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(7 Marzo 2006)
Il Comitato casa San Pietro di Sassuolo esprime sdegno e condanna per il brutale pestaggio subito da un giovane immigrato da parte delle forze dell'ordine avvenuto a Sassuolo domenica 19 febbraio. Condanniamo la raccolta firme promossa dalla Lega Nord in solidarietà con chi, tramite palese testimonianza filmata, ha commesso un abuso che non ha e non può avere giustificazione alcuna. Questo barbaro atto non è che l'ultimo episodio volto a creare un clima di razzismo ed intolleranza. Infatti, con il pretesto del rispetto della "legalità", già lo scorso giugno 58 famiglie, per lo più di lavoratori immigrati inseriti nel tessuto produttivo sassolese, sono state sgomberate con la forza da oltre 150 poliziotti in assetto antisommossa dai loro appartamenti siti nel Palazzo Verde di via san Pietro. Con il pretesto della "sicurezza e dell'ordine pubblico" non sono stati colpiti né criminali né spacciatori, ma sono state sgomberate case di cui questi lavoratori immigrati erano proprietari e che avevano acquistato con anni di mutui e sacrifici.
Il Comitato esprime altresì il timore che la campagna razzista che da mesi pervade Sassuolo stia preparando, secondo quanto già emerso in questi giorni sulla stampa locale, un nuovo sgombero stavolta in via Adda, a poche centinaia di metri dal precedente. Se ciò avvenisse non farebbe che avvallare la tesi che da sempre il Comitato sostiene, cioè che vi sia una speculazione edilizia dietro questi sgomberi. Il problema dello spaccio e della micro-criminalità che coinvolge Sassuolo, come molte altre città e comuni nel Paese, non è una questione di ordine pubblico, né tanto meno di giustizia sommaria. È prevalentemente un problema sociale. Dunque un problema che può essere risolto solo attraverso lo sviluppo, la maggior distribuzione della ricchezza e soprattutto una maggiore occupazione. In questo contesto senz'altro la legge Bossi-Fini è uno dei maggiori responsabili della clandestinità, precarietà e sofferenza in cui sono costretti oggi a vivere troppi immigrati.
Facciamo appello a tutte le forze politiche di sinistra, alle associazioni e ai sindacati ad un ruolo attivo nel contrastare la campagna razzista che a Sassuolo, come altrove, la Lega Nord sta fomentando. Come sempre saremo in prima fila dalla parte dei lavoratori immigrati residenti in via Adda qualora fossero soggetti, come già avvenuto in via san Pietro 6, ad uno sgombero pretestuoso dalle proprie case.
Comitato Casa San Pietro
Il giovane e' in grasvi condizioni e asetta un intervento chirurgico.Era stato adottato dalla iadl l'associazione per i diritti delle minoranze che ha sede a Roma in via Angelo Bargoni 8 dove stava agli arresti domiciliari.Le sue condizioni si sono aggravate qualche giorno fa e adesso sta ricoverato al S. Camillo di Roma reparto neurochirurgia dopo che i giornali avevano avuto la faccia tosta di dire che non c'era stato alcun pestaggio.Anche le motivazioni per cui si e' proceduto all'arresto non sono chiari in quanto il giovane era palesemente ubriaco ma questo non basta a spiegare il pestaggio.Purtroppo si sta verificando la stessa situazioe già esistente in Francia. I lavoratori maghrebini sono i primi ad essere licenziati perche' i padroni per sfruttare il piu' possibile prendono moldavi e rumeni che sono docili e vengono pagati molto meno.In questa situazioe nell'assenza dello stato e nella debolezza della società civile si sviluppa l'incultura leghista e si formano i ghetti.
Chiediamo una inchiesta sul caso e la mobilitazione di tutti i compagni di movimento
per info islamic.adl@gmail.com
tel IADL 06 87440137
(22 Marzo 2006)
per la IADL
zaynab salaheddin
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