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"Incidenti"

(6 Novembre 2010) Enzo Apicella
Esplode la Eureco di Paderno Dugnano: sette operai feriti, quattro rischiano la vita. In Puglia tre morti sul lavoro nell'ultima settimana

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    (Di lavoro si muore)

    I ferrovieri sfidano le Fs: ritirino i licenziamenti o sarà sciopero

    Stop di otto ore il primo giorno utile fra il 31 marzo e il 5 d’aprile. Lo scontro è sul Vacma e sulla sicurezza. A Foggia un operaio delle manutenzioni muore travolto da un treno

    (15 Marzo 2006)

    Se le Fs non ritireranno «il licenziamento del macchinista Dante De Angelis e dei ferrovieri che hanno denunciato carenze in materia di sicurezza» la risposta dei lavoratori sarà lo sciopero. Lo stop sarà «di 8 ore - da attuarsi nel rispetto delle norme previste - per il primo giorno utile fra il 31 marzo e il 5 d’aprile». L’assemblea nazionale dei ferrovieri, convocata dalla Rsu Pax di Roma, prende in mano le redini della vertenza per la sicurezza respingendo «con determinazione» i tentativi di intimidazione posti in essere dall’azienda per arginare la protesta che da tempo monta contro il Vacma. Si tratta di un sistema che impone ai macchinisti di schiacciare ogni 55 secondi un pedale posto nella cabina di guida. In questo modo, secondo le Fs, viene testato il grado di attenzione del macchinista stesso. In realtà, ribattono i sindacati, si ottiene l’effetto contrario, cioè quello di distrarre il lavoratore dalla guida. Tesi, quest’ultima, che trova conferma nei pronunciamenti di numerose Asl, che hanno accertato la nocività del famigerato pedale, fino a sanzionare Trenitalia, come è accaduto di recente a Bologna.

    Nei mesi scorsi molti macchinisti si erano rifiutati di salire sui locomotori dotati del Vacma. Tra questi Dante De Angelis, rappresentante per la sicurezza, che il 4 febbraio scorso aveva fermato un’Eurostar alla stazione di Bologna. Improvvisamente le Fs hanno deciso di usare la mano forte, facendo scattare il licenziamento. Non è la prima volta che l’azienda ricorre a questi provvedimenti estremi: ne sanno qualcosa i quattro ferrovieri mandati a casa per aver collaborato con la trasmissione Report, mostrando la carente sicurezza della rete ferroviaria ligure.

    Che quello della sicurezza sia un problema con cui bisogna fare i conti lo dimostra il grave incidente avvenuto la scorsa notte a pochi chilometri da Foggia, nel quale ha perso la vita Luigi Roca, di 49 anni, investito e ucciso da un treno Intercity Foggia-Milano. L’operaio era al lavoro nella stazione di Rignano scalo su una macchina speciale che serve per rimettere in sesto i binari. Al momento di scendere dal mezzo, avrebbe sbagliato lato finendo dalla parte in cui stava sopraggiungendo l’Intercity Lecce-Milano, che in quel tratto raggiunge una velocità di oltre 140 km all’ora. Roca è stato colpito su un lato: sbalzato violentemente contro la massicciata, è morto sul colpo a causa dell’urto. L’operaio era sposato, svolgeva il suo lavoro di messa in sicurezza dei binari già da diversi anni ed era considerato bravo ed esperto. «In teoria - spiega Raniero Casini, segretario del Sult tf - le manutenzioni dei binari andrebbero fatte approfittando degli intervalli di tempo tra il passaggio di un treno e l’altro. Se per risparmiare invece si eseguono i lavori lo stesso e senza prendere le necessarie precauzioni aumenta il rischio d’incidenti».

    I sindacati da tempo puntano il dito contro le politiche di risparmio sui costi adottate dalle Fs a seguito della privatizzazione. Per evitare di perdere un patente di sicurezza acquisita nei decenni passati, ci vorrebbe un intervento del governo. Non sembra però andare nella direzione giusta la direttiva firmata l’altro giorno dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Pietro Lunardi. «Tale direttiva, che contiene precise indicazioni sia per il Gestore dell’infrastruttura Rfi SpA che per le Imprese ferroviarie», riferisce un comunicato ministeriale, mira a «garantire il rispetto dei tempi programmati per il completamento degli investimenti sulla rete nazionale riguardanti l’introduzione delle tecnologie innovative sulla sicurezza (sistema di controllo di marcia del treno, sistemi di supporto alla condotta e sistema Gsm-R)».

    Casini scuote la testa: «Raccomandare alle Fs il rispetto dei tempi previsti per l’ammodernamento tecnologico mentre si tagliano i finanziamenti al trasporto ferroviario - osserva il dirigente del Sult - è solo una boutade elettorale. Ci auguriamo che il prossimo governo prenda realmente a cuore il sistema dei trasporti nel nostro paese, che deve essere guidato dalla mano pubblica».

    Il problema è che le Fs vogliono usare le tecnologie non per aumentare la sicurezza ma per tagliare il personale. «L’obiettivo - spiega Savio Galvani del coordinamento 12 gennaio - è quello di far condurre i treni da un macchinista invece che da due. Non a caso sia il sistema di controllo di marcia del treno che il sistema di supporto alla condotta hanno come sottosistema di bordo il Vacma, pronto ad essere utilizzato in caso di guasto».

    Roberto Farneti(Liberazione 15 Marzo 2006)

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