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Fs, licenziato perché denuncia l’inutilità dei sistemi di sicurezza

Si tratta di un sindacalista dell’Orsa. Fausto Bertinotti: «Grave ed inaccettabile»

(11 Marzo 2006)

Licenziato perché ha denunciato le assurdità del sistema di sicurezza della linea ferroviaria e si è rifiutato di partire con l’Eurostar. Non è la prima volta che Trenitalia utilizza strumenti repressivi contro sindacalisti e semplici dipendenti, ma questa volta il provvedimento ha tutta l’aria di rappresentare un atto politico. Dopo i quattro macchinisti che sbugiardarono l’azienda nel corso della trasmissione Report, ecco il quinto licenziamento. Si tratta di un sindacalista dell’Orsa (nonché rappresentante per la sicurezza), Dante De Angelis. Il confronto sulla sicurezza, occorre ricordare, è in pieno svolgimento. Per lunedì prossimo è addirittura in programma una nuova riunione tra le tre organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil insieme alla stessa Orsa, Fast e Ugl e i vertici di Trenitalia. Non solo, ormai tutti gli scioperi battono sempre sullo stesso punto. Dopo il disastro di Crevalcore (poco più di un anno fa), in cui morirono diciassette persone, la battaglia è ripresa con maggior vigore.

Nella motivazione del licenziamento, l’azienda parla di un “rapporto di fiducia venuto a mancare”. A contestare il licenziamento di De Angelis sono tutti i sindacati del settore. «E’ un provvedimento che interviene a gamba tesa - si legge in un comunicato di Filt, Fit, Uilt, Fast, Ugl e Orsa - nel pieno di un confronto negoziale a cui l’azienda è stata costretta da più lotte attivate dalle organizzazioni sindacali». «A tale arroganza occorre reagire con forza e determinazione», si legge nel comunicato. Essendo già in programma un incontro per il prossimo lunedì, «in caso di esito negativo, le segreterie nazionali decideranno un’iniziativa di lotta da tenersi entro l’ultima decade di marzo». Per Raniero Casini, segretario nazionale del Sult/Fs, lo sciopero è la risposta più probabile, «a cui arriveremo con un percorso condiviso con i ferrovieri e senza una caratterizzazione di sigle sindacali».

Il Vacma è il famigerato “sistema” che impone ai macchinisti di schiacciare un pedale posto nella cabina di guida. In questo modo, secondo le Ferrovie dello Stato, viene “testato” il grado di attenzione del macchinista stesso. Ciò dovrebbe servire a evitare gli incidenti che hanno alla base l’errore umano. I dipendenti delle Ferrovie dello Stato contestano da sempre questo sistema e propongono all’azienda di adottare un altro sistema, la “ripetizione del segnale” in cabina, ovvero una codificazione sul pannello di controllo dei segnali che via via il macchinista incontra sulla linea.

Sulla vicenda, infine, è intervenuto il segretario del Prc Fausto Bertinotti che ha definito il licenziamento «grave ed inaccettabile». «Il macchinista si era rifiutato di partire con un Eurostar sul quale era montato il famigerato Vacma, il meccanismo che invece di garantire la sicurezza dovrebbe servire a ridurre il numero dei macchinisti stessi», si legge in un comunicato. «Meccanismo fra l’altro contestato da tutti i sindacati e contro il cui impiego si sono pronunciate pure le Asl», continua Bertinotti. «Sono così diventati cinque i ferrovieri licenziati per motivi che riguardano la sicurezza». Gli altri quattro sono quelli che hanno consentito le riprese della trasmissione televisiva “Report” proprio sulla sicurezza delle ferrovie. «Dopo i gravi incidenti di Cravalcore prima, e di Roccasecca poi, che testimoniano la carenza della sicurezza e l’ordinario sfascio quotidiano in particolare a danno dei pendolari, Trenitalia non si può permettere un licenziamento che sa di cieca rappresaglia. Il provvedimento di licenziamento andrebbe immediatamente ritirato, così come un atto di giustizia sarebbe rappresentato dal reintegro di tutti e cinque i ferrovieri in questione», conclude il segretario del Prc.

Fabio Sebastiani (Liberazione 11 Marzo 2006)

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