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    Il Congresso Cgil si fa ormai con gli avvocati

    (17 Gennaio 2006)

    Un avvocato, per conto di Gian Paolo Patta ha consegnato, alla segreteria Cgil Lombardia ed a quella Nazionale, una lettera formale che sembra chiedere l'annullamento del congresso Fiom di Milano. Diciamo "sembrerebbe" perchè in realtà non conosciamo il testo esatto di quella lettera. Ne parliamo per sentito dire anche perchè, chi ha avuto la possibilità di vederla non si sbottona più di tanto, sia per evitare di smascherare tutto il "ridicolo" che il fatto ha in se, sia per evitare che la cosa esca dai bui corridoi dell'organizzazione e diventi di dominio pubblico.
    Che l'avvocato del compagno Patta abbia consegnato la lettera è comunque certo, anche perchè solo così si spiegherebbe la dura reazione di Rinaldini che ha inviato alla segreteria nazionale una lettera di protesta contro la strana iniziativa di patta.

    Per quel che conosciamo noi, in Fiom a Milano tutto può fare Patta meno che fare la vittima. In Fiom a Milano i Pattiani hanno potuto fare le assemblee di base per illustrare la loro tesi, hanno preso i loro consensi ed hanno ottenuto un livello di rappresentanza negli organismi proporzionale ai consensi ottenuti.
    Ma sopratutto Patta non può cercare di passare per "verginella". Se la sua cordata ha potuto avere in Fiom a Milano, grazie all'applicazione del regolamento, un proporzionale riconoscimento del suo livello di rappresentanza, la sua stessa cordata ha fatto di tutto, con tutti i sistemi possibili, per negare in altre situazioni (quelle dove poteva vantare un massiccio peso dei suoi apparati ed una forte alleanza con la maggioranza Cgil) per ridurre, fino a negarlo, il diritto di rappresentanza ai consensi che le tesi di Rinaldini hanno comunque ottenuto.

    Comunque, a guardare le cose da vicino, la stranezza non sta nel fatto che un iscritto alla Cgil (come Patta) possa rivendicare una verifica sulla conduzione di un congresso, quanto il fatto che questo diritto, previsto e regolato dal regolamento, sia stato messo in campo attraverso una iniziativa legale.
    Non entriamo nel merito (non le conosciamo) delle eventuali contestazioni che Patta può aver sollevato in merito alla conduzione del congresso Fiom di Milano, ma è bene ricordare come tutto questo congresso Cgil sia stato caratterizzato da diffuse irregolarità e palesi trasgressioni e forzature del regolamento proprio grazie a quel patto precongressuale che Patta ha preteso in cambio dello scioglimento nella nuova maggioranza della sua cordata.
    Patta sa bene che anche il congresso Fiom di Legnano (dove i Pattiani hanno la maggioranza) è stato sottoposto a verifica della commissione di garanzia per palesi irregolarità, così come sa benissimo come sul congresso della FP di Milano pesi una richiesta di annullamento per come la nuova maggioranza (di cui i Pattiani sono ormai parte organica) abbia blindato, manomesso, liberamente interpretato la conduzione dei congressi di base al solo scopo di impedire alla rappresentanza delle Tesi di Rinaldini di rendere utili ed efficaci i consensi che comunque ha ottenuto. Così come Patta dovrebbe sapere bene che forti sono i sospetti su quei dati congressuali arrivati con un mese di ritardo che, guarda caso, hanno poi risollevato il consenso dei Pattiani rispetto alla pesante debag subita nelle regioni del Nord. E questo solo per fare alcuni esempi.

    Ma perchè la lettera degli avvocati ? E qui cominciamo a guardare le cose con maggiore attenzione.
    In realtà la scelta di ricorrere ad uno studio legale sembra più funzionale a mettere in campo un evento eclatante per aprirsi uno spazio di trattativa. A sostenere questa lettura pesa e non poco anche la valutazione sul momento in cui Patta ha deciso di mettere in campo questa iniziativa del suo studio legale. Non durante o subito dopo la fine dei congressi a Milano (realtà dove Patta disponendo di un massiccio apparato, di una forte alleanza con la maggioranza, e grazie ad una gestione blindata e predeterminata dei congressi di base in molte categorie ha potuto con facilità ottenere un risultato maggiore a quello ottenuto dalle tesi di Rinaldini), ma immediatamente prima del congresso regionale Lombardo, dove i Pattiani devono subire una debag nei consensi ottenuti tale da mettere in discussione la loro pretesa di applicare quella rendita di posizione che gli deriva dal Patto precongressuale con la maggioranza Cgil.

    Strano, inoltre, che ad aprire questo contenzioso a scoppio ritardato sulla validità del congresso Fiom di Milano non sia stata Lavoro e Società Milanese, ma in prima persona il titolare nazionale della cordata assistito da un suo legale. La cosa rende evidente come il contenzioso non riguardi nè il congresso Fiom Milanese, ne il congresso Cgil Milanese, quanto quello regionale lombardo e quello nazionale. Il Congresso regionale Lombardo è infatti un passaggio delicato per il progetto Pattiano di uscire indenne da questo congresso. La Lombardia è oggi uno dei principali punti di forza della cordata Pattiana, ma in Lombardia le tesi di Rinaldini hanno ottenuto il 20% mentre quelle di Patta il 13%. Logica vorrebbe che alle tesi di Rinaldini dovrebbe andare una presenza nel direttivo regionale ed un peso nella nuova segreteria superiore a quella di Lavoro e Società. Ma ciò mette in discussione il Patto precongressuale e di definirebbe come un pericoloso precedente anche rispetto al congresso nazionale, dove pure Patta ha un consenso decisamente inferiore a quanto ottenuto dalle tesi di Rinaldini.

    Ci scuserà Patta se pensiamo male, ma ancora una volta l'oggetto del contendere è la sua richiesta, alla Cgil tutta, di fare il congresso non sui dati usciti dalle assemblee ma in rispetto dell'accordo precongressuale che Patta ha preteso per aderire alla nuova maggioranza.
    Sulla illegalità di quel patto si è già diffusamente argomentato in precedenza, ma i risultati congressuali ne hanno dichiarato anche l'inapplicabilità. I consensi ottenuti da Patta sono pesantemente inferiori alla rappresentatività che quel patto pretendeva di garantirgli. Patta può attaccarsi ai vetri finchè vuole ma è ovvio che Lavoro e Società è uscita politicamente ridimensionata da questo congresso, e con ciò anche il potere contrattuale della sua cordata è stato notevolmente diminuito.

    Con una maggioranza che non riesce a garantire alla cordata Pattiana tutto quel potere burocratico che essa pretende, dovendo per forza di regolamento riconoscere alle tesi di Rinaldini una adeguata rappresentanza (sicuramente superiore a quella Pattiana) ecco che si spiega il colpo di testa di Patta di andare per vie legali. Il messaggio sublimale dietro alla messa in pista di uno studio legale potrebbe essere "muoia sansone con tutti i filistei", oppure "... attenti che sfascio tutto".

    Staremo a vedere gli sviluppi della cosa, sperando che la lettera dell'avvocato di Patta sia pubblicizzata e resa pubblica, e sperando che il congresso Cgil non finisca in commedia, tra un corpo elettorale che ha espresso con chiarezza i suoi consensi, ed un gruppo di burocrati che, sorvolando sul fatto che un congresso c'è stato, batte i piedi per vedersi riconosciuto un potere che non ha e che non può pretendere in ragione di regolamento.

    Intanto sarà bene completare l'elenco di tutte le palesi trasgressioni del regolamento che i sostenitori delle tesi di Rinaldini hanno subito in diversi territori e categorie giusto perchè, se ormai la pratica non è più quella di andare per commissioni di garanzia ma per vie legali, ci si possa attrezzare per tempo ed adeguarsi ai nuovi tempi e modi inaugurati con l'iniziativa di Patta.
    Ma la cosa più illegale che ci sia (e da cui converrebbe partire) è sempre quel Patto precongressuale di cui i Pattiani continuano a rivendicarne l'applicazione. E' questa si che è proprio materia da avvocati.

    15 gennaio 2005

    Il coordinamento Rsu

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