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Congresso Cgil - La nota del Coordinamento Rsu

(7 Gennaio 2006)

Dopo settimane di ritardo rispetto ai tempi canonici sono finalmente stati ufficializzati i dati conclusivi delle assemblee precongressuali della Cgil. Per troppo tempo si sono aspettati i risultati delle assemblee delle regioni mancanti (prevalentemente quelle del Sud) che, pur segnando una minore presenza di addetti e di iscritti si sospettava che alla fine avrebbero abbassato i dati relativi al confronto tra le varie tesi così come queste erano state determinate dai risultati nelle regioni del Nord.

Ciò non di meno le tesi alternative di Rinaldini confermano un buon risultato (15%) a livello nazionale (rafforzato dagli ottimi risultati in alcune regioni, sopratutto del nord dove i consensi hanno toccato il 20% - 30%) e si conferma il calo di consensi alle posizioni di Lavoro e Società (arrivata al 10%), permettendo comunque alla cordata Pattiana di tirare un sospiro di sollievo rispetto alla ben più pesante debag subita in importanti regioni del centro-nord.

Si può quindi dire, pensando ora ai congressi regionali e nazionali (Confederali e di Categoria) e nonostante lo spostamento di peso nei risultati prodotto da questi dati ritardatari da parte di alcune regioni, che nel dibattito congressuale esce confermato come in Cgil permangano proposte e risposte diverse rispetto alla sua linea contrattuale ed ai temi della democrazia e rappresentanza.

Non è poco se leggiamo questo alla luce della forte blindatura subita da questo congresso, in realtà tutto orientato a difesa dei delicati equilibri su cui si procedeva nella formazione della nuova maggioranza in Cgil forte dell'assorbimento nelle sue file di gran parte degli apparati della ex minoranza di Lavoro e Società. Ciò nonostante le tesi alternative di Rinaldini sono riuscite a tenere aperte le contraddizioni in un congresso che si pensava essenzialmente celebrativo della ritrovata unità della Cgil, e la crisi di rappresentanza di Lavoro e Società ripropone ancora più concretamente l'urgenza di ripensare ad una nuova sinistra sindacale in Cgil.

Non è poco se pensiamo a questi risultati come prodotto di un iter congressuale estremamente defaticante e difficile, dove in diverse categorie tutto il peso del lavoro a sostegno delle tesi alternative di Rinaldini è stato sostenuto solo da delegati e delegate di luogo di lavoro, con scarsa agibilità, senza il sostegno di alcun apparato, per di più ostacolati da ogni sorta di difficoltà messa in campo da chi invece voleva relegare il consenso alle tesi di Rinaldini nella sola Fiom come a voler ridurre il confronto congressuale solo ad una questione tra Fiom e Cgil.

Non è poco sopratutto se si confronta lo scarto di consensi tra le tesi alternative di Rinaldini e quella di Patta, il quale si trova ora smentito nei confronti di un patto precongressuale che non ha trovato riscontri in termini di rappresentanza congressuale nei consensi espressi dagli iscritti, e che può ora pretendere solo in nome, appunto, del carattere pattizzio e correntizio di quell'accordo.

Così infatti sta già rivendicando. Nel suo comunicato immediatamente successivo alla publicizzazione dei dati da parte della commissione nazionale di garanzia, Patta si è affrettato a sminuirne il valore per ricordare invece a tutti che il congresso dovrà ora essere deciso solo dai delegati della platea congressuale (quelli decisi in ragione del Patto precongressuale) e non dal rispetto del voto degli iscritti.
Sarà quindi ancora un tentativo di massacro delle regole più elementari della democrazia interna alla Cgil. Lo stesso massacro delle regole che si è già visto in diversi congressi territoriali dove si è fatto di tutto, nonostante i consensi ottenuti, per impedire che delegati in rappresentanza delle tesi di Rinaldini andassero ai congressi di livello superiore. Ed infatti, la rappresentatività di cui Patta può vantare di avere in termini di delegati al congresso (enormemente sopravalutata se confrontata ai consensi realmente ottenuti) la può vantare in buona parte solo in virtù dei suoi accordi con la maggioranza ed in virtù di quel massacro delle regole di cui anche la sua cordata ha tanta responsabilità.

Ma proprio questa sarà, da adesso in poi, una delle questioni centrali da portare ai congressi regionali e nazionali, ossia la costruzione di una rappresentanza nei gruppi dirigenti della Cgil in rispetto del voto degli iscritti sulle tesi.

Il Patto precongressuale ha preso brutti colpi dal voto degli iscritti, ma non è defunto. L'istinto di sopravvivenza delle cordate e delle correnti che si sono messe in gioco per la costruzione della nuova maggioranza è ancora molto forte al punto da arrivare a minacciare (loro) la presentazione di liste del 3% se quanto concordato nel Patto precongressuale non sarà rispettato, nonostante gli esiti del congresso dicano qualcosa di ben diverso. E' in questo contesto che il carattere ormai essenzialmente correntizio su cui va a costituirsi la nuova maggioranza verrà messo alla prova.

A noi compete rivendicare invece il pieno rispetto del voto degli iscritti, denunciando il carattere pattizzio e correntizio di conclusioni congressuali basate essenzialmente sull'interesse degli apparati e degli equilibri interni alle burocrazie.

Tra poco si aprirà la fase dei congressi regionali e nazionali (confederali e categoriali). Dai verbali delle commissioni di garanzia emerge chiaramente quali sono, a tutti i livelli, i rapporti tra i consensi ottenuti dalle varie tesi a confronto. Democrazia ed elementari regole della rappresentanza richiedono che quelle vadano rispettate.
A questo punto, quindi, nel percorso congressuale diventa, ancora più esplicitamente che nella fase appena conclusa, necessario aprire una battaglia contro l'organizzazione per correnti e per la difesa del carattere democratico e programmatico della Cgil..

Il Congresso è stato aperto. Gli iscritti sono stati chiamati a votare ed hanno espresso col voto il loro consenso. Le Commissioni di garanzia a tutti i livelli hanno certificato i risultati. Questo è il vero congresso.

Il Patto precongressuale è un'altra cosa. E' una operazione di potere, che non bisogna smettere di denunciare e di combattere.

5-1-06 Coordinamento rsu

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