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Sui fatti e sulle reazioni alla contestazione del Job&Orienta

(4 Dicembre 2005)

In merito alle dichiarazioni rilasciate da esponenti politici e del sindacato di polizia (Siulp), in seguito alla manifestazione di contestazione del “Job&Orienta” di venerdì 25/11/2005, apparse sui giornali locali in questi giorni, affermiamo che:

1) Al contrario di quanto sostenuto dal consigliere provinciale dei DS Vincenzo D’Arienzo (da “L’Arena” del 26/11/2005), i manifestanti non avevano nessuna asta e i carrelli non sono stati utilizzati come mezzo di offesa, ma simboleggiavano in maniera creativa la mercificazione del sapere e la condizione di cliente in cui si trova lo studente oggi, anche grazie alle riforme in materia di istruzione fatte dal precedente governo di centrosinistra (Berlinguer, Zecchino). Evidentemente il consigliere D’Arienzo non conosce i fatti, nessuna aggressione vi è stata da parte dei manifestanti, ma sono stati i poliziotti ad esercitare violenza, manganellando gli studenti i quali erano a volto scoperto e a mani nude (come ampiamente documentato dalle foto apparse su “L’Arena” e il “Corriere di Verona”). Sconcerta vedere ancora una volta come i DS impugnino lo slogan della legalità, qualificando come problemi di ordine pubblico le istanze di cambiamento politico che nascono da difficoltà oggettive dovute alle condizioni di vita di componenti della società. Il consigliere D’Arienzo farebbe meglio ad esprimersi nel merito delle questioni politiche che i manifestanti hanno posto, evitando di strumentalizzare politicamente i fatti accaduti affermando peraltro cose false (vedi sopra) e accusando gratuitamente studenti e cittadini. Se l’esponente dei DS avesse a cuore l’interesse dei cittadini dovrebbe ascoltare e considerare i contenuti espressi dai manifestanti.

2) Al contrario di quanto affermato dal Siulp, sindacato di polizia, non si è verificato nessun atto di “guerriglia urbana premeditata” (da “L’Arena” del 26/11/2005) e ci preme ricordare che nessun bastone è stato rinvenuto e che parlare di aggressione da parte dei manifestanti è uno stravolgere la realtà dei fatti. I poliziotti hanno caricato gli studenti che rivendicavano il diritto di entrare al JOB&Orienta. Ricordiamo che la Questura aveva assicurato che almeno ad una delegazione di manifestanti sarebbe stata concessa la possibilità di entrare alla Fiera. A tal proposito riportiamo le parole dell’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan (da “L’Arena” del 27/11/2005) che parla addirittura di un accordo con i sottosegretari Aprea e Sacconi, presenti al JOB&Orienta il 25/11/2005, affermando che “una delegazione degli studenti della manifestazione sarebbe potuta entrare a Job per dire e sostenere le proprie ragioni”. Vorremmo richiamare l’attenzione anche sull’uso improprio dei manganelli da parte di qualche poliziotto che lo impugnava “alla genovese”, ovvero al rovescio utilizzando il manico per colpire, come si può riscontrare dalla foto in prima pagina de ”L’Arena” del 26/11/2005.

3) Riteniamo gravissimo che l’intervento in veste istituzionale dell’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan di Alleanza Nazionale, sulla riforma Moratti all’interno del JOB&Orienta, si sia trasformato in un comizio politico di partito con la partecipazione del consigliere comunale Federico Sboarina, del presidente di Azione Giovani Ronny Veneziani e del presidente di Azione Universitaria Michelangelo Fasoli. Un assessore regionale non deve confondere il ruolo istituzionale con la militanza politica, fatti del genere non devono più accadere. Ci domandiamo anche perché ai manifestanti non è stato permesso di entrare e di esprimere la loro opinione, mentre ad esponenti politici di destra sia stato addirittura concesso di tenere un’iniziativa di partito. Non è nel nostro stile scadere nell’offesa e non cadiamo nella provocazione di chi ha definito i manifestanti in questo modo: “più che rivoltosi erano rivoltanti” (Michelangelo Fasoli da “L’Arena” del 27/11/2005). Riteniamo gravissime le dichiarazioni rilasciate dal presidente di Azione Universitaria Michelangelo Fasoli, il quale afferma, riferendosi agli studenti universitari che hanno preso parte alle mobilitazioni di questi giorni e definendoli impropriamente come “esponenti dei centri sociali e dell’estrema sinistra”, quanto segue: “per dire basta alle loro azioni all’interno dell’università, a Verona, abbiamo già raccolto quasi 1000 firme che consegneremo al Rettore” (da “L’Arena” del 27/11/2005). Questa dichiarazione è inaccettabile ed estremamente preoccupante in quanto rappresenta il tentativo di limitare la libertà di espressione e l’autorganizzazione degli studenti all’interno dell’università.

Le polemiche nate in seguito alla manifestazione di venerdì 25/11/2005 hanno rivolto l’attenzione solamente a ciò che è accaduto all’esterno della Fiera non considerando il “perché” della manifestazione. Nel merito delle motivazioni ci preme ribadire come le riforme in materia d’istruzione degli ultimi anni abbiano dequalificato e parcellizzato la formazione scolastica ed universitaria, così come le riforme in materia di lavoro abbiano reso quest’ultimo sempre più precario. Gli studenti scesi in piazza per contestare il JOB&Orienta denunciavano anche la presenza di uno stand dell’Esercito Italiano con tanto di elicottero, jeep, possibilità di provare a sparare, conoscere le armi, arrampicare, provare ad essere soldatessa o soldato: l’Esercito come opportunità di lavoro. Davanti alle stragi provocate dalla guerra in Iraq a cui l’Italia partecipa come esercito occupante, all’uso delle armi chimiche da parte dell’esercito USA, alla sofferenza del popolo iracheno, senza dimenticare gli altri scenari come il Kossovo e l’Afghanistan i manifestanti ritenevano questa presenza inaccettabile. La cultura non può che essere cultura di pace.

Giovani Comuniste/i di Verona

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