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Savona: laboratorio politico

(13 Febbraio 2006)

Le prossime elezioni comunali si svolgeranno a Savona, come in tante altre città, nel prossimo mese di Maggio: alla competizione parteciperà anche una lista alternativa, fuori dal centro sinistra, che si chiamerà “ A Sinistra per Savona”.

Questa è la notizia, ridotta all'osso della cronaca politica.

Dietro alla notizia, però, ci stanno elementi importanti di novità sul piano dei rapporti a sinistra, un intenso lavoro di riflessione sui contenuti, una attività di confronto e di aggregazione che si protrae ormai da molti mesi.

Senza voler enfatizzare più di tanto, pensiamo di essere riusciti comunque a centrare un primo, significativo, obiettivo politico.

La vicenda savonese va considerata, innanzi tutto, sul piano locale e posta in relazione al quadro amministrativo.

Savona è, da tempo, sede di un laboratorio politico legato alla “questione morale”: qui, nel 1983, esplose lo “scandalo Teardo”.

Negli ultimi 8 anni la Città è stata amministrata dal centrosinistra, il cui Sindaco, ex-segretario della federazione del PCI e presidente della Lega delle Cooperative, è passato a svolgere il compito di Assessore Regionale: per questo motivo si voterà a Maggio, in esito alla scelta sciagurata di far “decadere” Giunta e Consiglio Comunale, mantenuti artificialmente in vita per oltre un anno, in una situazione di legittimità assai dubbia ed in una, certa, condizione di vero e proprio “deficit democratico”.

Il governo della Città, nel corso di questi anni, è stato portato avanti esclusivamente in funzione degli interessi di un ristretto gruppo di imprenditori privati, collegati all'Unione Industriali (il cui Direttore è anche Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio) e all'Autorità Portuale (presieduta da un ex-deputato leghista, poi passato a Forza Italia e successivamente al centrosinistra, grande animatore di liste civiche).

Questo ristretto gruppo di imprenditori ha completato il progetto teardiano, pilotando il processo di deindustrializzazione, approfittando dell'assenza di strumenti di regolazione urbanistica (il PRG era scaduto da 15 anni) e realizzando, in totale regime di varianti, una speculazione edilizia di grandi dimensioni nelle aree di maggior pregio della zona storica del Porto.

Semplificata in pillole, la vicenda savonese sta tutta qui: senza diffondersi più di tanto nel descrivere il malgoverno in tema di servizi sociali e cultura e il totale abbandono di una ipotesi progettuale riguardante lo sviluppo economico.

Nella sostanza: una gestione corporativistica, a vantaggio di pochi e a danno della Città.

Stilato questo giudizio, molto sommario ma anche assolutamente aderente alla realtà che stiamo vivendo, esaminiamo, allora, alcuni risvolti di carattere più direttamente politico.

Nel corso di questi anni Rifondazione Comunista ha sempre tenuto, all'interno del Consiglio Comunale, una linea di ferma, coerente, propositiva opposizione. Nel frattempo in Città nascevano decine di Comitati che si ribellavano alle speculazioni edilizie, ad interventi cementificatori sulla costa, ad interventi residenziali privati su aree demaniali, alle questioni infrastrutturali e di mobilità pubblica, alla mancata politica sui rifiuti e bonifica di discariche.

Cosa accade, invece, adesso alla vigilia delle elezioni?

La maggioranza della dirigenza provinciale di Rifondazione Comunista, in ossequio all'accordo con il centrosinistra, già stipulato a livello provinciale (2004) e regionale (2005) oltre che, naturalmente, nazionale (Il PRC può “vantare” l'assessore regionale all'ambiente che, in giunta, già in diverse occasioni, al presentarsi di pratiche “scomode” quali quelle riguardanti il terzo valico ferroviario, l'allargamento arbitrario di discariche, altre speculazioni edilizie varie, non riesce ad esprimersi ed esce dall'aula), decide, senza apparente giustificazione alcuna sul piano politico programmatico di saltare il fosso e di cercare un accordo con la maggioranza.

Tra l'altro, ad aggravare – se possibile – lo stato di cose in atto, il candidato–Sindaco del centrosinistra, è stato scelto dai DS nelle solite “stanze separate” e si tratta, all'insegna del valzer delle poltrone oggi tanto di moda, del vicepresidente della Provincia (oltrechè presidente del collegio dei revisori dei conti dello stesso Comune dov’è candidato) , del tutto organico al quadro di riferimento fin qui presentato.

Alcune “anime belle”, esponenti della sinistra moderata e dell'associazionismo, avevano tentato di far sentire la loro voce, reclamando (addirittura!) le “primarie”, ma sono state respinte con brutalità e costrette o al silenzio, o al riallinearsi altrettanto silenzioso, mentre altri che pure si erano collegati a questi idea di tenuissima “fronda” stanno già trattando ricollocazioni personali.

Nei settori più avanzati, coerenti e programmaticamente preparati della sinistra savonese si è sviluppato, da quasi un anno un forte movimento di contrasto con questo tipo di situazione.

Sono state convocate un gran numero di iniziative pubbliche, risultate tutte molto partecipate, per arrivare, il 7 Novembre scorso, a costituire una associazione “ A Sinistra per Savona” composta da compagne e compagni di diversa provenienza, molti ritornati alla politica dopo anni di assenza, espressione di quella che è stata definita come “sinistra critica”. “Sinistra Critica” collocata al fianco di quei Comitati cui si è già fatto cenno, ai quali non era concesso, da parte del centrosinistra savonese, alcun cenno d'ascolto e di seria interlocuzione.

Il 21 Gennaio 2006, a seguito della sordità della maggioranza di Rifondazione Comunista a queste presenze politiche critiche e della chiusura a qualunque dialogo con questa realtà emergente -nonostante i numerosi tentativi ed appelli interni ed esterni al Partito- hanno presentato le loro dimissioni dal PRC un gruppo di compagne e compagni, resisi così protagonisti di un atto politico molto coraggioso e coerente, tra questi tre componenti della Direzione Provinciale del Partito di rilievo tra cui uno dei fondatori a Savona del PRC e la capogruppo in Consiglio Comunale.

Questi compagni hanno subito lanciato un appello alla costituzione di una lista alternativa: appello raccolto da “ A Sinistra per Savona”.

I due gruppi hanno avviato, così, un lavoro comune e la lista si è concretizzata, attraverso una serie di adesioni molto significative, provenienti dall'associazionismo, dal sindacalismo confederale e di base, dai rappresentanti di comitati di lotta presenti sul territorio, da ex-amministratori.

Adesso ci si appresta, dunque, a presentare una lista alternativa di sinistra ( ci piace sottolineare il “a sinistra”, perché non c'è stata nessuna concessione, sul piano dei riferimenti politici e programmatici, ad una generica protesta di tipo meramente “civico”).

Si è trattato di una scelta difficile, ma giustificata dal quadro di relazioni sociali presente in Città, dalle opzioni programmatiche che siamo stati, fin qui, capaci di elaborare dalla necessità di esprimere, almeno, un minimo di dignità politica.

La nostra ambizione sarebbe quella che tutto ciò non rimanesse relegato in ambito locale, ma contribuisse ad aprire una riflessione anche sui temi generali.

E' evidente la necessità di ricostruire, a sinistra, un pensiero ed una presenza “critica”, autonoma, capace di proporre un progetto di alternativa concreta, partendo da un giudizio di fondo circa l'omologazione “liberista” che contraddistingue il quadro politico.

Le elezioni di Aprile rappresenteranno, sotto questo aspetto, uno spartiacque: da lì potrebbe principiare una fase diversa, dentro la quale riuscire a ricostruire la rappresentanza di una ipotesi di transizione dal sistema.

Il “laboratorio savonese” sta misurandosi con le questioni di carattere locale, ma con lo sguardo rivolto ai grandi temi della trasformazione radicale della società.

Franco Astengo e Patrizia Turchi

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