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(La Val di Susa contro l'alta voracità)

Il fallimento del Governo nelle “grandi opere”

e l’insegnamento democratico della popolazione della Val di Susa

(3 Gennaio 2006)

La vicenda della Val di Susa è l’emblema del fallimento della Legge obiettivo, del Governo Berlusconi e del ministro dei tubi Lunardi sulle grandi opere.
Dopo l’inaudita vicenda delle manganellate alla popolazione è bene non commettere altri errori e scelte scellerate.
In primo luogo è necessario utilizzare la tregua accordata nell’incontro romano del 10 dicembre 2005, perché la politica torni sulla scena da protagonista, dopo l’assurdità dell’uso della forza contro la popolazione inerme.
La situazione richiede un confronto democratico leale e corretto, in cui la partecipazione e il dialogo privilegiano l’ascolto e la trattativa per quanto dura, in luogo della prevaricazione o dell’uso furbesco del tempo a disposizione per la decisione.

Il fallimento del governo delle grandi opere sta nella protervia di utilizzare la legge obiettivo per assumere decisioni rapide sopra la testa delle popolazioni interessate, senza vincoli d’impatto ambientale o territoriale.

Ricordiamo che le due principali opere che interessano il territorio padovano, da noi contestate per l’impatto ambientale e la dubbia utilità (Grande Raccordo anulare e Valdastico sud) sono entrambe nella lista della legge obiettivo per bypassare le resistenze delle popolazioni locali.
Ora si deve superare sia a Roma sia a Padova, quest’arcaica concezione della democrazia, assumendo le indicazioni e le direttive dell’Unione Europea relative alla valutazione d’impatto ambientale e di sostenibilità sociale, territoriale, economica delle opere.

L’Italia ha bisogno soprattutto di buone opere.

Condividiamo la necessità di un corridoio di collegamento da Lisbona a Kiev passando per la pianura padana che privilegi il trasporto su ferro per decongestionare l’attuale situazione di traffico e di pericolo per la salute umana riguardante tutto l’Italia settentrionale. Questo bisogno non può però prevaricare lo studio di fattibilità del progetto, la disponibilità di reali alternative qualora esistano rischi provati per l’ambiente e per la salute dei cittadini della Val di Susa.
L’osservatorio istituzionale per monitorare la fattibilità dell’opera potevano essere assunti per tempo, senza produrre le rigidità e le esasperazioni conflittuali del mese di dicembre 2005.
La CGIL di Padova ritiene che si possa usare al meglio la tregua accordata per le Olimpiadi di Torino 2006, promuovendo un’analisi compiuta sulla sostenibilità economica dell’opera e le condizioni per un’efficace passaggio delle merci da gomma a ferrovia.
Oggi la linea ferroviaria Lione/Torino è utilizzata meno del 50% delle sue potenzialità. Senza attendere il prossimo ventennio necessario per la nuova tratta ferroviaria, si potrebbe, da subito, saturare l’attuale rete con il passaggio delle merci su ferrovia di almeno una parte dei 5.000 camion che quotidianamente transitano in Val Susa.

Per rendere possibile e allettante l’offerta di cambio del vettore di trasporto bisogna rendere maggiormente efficiente l’attuale rete ferroviaria attraverso progetti d’ammodernamento e promuovere misure fiscali ed economiche che rendano conveniente il trasporto su ferro.

L’esatto contrario di ciò che è stato fatto in questi anni con le leggi finanziarie in cui la ferrovia, al pari degli altri servizi pubblici di trasporto, ha patito tagli e riduzioni che hanno reso peggiore e più insicuro il servizio.
Il cambio di strategia produrrebbe da subito un efficace miglioramento competitivo dell’offerta alle persone e alle merci. Le priorità d’investimento sulla rete esistente invertirebbero il ciclo negativo del trasporto ferroviario, risolverebbero i nodi nevralgici del sistema che sono a pezzi per mancanza di mezzi adeguati e materiale rotabile alternativa reale ai progetti faraonici come il ponte di Messina. Ciò renderebbe un buona risposta democratica al diritto alla mobilità di migliaia di persone che ogni giorno pagano il prezzo di convogli soppressi o in ritardo, di qualità scadente a bordo e a terra, di compagni di viaggio numerosi e indesiderati in vagoni sporchi e antiquati, di mancata sicurezza per il personale viaggiante e per l’utenza.

Camera del Lavoro di Padova
Il Segretario Generale
Ilario Simonaggio

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