo punto Cremaschi convenga.

Vorrei segnalare che queste norme le abbiamo strappate con difficoltà perché non ce ne erano uguali negli altri contratti, edili a parte; siamo stati testardi! Devo però dire che ancora non ho letto la vera obiezione che credo vada fatta a Bombassei: il vicepresidente di Confindustria chiede più ore ai metalmeccanici, mi pare di aver capito attraverso l'aumento dei sabati, e non dice che nel contratto delle tlc non c'è un'ora di lavoro in più. Stranezze!

Quanto al giudizio dei lavoratori, per noi è un obbligo, e così sarà, la consultazione certificata del voto dei lavoratori, liberamente decisa da Slc, Fistel e Uilcom.

Emilio Miceli
Segretario generale Slc Cgil

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