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Se ero tibetano...

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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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E' compito dei comunisti salvare l'Italia dal declino industriale.

A proposito del polo chimico di Marghera

(17 Febbraio 2006)

Il declino industriale del nostro Paese,in questi ultimi cinque anni, ha subito una accelerazione impressionante.Non c'è settore produttivo,ad eccezione di quello energetico, che non abbia subito profonde trasformazioni nel senso che interi comparti sono spariti o stanno sparendo dal nostro territorio nazionale. Ultimo, in ordine di tempo, riguarda il settore saccarifero con la riduzione di oltre il 50% della capacità produttiva.

Dietro ad ogni chiusura c'è, molto spesso, la disperazione di quanti vivevano di quel lavoro e che di punto in bianco si ritrovano disoccupati e non più in grado di mantenere la propria famiglia.

Uno dei comparti produttivi più in crisi nel nostro Paese è la Chimica, sia essa di Base o Fine.

Negli ultimi 20 anni gli adetti del settore sono diminuiti di oltre 100.000 unità. L'Italia è tra i Paesi più industrializzati quello con il più alto deficit della bilancia commerciale di settore, pari,. nel 2002 a circa 8.3 miliardi di euro.( fonte MAP: ministero delle attività produttive)

Il Polo chimico di Porto Marghera non è immune da questa situazione, anzi: per alcuni settori industriali e politici ha il destino segnato. Da oltre 20 anni sta subendo trasformazioni che hanno portato, una delle più grandi e avvanzate concentrazioni produttive, ad un ruolo sempre meno competitivo nello scenario europeo.

Noi siamo convinti che l'industria chimica di base sia strategica per il nostro Paese e che salvaguardando questo settore possiamo sviluppare fino in fondo la ricerca e la produzione della chimica Fine e le Bioteconologie.

La lotta dei lavoratori chimici di Porto Marghera, ha impedito che si arrivasse alla dismissione totale della produzione del Polo, anzi, i lavoratori si sono fatti promotori di proposte per salvaguardare l'industria chimica a Marghera. si sono firmati degli Accordi di Programma, si sono costituite delle società ad hoc per la realizzazione di progetti produttivi, tipo l'Idrogeno. Tutte queste iniziative sono rimaste sulla carta o quasi.

Grosse responsabilità per il fallimento degli accordi dobbiamo imputarle a quelle forze politiche che governano le Autonomie Locali: Regione, Provincia, Comune.

Evidentemente c'è un progetto che vede il Polo Chimico di Marghera dislocato altrove, magari in Germania o in Polonia, o semplicemente nel sud d'Italia, visto che il MAP ha firmato un accardo per il rilancio del Polo Chimico di Priolo il 16 dicembre 2005.

Non riusciamo a comprendere certi indirizzi politici di quelle forze che si richiamano alla classe operaia e che si dicono comuniste.Invece di assumere il loro ruolo di tutela e guida del movimento dei lavoratori, invece di avvanzare proposte che hanno come finalità la salvaguardia del posto di lavoro, lo sviluppo produttivo e della ricerca per migliorare la qualità del lavoro,si lanciano in iniziative demagogiche e miopi qual'è quella del referendum sulla chimica.

In queste scelte sbagliate troviamo le ragioni per cui Rifondazione Comunista non ha più radici nel movimento operaio di Porto Marghera.

Il prevalere, all'interno del Partito di una linea politica radicale e antagonista , l'aver abbandonato le idee alternative e comuniste sta portando questa esperienza politica che si chiama Rifondazione Comunista all'oblio.

Per queste ragioni, noi compagni di Essere Comunisti, ci stiamo facendo carico di continuare la lotta per l'emanciapazione della classe oparaia e per salvare il Partito dalla deriva socialdemocratica.

Mestre, 16/02/06

Partito della Rifondazione Comunista
Coordinamento provinciale
Essere Comunisti

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