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(22 Gennaio 2006)
13 mesi di trattativa inconcludenti su un contratto nazionale partito già al ribasso.
A gennaio gli operai entrano in scena con forza dopo tanti scioperi diluiti e processioni inconcludenti sono bloccate autostrade e stazioni, a Milano è sotto pressione della piazza la solida ed intoccabile sede dell’Assolombarda.
Gli operai sono tornati, minacciosi, hanno preso la mano a quattro funzionari burocrati e decidono dove e come far sentire la loro forza.
Solo a questo punto tutti convengono che il contratto vada firmato, in poche ore, chiudere è l’ordine che arriva da Confindustria, dal governo, dall’opposizione: gli operai devono tornare al lavoro calmi e buoni.
100 euro è la cifra che gira, dalla richiesta di 105 non è distante così deve apparire; la verità è tutt’altra.
86 euro di vacanza contrattuale = 86 euro
“Una tantum” per i 13 mesi arretrati = 320 euro
60 euro dal 1° gennaio 2006 per 9 mesi = 540 euro
85 euro dal 1° ottobre 2006 per 5 mesi = 425 euro
100 euro dal 1° marzo 2007 per 4 mesi = 400 euro
Totale 1.771 : 30 mesi = 59 euro al mese lordi per il 5° livello
In 30 mesi di vigenza contrattuale il risultato è 59 euro al mese per il 5° livello, senza contare le ore di sciopero, ma quelle non hanno prezzo, sono la nostra lotta.
E pensare che l’aumento è riparametrato e gli operai del 3° livello, quelli delle linee, prenderanno ancora meno. Se questo, ed è questo il risultato economico del contratto nazionale, la risposta degli operai cha hanno lottato è NO, non và bene.
La delegazione che ha trattato, Fim Fiom, Uil, può nascondersi dietro mille giustificazioni, raccontare tutto quello che vuole sulla rigidità della controparte, sullo scambio parzialmente evitato fra salario e produttività, il giudizio sul suo operato è negativo.
La forza operaia è stata imbrigliata per 13 mesi e quando si è manifestata è stata liquidata, il braccio di ferro vero è iniziato solo in questi giorni.
130 euro all’anno per chi ha solo i minimi contrattuali sono un offesa, 10 euro al mese lordi e dovranno aspettare fino al giugno 2007.
La settimana elastica è una flessibilità concessa alle aziende, ora tutto il peso di bloccarne l’uso passa alle RSU e sappiamo come è difficile quando a livello nazionale si è aperta questa possibilità. Di flessibilità non bisognava neanche parlarne.
Sull’apprendistato si è definito un percorso che è un lungo periodo di prassi e ricatti, arriva fino a 60 mesi per poi non avere nemmeno garantita l’assunzione a tempo indeterminato. Ancora una volta s’è dimostrato che la delegazione a trattare del sindacato collaborazionista ha fatto il suo tempo, un nuovo sindacalismo operaio deve emergere altrimenti briciole, solo briciole e flessibilità, ci chiederanno nel referendum cosa pensiamo dell’accordo? Non và bene e votiamo NO!
Milano 20 gennaio 2006
RSU INNSE PRESSE MILANO
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