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Nasce la gendarmeria europea. Da un accordo tra Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Olanda

Sarà comandata dai carabinieri e avrà la base a Vicenza. Il presidente di turno Ue: "E' una pietra miliare"

(22 Gennaio 2006)

A margine del vertice informale dei ministri della Difesa dell'Ue che si è tenuto a Noordwijk in Olanda il 17 settembre, cinque paesi membri, Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Olanda, hanno siglato un accordo che segna la nascita della gendarmeria europea. Un primo nucleo di polizia militare, battezzato "Eurogendfor", a cui potranno aderire in seguito tutti gli altri paesi, nella logica delle "cooperazioni rafforzate".

Saranno 800-900 i gendarmi europei attivi dal 2005, che progressivamente saliranno a 3.100, con quartier generale a Vicenza, nella caserma Chinotto, attuale scuola allievi brigadieri dell'Arma, e verranno impiegati nella "gestione delle crisi". Nasce così una forza di reazione rapida in grado di intervenire in un tempo massimo di 30 giorni in zone dove è impegnato militarmente l'imperialismo europeo.

La gendarmeria sarà alle dirette dipendenze dell'Ue, ma potrà rispondere a chiamate dell'Onu, della Nato o dell'Osce a seconda del cappello imperialista dell'intervento. Per il ministro della Difesa olandese Henk Kamp, presidente di turno del vertice, l'accordo a cinque è "una pietra miliare" nello sviluppo delle strutture di sicurezza Ue.

Nonostante la gendarmeria l'abbiano inventata i francesi e nel 2003 era stato proprio il ministro francese Michelle Alliot-Marie a proporne una a carattere europeo, ad avere partita vinta su tutta la linea è stata l'Italia. Oltre alla sede, il comando spetterà ai carabinieri. Questo anche perché il modello di struttura prescelto è stato la Msu, Multinational Specialized Unit, che è ormai da anni il fiore all'occhiello imperialista e guerrafondaio dei carabinieri italiani. Sono costoro gli specialisti dell'"ordine pubblico" nelle "situazioni di crisi". Le Msu sono attualmente tre: una in Bosnia, una in Kosovo e una in Iraq, a Nassiriya. Tutte comandate dai carabinieri ma a seconda dei casi formate anche da rumeni, portoghesi, estoni, ungheresi, sloveni e austriaci.

"L'istituzione di questa nuova forza è molto importante per l'Italia - ha affermato l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, comandante dello Stato maggiore della Difesa - per due motivi. Il primo ci riguarda direttamente. L'intesa testimonia che le Forze armate del nostro Paese sono protagoniste in ambito europeo, ma nello stesso tempo permette loro di crescere confrontandosi con i vari partner del continente; tutto ciò si colloca appieno nel progetto di riforma delle Forze armate. Il secondo motivo è che non a caso è stata scelta Vicenza come quartier generale della forza. Ciò sta a testimoniare quanto grande sia la stima a livello europeo, ma non solo, nei confronti delle Forze armate italiane".

Il ministro della Difesa Martino, gongolante, ha dichiarato che la nuova forza europea servirà ad assistere le missioni in tutte le loro fasi di svolgimento, sia in quella iniziale, più propriamente militare, sia in quella "intermedia" del "mantenimento della sicurezza", sia nella "fase finale del trasferimento dei poteri alle autorità civili locali". "è un passo avanti importante - ha proseguito Martino -. L'Europa della difesa ha dimostrato di fare sul serio. Di un contingente come questo oggi si ha bisogno in tutte le missioni internazionali. è un successo che dà corpo concretamente all'idea di una difesa comune".

Ma in Olanda i ministri della Difesa dell'Ue hanno fatto un altro passo avanti sul terreno del potenziamento militare della superpotenza europea. I quattro maggiori paesi Ue, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia, hannoinfatti perorato la causa dei "Battle-group", le unità di intervento rapido interforze, precisando la loro intenzione di allestire il maggior numero di queste unità che sono composte da 1.500 uomini in grado di essere impiegati fuori continente in tempi rapidissimi. Martino ha anche firmato con i suoi colleghi diUngheria e Slovenia una lettera d'intenti per la creazione di una "Battle-group" a tre con questi paesi e ha annunciato che si sta "studiando a fondo la costituzione di un gruppo di reazione rapida esclusivamente nazionale". Per quanto riguarda un terzo gruppo anfibio, gli imperialisti italiani stanno lavorando con Spagna, Portogallo e Grecia. Il ministro della Difesa tedesco Peter Struck, a nome della presidenza del vertice, ha affermato che anche Francia, Germania e Gran Bretagna realizzeranno tre "Battle-group" ciascuno e questo consentirà di raggiungere e probabilmente di superare l'obiettivo, nove unità d'intervento rapido interforze, che era stato fissato per il 2007.

L'imperialismo europeo, insomma, va alla carica, per non essere secondo agli Usa nella difesa dell'espansione dei suoi monopoli in tutto il mondo.

Coordinamento nazionale per la Jugoslavia

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