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Tute blu, altre otto ore di sciopero

Da lunedì nuove mobilitazioni. Il fuoco della protesta si concentrerà martedì a Milano dove si riuniranno gli organi di Federmeccanica. Ieri i metalmeccanici sono tornati a bloccare strade e ferrovie da Genova a Termini Imerese

(14 Gennaio 2006)

Fin dalle prime ore del mattino, ieri, si sono avute agitazioni, cortei spontanei e blocchi stradali e ferroviari. Tra le città più coinvolte Ancona, Genova, Vicenza, Monfalcone, Potenza, Brescia e Napoli. E' quasi impossibile citarle tutte. Lotta dura anche a Termini Imerese dove le due ore di blocco della produzione sono state "sottolineate" con il blocco della statale 113. A Livorno a fare le spese della rabbia delle tute blu è stata la locale Unione degli industriali investita da un fitto lancio di uova e pomodori. Il sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi, auspicando una rapida chiusura della vertenza, ha però sottolineato come «non si può legittimare azioni illegali, come i blocchi stradali e ferroviari». A lui ha risposto Paolo Ferrero, della segretaria del Prc (articolo in basso a destra). Sulla vicenda contrattuale delle tute blu sono intervenuti anche i segretari generali di Cisl e Cgil, Pezzotta, «dovrebbero fare uno sforzo in più»; ed Epifani, «sembra che Federmeccanica non voglia firmare il contrato».

Per il segretario della Fiom Giorgio Cremaschi, «la mobilitazione dei metalmeccanici ha un obiettivo preciso: rispondere al diktat della Confindustria che impedisce il contratto». «Oramai è chiaro - aggiunge - che Federmeccanica è stata posta sotto il diretto controllo della Confederazione e che è il gruppo dirigente della Confindustria, a partire dal presidente e dal vicepresidente, che impone condizioni che impediscono l'accordo». «Questo - conclude Cremaschi - l'hanno capito ormai tutti ed è bene che allora tutti dicano che è la Confindustria di Montezemolo che non vuole il contratto». Giorgio Caprioli, segretario generale della Fim Cisl, preferisce parlare di forti divisioni tra grandi e piccole imprese. Quest'ultime, infatti, giudicano troppo oneroso l'aumento salariale. Ma il leader sindacale non dimentica di sottolineare la "cartina di tornasole" «dei rapporti interni a Confindustria da un lato, e tra l'associazione targata Montezemolo e Cgil, Cisl e Uil.

A Genova centinaia di lavoratori hanno bloccato dapprima la sopraelevata nella zona di piazza Cavour, in centro, poi la ferrovia Genova-Savona nella stazione di Sestri Ponente ed infine il casello di Genova aeroporto sull'autostrada A10 Genova-Savona. Traffico in tilt anche ad Ancona per lo sciopero spontaneo dei lavoratori della Fincantieri, ma si sciopera anche alla Merloni di Fabriano e alla Villeroy Boch di Castelraimondo e alla Gi&E (ex Nuovo Pignone) di Recanati.

Le adesioni allo sciopero sono state ovunque alte. Hanno sfiorato l'85% allo stabilimento Electrolux di Susegana. I lavoratori hanno prima protestato davanti alla sede dell'azienda, poi si sono spostati lungo la Pontebbana. A Torino, la mobilitazione ha interessato la Skf di Airasca, la Omvp di Villar Perosa, la Tessa di Piobesi dove lo sciopero è stato di 8 ore, la Algat di Ciriè. I lavoratori della Graziano di Cascine Vica hanno effettuato un presidio di circa 3 ore davanti all'azienda, mentre quelli della Elbi di Collegno hanno presidiato il cantiere della metropolitana. «I metalmeccanici sapranno, con le loro lotte, conquistarsi il contratto e lo dimostreranno lunedì nella città di Torino», ha detto il segretario della Fiom di Torino Giorgio Airaudo.

A Firenze migliaia di lavoratori hanno dato vita dapprima a un presidio davanti all'Associazione industriali in via Valfonda, e si sono poi diretti verso la Fortezza da Basso, effettuando un volantinaggio all'ingresso di "Pitti immagine uomo".

A Napoli, i lavoratori del perimetro Ansaldo di via Argine hanno manifestato nei pressi degli svincoli autostradali di San Giovanni a Teduccio, mentre quelli dell'Alenia Aeronautica di Casoria si sono riversati sulla statale nel tratto adiacente allo stabilimento. Intanto a Roma i lavoratori della Ericsson e della Johnson hanno abbandonato le sedi aziendali riversandosi sulla via Anagnina.

Al termine della giornata di mobilitazione è arrivata l'offerta di Unionmeccanica di 108 euro "taroccati", ovvero con l'allungamento della vigenza contrattuale, accompagnati da una grande richiesta di flessibilità. Per il momento c'è solo il giudizio positivo il giudizio della Uilm. Unionmeccanica rappresenta le piccole e medie imprese metalmeccaniche per un totale di circa 400.000 addetti.

Fabio Sebastiani (Liberazione 14 Gennaio 2006)

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