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    Savona - trasferimento Piaggio: tra potere e affari

    (4 Marzo 2006)

    Siamo stati fin troppo facili profeti: nel commentare, qualche giorno fa, la crisi (apparentemente rientrata) al vertice della Camera di Commercio di Savona, ci eravamo permessi individuare nel trasferimento dello stabilimento Piaggio da Finale a Villanova d'Albenga, il nuovo e più interessante “oggetto del contendere” nell'intreccio tra potere e affari, attorno al quale si stanno giocando gli equilibri nella nostra Provincia.

    Detto, fatto: è di poche ore fa la notizia che il Parlamento ha fatto sparire, dal cosiddetto decreto “milleproroghe” il finanziamento previsto dalla legge 237 del 1993 per il settore aeronautico, che stanziava 25 milioni di euro nel 2006 ed altri 25 nel 2007.

    I soldi avrebbero dovuto servire non per costruire il nuovo stabilimento ma a finanziare le infrastrutture chieste dal Comune di Villanova e, in parte, la produzione civile e militare della Piaggio.

    Nello stesso tempo, a Finale, tra la cittadinanza, nel consiglio comunale, nel sindacato si è aperto un forte dibattito riguardante sia il destino delle aree eventualmente lasciate libere dal trasferimento della fabbrica, sia il destino della fabbrica stessa sollevando i temi del piano industriale legato, appunto, al trasloco dell'impianto produttivo.

    Sotto questo aspetto molti temono una riedizione dell'affare – Ferrania, laddove in assenza di una precisa programmazione rivolta nella direzione dell'unitarietà del ciclo e del mantenimento della prerogative tecniche peculiari dell'azienda, è stato poi facile smantellare, ridurre a pezzi e bocconi, svendere ed introdurre diversificazioni d'uso del tutto esiziali per il futuro aziendale.

    Quale lettura è possibile fornire, allora, alla luce delle notizie in nostro possesso?
    Prima di tutto è necessario ricordare come ci siano settori del centrodestra storicamente orientati a ridimensionare la presenza della Piaggio nel panorama dell'industria aeronautica italiana. Si tratta di settori legati, in particolare alla Lega Nord, e orientati a favorire la Aermacchi di Varese. A questo proposito va ricordato come, nel 1994, si effettuò un primo tentativo di vera e propria chiusura della fabbrica finalese, cui si pensò di sottrarre il brevetto del P180: l'allora senatore leghista di Savona, Sergio Cappelli, aderì all'iniziativa e fu soltanto attraverso la lotta dei lavoratori e ad una interpellanza, tempestivamente presentata alla Camera, dal deputato di allora, il magistrato Michele Del Gaudio, che fu possibile evitare la liquidazione;
    In secondo luogo è necessario ribadire come si sia in carenza di un piano industriale ben preciso e come la produzione del P130 (che rappresenta l'80% del fatturato Piaggio)stia rallentando. Per il 2005 era prevista la consegna di 21 velivoli, in realtà ne sono stati ultimati soltanto 13. Appare, grave, sotto questo aspetto la latitanza di iniziativa da parte del Sindacato. Non vorremmo che accadesse come per la Ferrania: con i sindacalisti che facevano i capi popolo agitando le lastre per le radiografie targate Ferrania a scopo propagandistico, ma in realtà ben coscienti che la parte maggiormente innovativa della brevettazione Ferrania era già state ceduta, proprio alla concorrente Kodak, al momento del passaggio da 3M ad Imation nel 1995. Ecco: non vorremmo che il caso Piaggio nascondesse situazioni del genere;
    Come ci era già capitato di annotare riferendo dello scontro interno alla Camera di Commercio di Savona, ci sono in ballo due “bocconi grossi”: come realizzare, nella piana d'Albenga, le infrastrutture necessarie allo stabilimento (con tutto ciò che comporterà questo fatto: espulsione di attività presenti, valore dei terreni e degli immobili, nuovi insediamenti abitativi. Pensiamo che, nella zona, dovrebbe collocarsi anche la nuova stazione di Albenga-Alassio in previsione del raddoppio della ferrovia da Finale ad Andora). Insomma: affari da milioni di euro. Così come un affare da milioni di euro potrebbe diventare l'utilizzo delle aree lasciate libere da Piaggio, in quel di Finale.


    Centrodestra e Centrosinistra saranno sicuramente impegnati a determinare gli equilibri di questo nuovo assetto del territorio: occorre prestare attenzione, il massimo dell'attenzione.

    In ballo ci sono i destini dell'ultimo insediamento industriale importante della nostra Provincia e gli assetti territoriali di due zone come la piana d'Albenga ed il Finalese.

    Enti Locali e movimento sindacale, possono giocare un ruolo decisivo: a patto di trovare autonomia di progetto e non ridursi a meri fiancheggiatori dello scontro in atto, perché l'obiettivo vero sarà omologo a quello savonese: favorire il ridimensionamento dell'industria per alimentare la speculazione.

    Savona, li 3 Marzo 2006

    Franco Astengo

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