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La rabbia delle tute blu blocca mezza Italia

Prosegue la trattativa per il rinnovo del contratto

(11 Gennaio 2006)

Blocchi stradali, sit-in e cortei. Se a Roma manca ancora "un metro" alla conclusione della trattativa, come ricorda il segretario della Cisl Giorgio Caprioli, le tute blu ieri ne hanno percorsi tanti per sottolineare la loro volontà di avere al più presto in busta paga i 105 euro chiesti per il rinnovo del contratto di lavoro.

Nonostante le quasi sessanta ore di sciopero e un anno di trattativa alle spalle i metalmeccanici non mostrano segnali di stanchezza. E' questa in fin dei conti la cosa che inquieta di più Federmeccanica che oggi al tavolo del confronto consegnerà un documento sull'apprendistato poco prima di infilarsi nell'ennesimo vis-a-vis sulla questione più importante di tutte, l'aumento salariale. A fine giornata è lo stesso segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini ad esprimere «assoluta soddisfazione» per come è andata la mobilitazione.

Insomma, se Federmeccanica pensava che bastasse offrire appena dieci euro in meno (in realtà 28 euro reali se si tiene conto del prolungamento della durata del contratto di sette mesi) di quanto richiesto in piattaforma dovrà rifare i suoi conti. Le tute blu non sono così stanche. A dare segni di stanche politica è in realtà il fronte degli imprenditori. Ieri, infatti, alla Pininfarina è stato raggiunto l'accordo sul premio di risultato.

A preoccupare Fim, Fiom e Uilm non è solo la distanza sulla cifra da mettere in busta paga ma anche la contropartita chiesta in cambio, perennemente ferma sul discorso della flessibilità. Pretendono «impossibili concessioni - sottolinea la Fiom - come la monetizzazione dei permessi aziendali retribuiti e, quindi, l'aumento dell'orario di lavoro annuo».

Per Paolo Ferrero, della segreteria nazionale del Prc, «la scelta politica di Confindustria di non firmare il contratto si è rivelata vana. Il risultato è stato la mobilitazione forte dei lavoratori, la sacrosanta adozione di forme di lotta visibili anche all'esterno della fabbrica, e la tenuta dell'unità tra le organizzazioni sindacali. A questo punto il problema è con ogni evidenza politica. L'Unione deve pronunciarsi contro i diktat di Confindustria e per una positiva chiusura del contratto senza concessioni sulla flessibilità».

Cesare Damiano, dei Ds, che chiede una rapida conclusione delle trattative, mette l'accento su una soluzione «contestuale». Le ipotesi che si stanno discutendo su salario, allungamento della scadenza del contratto, apprendistato e aumento delle casistiche di flessibilità, «vanno in questa direzione».

Da Gorizia a Benevento ieri è stata una grande giornata di lotta. Alla Fincantieri di Monfalcone dopo un'affollata assemblea i lavoratori sono usciti dal cantiere invadendo la statale che va da Mestre a Trieste. Scioperi anche in Veneto con presidi e cortei improvvisati soprattutto nella Fincantieri di Porto Marghera, nelle aziende metalmeccaniche del Petrolchimico i cui lavoratori hanno sfilato lungo la statale Romea.

A Vicenza, invece, lavoratori in sciopero in numerose aziende: Beltrame, Stefani, De Pretto, Zanon, Said, Smith, Doge e Meccalte. A Verona sono scesi in sciopero i lavoratori del Bonferraro, della Over, della Cardi, della Franke e della Ofv mentre a Treviso, informano ancora i sindacati, per il secondo giorno consecutivo hanno incrociato le braccia anche i dipendenti di Electrolux, Zoppas, Plastal e Rica.

Anche in Lombardia, dicono le tute blu di Cgil, Cisl e Uil, è cresciuto il numero di aziende coinvolte in questa tornata di protesta. In provincia di Brescia per 8 ore sono scese in sciopero la Iveco mezzi speciali, la Alfa Acciai oltre a numerose aziende delle zone di Manerbio e Palazzolo. In provincia di Bergamo sciopero di 4 ore per i lavoratori della Comital, First, Dalmine, Abb Sace, Schnider.

«Federmeccanica sta giocando pesante. Ma questi industriali si rendono conto di quanto questo loro atteggiamento si stia dimostrando socialmente pericoloso?», si chiede il segretario regionale del Prc Lombardia Ezio Locatelli.

Ieri sono tornati sulla scena anche i metalmeccanici dell'Emilia Romagna, dove i lavoratori hanno effettuato uno sciopero di 4 ore. Un lungo corteo di tute blu ha raggiunto la sede regionale della Rai percorrendo a piedi un lungo tratto di tangenziale. A fare impressione sono soprattutto le adesioni allo sciopero, in gran parte superiori al 90%, e il numero delle aziende interessate: Lombardini, Fantuzzi, Brevini, Meta Systems, Emak, Tecnogas, Immergas, Bertazzoni. Molto estesa anche l'iniziativa di protesta in Toscana. A Livorno due ore di sciopero per il secondo giorno consecutivo alla Pierburg, alla Trw e alla Delphi. Due ore anche alla Intier di Firenze mentre in città è stata bloccata, sempre per 2 ore la produzione alla Zanussi, alla Esaote, alla Galileo e in altre aziende. Le proteste hanno anche bloccato per 2 ore l'Ansaldo Breda mentre a Prato sono state proclamate 8 ore di sciopero in tutta la Provincia e a Massa Carrara le 4 ore di sciopero indetto sono state accompagnate da un corteo lungo l'Aurelia.

Iniziative di lotta anche in Campania. In particolare, dicono sempre Fim, Fiom e Uilm, in provincia di Napoli si sono svolti scioperi e presidi delle portinerie alla Whirlpool, e all'Alenia di Casoria nonché all'Alfa di Pomigliano d'Arco. Sempre per 2 ore sono scesi in sciopero i lavoratori della Fincantieri di Castellammare di Stabia che sono usciti dallo stabilimento per manifestare lungo la statale sorrentina. Scioperi da 2 a 4 ore, infine, con adesioni particolarmente alte anche allo stabilimento della Agusta di Benevento.

Fabio Sebastiani (Liberazione 11/01/2006)

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