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La Cina è vicina

La Cina è vicina

(17 Agosto 2010) Enzo Apicella
Il prodotto interno lordo cinese ha superato quello del Giappone, ed è secondo solo a quello degli Usa

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Sottoscritto il biennio economico del contratto nazionale autonomie locali: potere di acquisto in perdita.

(13 Febbraio 2006)

Incrementi economici miserevoli - Un B1 si porta a casa 77 euro, un B3 82 euro, un C1 87 euro, un C3 92 euro, un D1 94 euro, un D3 invece 106 euro. Stiamo parlando degli incrementi mensili tabellari da corrispondere al lordo per 13 mensilità.
Gli aumenti quindi non sono i 102 euro sbandierati da Italia Oggi, fatti alcuni calcoli gran parte del personale comunale inquadrato nella fasce B e C viene remunerato al lordo con non più di 93 euro che al netto poi scenderanno a una sessantina circa.

I lavoratori degli enti locali continuano ad avere gli stipendi più bassi!

Questi aumenti, che riguardano circa 600 mila dipendenti, per il biennio 2004/5, un periodo in cui, dati alla mano, gli aumenti del costo della vita sono stati il doppio di quelli previsti dalla inflazione programmata.
Mancano ancora gli stanziamenti per gli aumenti, percepiremo gli arretrati quando nel frattempo il contratto nuovo sarà già scaduto da 5/6 mesi. E’ proprio il caso di dire che ci vogliono abbindolare!

L’intesa poi prevede incrementi differenziati per le risorse decentrate, per esempio se il rapporto tra spesa del personale ed entrate correnti non ha superato la soglia del 39% ci sarà per l’Ente “virtuoso” un incremento dello 0,5% del monte salari anno 2003 (in cifra, un aumento medio di 8,6 euro), esclusa la quota per la Dirigenza. Ci sono poi altre distinzioni per le Regioni (dove la spesa corrente non comprende le spese di carattere sanitario) e Camere di Commercio ma per gli Enti invece in dissesto finanziario non ci sarà neppure una lira in più destinata alle risorse decentrate.

Ma la colpa del dissesto perché deve ricadere sul personale???

La tredicesima poi sarà calcolata prevedendo per i periodi di assenza una riduzione dell’importo e le domeniche, i giorni festivi e i giorni feriali non lavorativi, per chi ha un orario strutturato su 5 giorni, non saranno riconosciuti utili ai fini della tredicesima.

Posizioni organizzative: per noi, le Po vanno pagate dalle amministrazioni non con il fondo del salario accessorio. Questo contratto prevede, invece, che una parte dei proventi per il condono edilizio sia destinato ad incrementare i proventi delle PO. (art 6 nuovo CCNL) rinviando al prossimo contratto le norme programmatiche.

Le particolari responsabilità oggi comprese tra 1000 e 2000 euro passano a 2500. Rimangono invece invariate (una miseria!) le specifiche responsabilità corrisposte al personale dei front office e altri ancora. Nessun incremento poi alle indennità di rischio e alle altre indennità.

Invece di rimettere mano alla assurda divisione del personale ente locale, per riparare a situazioni caotiche e paradossali, invece di dare aumenti reali, il contratto (all’art 9) prevede una sorta di assegno personale al dipendente che in caso di passaggio di categoria percepisca un tabellare inferiore. Ma questo assegno varrà solo dopo la firma del contratto mentre le situazioni createsi in tutti questi anni rimarranno, ancora, senza una soluzione equa e ragionevole.

Buoni pasto: si rinvia alla contrattazione decentrata la patata bollente prevedendo per alcune tipologie lavorative la possibilità del buono all’inizio o alla fine del turno.
Dopo più di due anni dalla scadenza contrattuale vogliono, Governo e sindacati istituzionali, firmare un contratto che non recupera l’inflazione reale (tenendo conto che l’attuale calcolo dell’ISTAT è sotto stimato) e in minima parte gli arretrati.
Non c’è nessun accenno alla parte normativa, all’inquadramento, ai concorsi interni, ecc.

L’ipotesi d’accordo è stata siglata dopo la sua scadenza naturale, dopo l’inizio della decorrenza del prossimo contratto (gennaio 2006) e questo per responsabilità del Governo, ma anche per complicità delle organizzazioni sindacali firmatarie che non hanno mai spinto per una radicalizzazione dello scontro.

Dobbiamo dire no a questo accordo vergognoso: mentre i padroni aumentano i loro profitti, i lavoratori hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Nelle assemblee votiamo contro.

SLAI Cobas - Collettivo “Prendiamo la Parola” - Comune di Milano

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