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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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(Licenziamenti politici)

2006 – Continua la guerra permanente/guerra sociale

Botte, licenziamenti, arresti.

(6 Marzo 2006)

In questi primi due mesi per i lavoratori, per gli operai, si sono presentate le stesse condizioni dell'anno precedente: bassi salari, repressione, licenziamenti.

A Pomigliano d'Arco, all'alfa, dopo un duro scontro tra i sindacalisti di cgil-cisl-uil e gli operai che, nei giorni del referendum sull'ultimo contratto metalmeccanico contestavano l'accordo firmato con i padroni e il governo, sono stati licenziati, per rappresaglia, diversi delegati dello slai-cobas.
La Fiat fa il lavoro sporco che i sindacati confederali non possono fare :mettere a tacere la rabbia operaia contro un accordo capestro.

Nei giorni precedenti sempre a Napoli durante una manifestazione di lavoratori delle ditte SIS e PAm, che reclamavano il salario , il corteo è stato attaccato dalla polizia e diversi lavoratori e delegati del Sindacato Lavoratori sono stati picchiati e alcuni arrestati.

A Roma in questi giorni un altro lavoratore dell'Atesia, è stato licenziato per motivi politici.
Questo licenziamento si va ad aggiungere agli altri avvenuti prima dell'estate. Tutti questi licenziamenti hanno avuto l'avallo dei sindacati confederali che si volevano sbarazzare di lavoratori scomodi e non disposti a farsi sfruttare da un padrone, come TRipi, che è anche un finanziatore della campagna elettorale del centro-sinistra.

Tutto questo in poco tempo. Tutto questo per ribadire che la guerra tra capitale e lavoro non ha mai finita e che riprende sempre più accesa. In tutti i posti di lavoro e in tutti i paesi.

Come è sempre più accesa la guerra guerreggiata delle nazioni imperialiste contro le popolazioni, i lavoratori dell'Irak, dell'Afghanistan e degli altri paesi del sud del mondo.

Dire che la guerra è l'altra faccia della guerra contro i lavoratori è dire che per farla finita con la prima bisogna farla finita con la guerra sociale. Cioè bisogna farla finita con i padroni e i loro governi. Bisogna organizzarsi per questo, tessere una rete tra le varie realtà di lotta per far fronte in modo collettivo all’attacco del capitale: andare oltre l’indispensabile e urgente difesa dei lavoratori licenziati ed organizzare nuovi percorsi di antagonismo.

SOLIDARIETA’ CON I LAVORATORI LICENZIATI E ARRESTATI!

Roma, 2 marzo

laboratorio di resistenza alla guerra
labnoguerra@tiscali.it

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