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SEGNALI INQUIETANTI

comunicato della Confedarazione COBAS

(4 Agosto 2002)

Dopo le richieste dei Prefetti di avere le liste di chi aveva scioperato; dopo la visita alla Camera del Lavoro di Benevento; dopo l’iniziativa dei carabinieri presso quattro fabbriche di Tolentino, arriva lo "strano" furto degli schedari degli iscritti alla CGIL Funzione Pubblica della Lombardia.

A chi e a che cosa potrebbe servire avere gli elenchi di chi sciopera e degli iscritti ai sindacati, e, in particolare modo, alla CGIL?
Per quanto ci sforziamo non riusciamo a trovare una risposta soddisfacentemente razionale.
Ed è per questo motivo che la questione ci appare ancor più inquietante.

Domata la magistratura, controllati i maggiori mezzi d’informazione, data per scontata la "fedeltà" delle forze dell’ordine, acquisita la collaborazione di CISL e UIL, cosa rimane per completare la "normalizzazione"?

In un contesto di forte scontro istituzionale, dove, però, la minoranza parlamentare è resa impotente dal meccanismo maggioritario, l’opposizione sociale costituisce l’unico fattore in grado di contrastare le politiche del governo e della Confindustria.
Se con il Movimento – vedi Napoli e Genova – la "cura" è quella del manganello e della feroce repressione di piazza, con i sindacati riottosi (sindacalismo di base) si va dalle perquisizioni provocatorie (Bologna) alle sanzioni penali, rispolverando articoli del codice Rocco, tipo associazione sovversiva di stampo locale, senza finalità terroristiche, portando come prove la partecipazione agli scioperi, le manifestazioni, i cortei (Taranto).
Verso la CGIL, che, dopo la non sottoscrizione del "Patto per l’Italia", è divenuta la maggiore componente di opposizione istituzionale, sembra essersi aperta una sottile guerra di nervi, fatta di continue provocazioni, a cominciare dalle accuse a Cofferati come mandante dell’omicidio Biagi e continuando con le incursioni sugli scioperanti e sulle liste degli iscritti.
Può essere questa la chiave di lettura di quanto sta accadendo?
O c’è di peggio?

Ancora non lo sappiamo, ma a maggior ragione chiamiamo tutti alla massima vigilanza ed alla massima attenzione verso ogni forma di provocazione. L’autunno sarà caldo, la lotta dura e lunga e, si è capito, a qualcuno questa prospettiva proprio non piace.

Agosto 2002

Confederazione COBAS

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