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(1 Marzo 2006)
Un accordo di legislatura offerto al governo di centrosinistra. Magari con l’accordo di Cisl e Uil. È la proposta centrale di Guglielmo Epifani all’apertura del congresso della Cgil. Un Congresso dominato, nell’arredamento, da un unico colore: il rosso. E dagli applausi ripetuti di una platea appassionata. La relazione del successore di Sergio Cofferati non ha però alcuna intonazione settaria o arroccata. È, certo, dominata dalle tematiche politiche. Un atto d’accusa severo nei confronti del governo di centrodestra e, nello stesso tempo, un apprezzamento nei confronti del programma dell’Unione.
Interessante, nell’ampia esposizione, lo spazio dedicato anche all’autocritica, a proposito di un limitato impegno del sindacato, a tutti i livelli, sui temi della concreta condizione dei lavoratori. Un limite dovuto anche al fatto che spesso Cgil, Cisl e Uil hanno dovuto occuparsi, in questi anni, di problemi di ristrutturazioni, se non di chiusure, di numerose aziende o di contratti che non si rinnovavano.
Delusi coloro che si aspettavano un ripensamento della Cgil sui temi del modello contrattuale. Epifani ha ribadito una difesa intransigente del contratto nazionale. Ha però chiesto a Cisl e Uil di tenere conto, nell’esame delle differenze su questi temi, delle esperienze fatte. Come quelle del metalmeccanici a proposito della democrazia, nell’approvazione o meno dei risultati contrattuali. O del fatto che sono state numerose le esperienze di contrattazione territoriale (una scelta cara alla Cisl).
Numerosi i dirigenti politici presenti. Come Fassino, D’Alema e Damiano che hanno parlato di “programmi convergenti”. Come Bertinotti, Giordano, Diliberto, Bassanini, Treu, Pecoraro Scanio, il braccio destro del presidente del Consiglio, il presidente del Cnel Marzano. Un congresso guardato, insomma, con grande attenzione. Domani e venerdi, attesa per gli interventi di Pezzotta (Cisl) e Angeletti (Uil). Risponderanno ad Epifani
Bruno Ugolini (L'Unità 1 Marzo 2006)
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