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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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Verona: bestie senza testa!

(4 Febbraio 2006)

Ora basta. Ogni gesto di ribellione contro l’oscurantismo fascista ha dentro di sé una scintilla di libertà, è un assioma che difenderemo e diffonderemo sempre.
Vigliacchi! Ancora 5 contro 1. Vigliacchi! di notte a viso coperto.
La notte di lunedì 30 gennaio, un compagno del centro sociale la Chimica, all’uscita del concerto di Massimo Bubbola, al teatro filarmonico, è stato vigliaccamente aggredito da un gruppo di 5 fascisti, che hanno infierito su di lui con calci e tirapugni, anche una volta caduto a terra. Una modalità nota di aggressione nonché una manifestazione clamorosa di vigliaccheria, che dimostra sia l’incapacità di un confronto che non sia quello della superiorità numerica e della violenza sia la nullità umana di questi tristi figuri.
Due giorni prima, sabato notte, la Chimica ha subito un attentato incendiario (non rivendicato ma la matrice è sicuramente fascista) con il lancio di una bottiglia incendiaria; fortunatamente all’interno c’erano ancora dei compagni che sono intervenuti a spegnere l’incendio.
Vogliamo sottolineare che questi eventi si inseriscono in un preoccupante contesto nazionale: pestaggi ai diversi, nazificazione delle curve da stadio, escalation di aggressioni ad attivisti e luoghi del movimento antagonista.
Non possiamo far altro che registrare l’inconsistenza creativa, sociale e politica dei neofascisti. L’unica loro attività è il proselitismo e l’indottrinamento subdolo allo stadio, strumentalizzando la curva e la tifoseria di Verona. Alla propria incapacità reagiscono in maniera scomposta rincorrendo temi, idee e pratiche a cui non sanno dare alcun contenuto se non quello della discriminazione, dell’odio e della gerarchia.

I mezzi di comunicazione cittadini accettano come normalità le azioni razziste e intimidatorie che ormai da mesi affliggono Verona. Silenzio su: il magrebino legato e gettato in un bidone della spazzatura e salvato solo per caso; l’africano prelevato da un gruppo di neofascisti dalla propria casa e pestato a sangue; la campagna di odio che la destra sta portando avanti, ricattando gli abitanti del quartiere di San Zeno, costringendoli a firmare petizioni razziste; le intimidazioni squadriste e della propaganda razzista e fascista allo stadio (luogo di indottrinamento di ragazzini); dell’indifferenza con cui vengono tollerate scritte murali fasciste e naziste. L’aggressione fascista al consigliere dei verdi Bertani (ottobre 2005) è diventata oggetto di battute e viene catalogata come una qualsiasi zuffa da bar, così come le intimidazioni avvenute durante l’elezione del “Papà del gnocco”, quelle quotidiane fatte agli immigrati…
Anche da parte della classe politica c’è una preoccupante diffusa volontà di rimuovere il problema, per salvare la faccia perbenista della città, quando invece l’unica maniera per far crescere una coscienza civile è quella di denunciare i fatti intollerabili.

A questo si può certo aggiungere il numero allucinante di violenze e assassini avvenuti nel territorio di Verona a danno di prostitute e immigrate, nel corso degli ultimi anni: questi atti nascono dal terreno putrido seminato di odio e disprezzo della subcultura fascista e leghista che arriva a considerare nulla la vita umana di donne e migranti. Così come i deliri da far west padano, che hanno già provocato un assassinio a Sandrà.
Vogliamo denunciare che le sedi di questi fomentatori di odio dovrebbero essere chiuse perché la storia e la coscienza civile hanno già detto NO alla loro assurdità.

Vogliamo denunciare giornali e mass media che hanno fatto passare un losco figuro come Mancini, da tutti conosciuto come picchiatore e agitatore razzista tra i più ributtanti, come un mite agnellino, bravo lavoratore che ha tentato di sedare una rissa (nel corso della quale gli si è sbucciato un dito; il fatto è poi passato come accoltellamento, parificato dai giornali al tentato omicidio e alle centinaia di coltellate subite da compagni in luglio, a volto S.Luca).

Siamo stanchi di ascolatre parole di rassegnazione alla soffocante alleanza tra vecchia e nuova destra, leghismi, integralismo cattolico. E’ il momento di costruire una risposta articolata e organizzare legami fra diverse forze sociali e culturali che devono saper valorizzare la condivisione dell’antifascismo e saper costruire coesione sociale con nuove lotte portate avanti con creatività, intelligenza.

Cos’è il fascismo? Corriamo il rischio di definire fascismo tutto ciò che ci fa ribrezzo, identificarlo come partito dell’imbecillità, della violenza e del male. E questo non funziona. I fascismi possono essere ricondotti all’ossessione dell’identità nazionale e/o etnica, dell’appartenenza, dell’origine, della riconoscibilità. Da questo deriva la rigidità, il rifiuto del diverso, della tenerezza e dell’ironia. Questa ossessione cresce perché il nostro è il tempo della contaminazione vivificante, del meticciamento, della transcultura.
La reazione disorientata dei fascisti è data dalla pulsione a riconoscersi come identici, identificabili, appartenenti a una comunità (di fede, razza, linguaggio…). Soltanto l’origine fa fede dell’appartenenza e come sappiamo l’origine è un’illusione, una leggenda, un’attribuzione più o meno condivisa ma infondata. Tutti proveniamo da una storia di incroci e contaminazioni.
La sensibilità che si contrappone al fascismo, e a pensieri e pratiche reazionarie, deve essere molteplice, contrastare le sue dinamiche sul piano comunicativo e creativo ma quand’è necessario non rinunciare alla contrapposizione fisica; ma saprà andare oltre: costruire spazi di libertà e ricombinare socialità, desideri, culture e forze: questo è l’impegno cui devono farsi carico gruppi culturali e forze politiche antifasciste della città e del territorio.

Da parte del csoa La Chimica questa strada è già intrapresa, progetti di nuove sensibilità e forme di vita antifasciste e antirazziste: l’autogestione, la lotta accanto ai migranti e contro la guerra, la valorizzazione delle diversità di genere e di desiderio, l’impegno per la giustizia sociale, contro la condizione precaria del lavoro, per il diritto alla casa, la produzione culturale non sottomessa, la creazione del mercato autogestito (terra/ambiente/produzione/rivoluzione dei consumi). Costruire in maniera cooperativa forme e strumenti di comunanza. Dall'aria all'acqua fino alla produzione informatizzata e alle reti.

csoa la Chimica, motore ribelle antifascista antirazzista, verona

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