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(Contratto Metalmeccanici)

FIM, FIOM, UILM NAZIONALI-UNITI PER IL CONTRATTO

(30 Dicembre 2005)

Purtroppo non è stato possibile realizzare l’accordo per il biennio contrattuale dei
metalmeccanici prima dell’anno nuovo. Le responsabilità sono unicamente della
Federmeccanica, e della Confindustria, che, nonostante l’atteggiamento aperto e responsabile della delegazione trattante di Fim, Fiom e Uilm, hanno mantenuto chiusure e pregiudiziali inaccettabili.

Infatti la Federmeccanica:

1. Ha sì elevato la sua offerta di aumento sui minimi tabellari a 76 euro al 5° livello, ma non ha sinora preso atto che con cifre di questa dimensione è impossibile realizzare un accordo positivo. Inoltre, dopo un anno dalla scadenza del contratto, non ha dato una chiara disponibilità a un’erogazione una tantum adeguata.

2. Ha sì dichiarato la disponibilità a definire un istituto che compensi quei lavoratori che, per assenza di contrattazione a livello aziendale, hanno i salari più bassi. Ma lo ha fatto individuando come possibili beneficiari dell’aumento solo i lavoratori che sono ai minimi tabellari nazionali. Restringendo così enormemente il numero dei lavoratori interessati.

3. Ha chiesto come condizione per l’accordo che si definisca una nuova disciplina
sull’apprendistato. Materia alla quale anche le organizzazioni sindacali sono interessate, ma nel quadro della riduzione della precarietà del lavoro.

4. Pur prendendo atto della indisponibilità sindacale a superare il ruolo contrattuale delle Rsu nella definizione delle flessibilità, ha tentato in qualche modo di reintrodurre forme di flessibilità esenti da contrattazione, chiedendo la monetizzazione di alcuni permessi per
riduzione di orario.

5. Sul lavoro precario la Federmeccanica ha ribadito l’indisponibilità a definire, a livello nazionale, una percentuale unica che comprenda tutto il lavoro a termine e interinale, compreso quello con durata inferiore a sette mesi. Inoltre, pur dichiarandosi disponibile a trasferire questa materia a livello aziendale, ha accompagnato questa disponibilità con restringimenti e vincoli che la rendono inconsistente.

Di fronte a queste posizioni della Federmeccanica, Fim, Fiom, Uilm hanno affermato e ribadito:

1. Che l’aumento dei minimi retributivi deve essere vicino alla richiesta di 105 euro, vista anche la sempre più grave condizione del potere d’acquisto dei lavoratori. A questo scopo Fim, Fiom, Uilm hanno offerto la disponibilità a un contenuto allungamento della decorrenza contrattuale, fermo restando che dovranno essere le aziende ad aumentare comunque la loro disponibilità di aumento. Inoltre Fim, Fiom, Uilm hanno ribadito la necessità di una una tantum consistente, che compensi il ritardo di un anno di aumenti nelle retribuzioni dei lavoratori.

2. La propria disponibilità a definire, per la quota di 25 euro legata alla mancata
contrattazione aziendale, una proposta che serva alla tutela dei salari più bassi, tuttavia hanno considerato inaccettabile che gli unici salari tutelati, come propone la Federmeccanica, siano quelli ai minimi tabellari.

3. Che un’eventuale accordo sull’apprendistato, oltre che garantire un reale diritto alla formazione e a salari adeguati per i lavoratori, deve essere inquadrato in un’intesa che comunque affronti, anche sperimentalmente, il tema della riduzione della precarietà del lavoro.

4. Che, di fronte all’assenza di un’organica intesa nazionale, la contrattazione sulla flessibilità di orario può avvenire a livello aziendale con procedure definite, anche tenendo conto dei picchi di mercato e non solo della stagionalità, a condizione che, con analoghe procedure, sia possibile nelle aziende la contrattazione sulle dimensioni complessive e sulle stabilizzazioni del lavoro precario.

5. Che, in ogni caso, è inaccettabile la monetizzazione dei permessi per riduzione d’orario. Di fronte a queste posizioni aperte e responsabili della delegazione sindacale, che rappresentano già un massimo livello di mediazione, la Federmeccanica ha mantenuto una sostanziale chiusura. Per questo Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto di aggiornare il negoziato, chiedendo agli industriali una profonda modifica delle loro posizioni. Il prossimo incontro è
stato fissato per il 9 gennaio 2006.

E’ evidente che il Contratto continua a non essere firmato perché la Federmeccanica, subendo anche pressioni e veti della Confindustria, vuole imporre soluzioni assolutamente inadeguate
sul piano salariale e inaccettabili su quello normativo. Dopo dodici mesi i metalmeccanici meritano finalmente un accordo giusto e dignitoso. Per questo Fim, Fiom, Uilm chiamano tutta la categoria a una mobilitazione decisiva per conquistare il Contratto. Sono proclamate 8 ore di sciopero dal 9 al 16 gennaio, da svolgere in modo da incidere sulla produzione, anche con presidi delle portinerie, ed in modo da rendere visibile la mobilitazione, con presenze davanti alle sedi delle Associazioni industriali, coinvolgendo anche l’opinione
pubblica.

Per organizzare questa mobilitazione potranno essere convocate assemblee territoriali dei delegati. Fim, Fiom, Uilm fanno appello a tutta l’unità, la compattezza e la mobilitazione della categoria dei metalmeccanici, affinché sia possibile finalmente conquistare un giusto accordo.

Roma 30 dicembre 2005

FIM, FIOM, UILM NAZIONALI

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