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Addio compagne

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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
Il logo della campagna di tesseramento del prc 2010 è una scarpa col tacco a spillo

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    Scenari futuribili

    (19 Marzo 2006)

    Parigi brucia e quando brucia Parigi, brucia tutta l'Europa: quali saranno gli esiti della rivolta parigina contro il precariato, l'instabilità, la pressione che questo liberismo provoca sulla vita umana, lo vedremo nel prossimo futuro, per intanto, in Italia, si aspetta l'esito delle elezioni politiche del prossimo 9 Aprile.

    Mi permetto, allora, di tentare una previsione e di delineare uno scenario, rivolgendomi a quanti, organizzati o singoli, pensano di poter ancora proporre una iniziativa politica ancorata ad una idea di alternativa di sistema.

    La previsione è questa, riassunta in pochissime righe: andrà a votare poca gente, a destra la disaffezione rivelatasi molto forte nell'occasione delle ultime tornate (Europee, Regionali) non rientrerà, anzi la scadente qualità della campagna elettorale potrebbe anche contribuire ad alimentarla ulteriormente; a sinistra, tutta una serie di insorgenze sociali che emergono dal vivo della società trovano difficoltà a reperire riferimenti sul piano politico – elettorale, mentre tutta un'area di quadri politico – intellettuali fuori da tempo dalla politica, non troverà certo in questa occasione la voglia di rientrare.

    Insomma: parteciperanno alle elezioni le due squadre di “tifosi” ed il centrosinistra prevarrà molto più nettamente di quanto non indichino i sondaggi ufficiali (si pensa ad un 10% di scarto).

    A questo punto si apriranno i giochi sul serio: centrodestra e centrosinistra, così come questi due schieramenti si stanno presentando alle elezioni, sono strutture fittizie, collegato al loro interno da meccanismi fragili, pronti ad andare in pezzi al richiamo della concretezza delle scelte imposte dall'agire politico, al di fuori della propaganda.

    Il sistema politico si ristrutturerà attorno ad alcuni nodi di fondo, primo fra tutti la modifica della legge elettorale ed è difficile oggi prevederne le dinamiche: pur tuttavia si può pensare fin da adesso ad una forte spinta per un riequilibrio “centrista” del sistema, attraverso la formazione del Partito Democratico, che porterà ad una ricollocazione di molti soggetti, in primis Rifondazione Comunista e Verdi; mentre sulla destra l'operazione più importante sarà rappresentata dal tentativo di collocare lateralmente la Lega, per provvedere alla costruzione del soggetto di confronto verso il Partito Democratico, all'interno di un meccanismo di “bipolarismo temperato” ( Partito Unico tra AN,UDC,FI, oppure una federazione, o qualche forma originale di collegamento).

    L'attività di governo risulterà inevitabilmente coinvolta dalle fibrillazioni che lo schema appena esposto imporrà all'intero quadro politico, mentre alcune grandi questioni scuoteranno l'opinione pubblica, ponendo già lo stesso governo di centrosinistra, in immediata difficoltà.

    La situazione internazionale, quella economica e quella sociale, non concederanno al nuovo governo, neppure i classici “cento giorni” di luna di miele.

    Alcuni temi, di valore ed importanza assolutamente decisivi, saranno affrontati, dal nostro punto di vista, nel vuoto di una proposta e di presenza politica di una sinistra alternativa (non semplicemente “antagonista”) collocata fuori dall'ipotesi liberista, che domina la scena comprendendo anche i partiti dell'Unione:

    La politica internazionale, con particolare riferimento al rapporto con la superpotenza, avviata a proseguire nella strategia bellica (al vertice della Casa Bianca siedono ormai “think- thank, formati per far coincidere ideologicamente “lotta al terrorismo” con “scontro di civiltà” e sviluppare su questo una forte attività di propaganda di tipo esclusivamente ideologico). Gli USA, insomma, pericolosi guardiani del mondo, verso i quali sarà difficile esprimere una politica in continuità con il passato ( pensiamo a quanto inciderà l'adozione di una linea politica fondata sui presupposti ideologici appena esposti, al riguardo della causa palestinese, della situazione in medio Oriente, in Africa, nell'America Latina, ed al problema del ritiro dei soldati italiani da tutti gli scenari di guerra in cui sono impegnati);

    La politica economica – sociale. Sotto questo aspetto abbiamo due livelli da affrontare: il nuovo Governo si muoverà sulla linea tracciata dalla Commissione di Bruxelles, dalla Banca d'Italia e dalla Confindustria. Sarebbe sbagliato, sotto questo aspetto, limitarci alla difensiva: ci sono possibilità concrete di riprendere in mano grandi temi quali quelli dell'intervento pubblico in economia, della programmazione, della ricontrattazione dei parametri di Maastricht (partendo dal non rispetto del Patto di stabilità). Il nuovo governo spingerà, invece l'acceleratore sulle ipotesi liberiste, di ricerca di competitività esterna ed interna, per una struttura industriale italiana priva di settori fondamentali per muoversi efficacemente in questa direzione e ridotta alla crisi di alcuni settori manifatturieri, che richiederanno protezionismo e non voli pindarici. Ciò che a noi maggiormente interessa, però, è il tema della condizione materiale di lavoro, in tempi dove precarietà, instabilità, incertezza la fanno da padrone. Il tema del lavoro sarà al centro del livello di contraddizione più forte, che il nuovo governo si troverà di fronte rispetto a settori sociali che, difficilmente, accetteranno la logica del “patto di legislatura” portata avanti dalla CGIL;

    Un altro terreno di contraddizione emergente sarà quello dei diritti sociali. Molti sotto questo aspetto sperano in una ventata di “zapaterismo” ed alcuni, alla ricerca di una idea accettabile di “stato laico” si sono rivolti alla “Rosa nel Pugno”. A risultati elettorali conosciuti, in questo campo, emergeranno sicuramente contraddizioni tra le più forti, tra quelle che agiteranno il nuovo quadro di governo;

    Questione istituzionale e concezione della politica. Con ogni probabilità nei primi giorni della XV legislatura (subito dopo le elezioni amministrative) ci troveremo di fronte alla scadenza del referendum confermativo sulle riforme Costituzionali. E' indubitabile che il progetto varato dal Centrodestra debba essere respinto, ma il Centrosinistra deve essere avvertito che non rimane più spazio per Bicamerali – bis; Assemblee Costituenti, ecc. Ci incammineremo, invece, in nuovo tentativo di sistematizzare l'assetto dello Stato, la forma di governo, il ruolo del Parlamento dentro alla logica della personalizzazione della politica, dell'americanizzazione (primarie, duelli televisivi, ecc), dello strapotere di partiti, ormai privi di ruolo sociale, ma potentissimi detentori, pressoché assoluti, del potere di nomina.

    Ho svolto soltanto questi esempi, che mi paiono i più significativi, senza entrare nel merito di tanti altri aspetti della vicenda politico – sociale che pure meriterebbero di essere ampiamente trattati,per dire che nel quadro di composizione/ricomposizione del quadro politico italiano, si può aprire uno spazio significativo, anche sul piano della possibilità organizzativa e dell'espressione elettorale, per una sinistra alternativa, posti al di fuori dal quadro del centrosinistra, capace di rilanciare le tematiche fondamentali di un “programma minimo” di difesa ed una ricerca poste sul terreno degli spazi agibili verso una fase di transizione, cui far prendere le mosse in una fase strettamente difensiva come quella attuale.

    Esistono i soggetti, fuori e dentro le entità organizzate dei diversi segmenti della sinistra italiana più coerente e radicale, per avviare un processo di confronto su questi temi, di collegamento reale e non semplicemente elettoralistico con quei settori di insorgenza sociale e di movimento che, in vari campi, continueranno ad agire; di ricerca verso una nuova strutturazione organizzativa che, nel rispetto delle diverse pluralità, costruisca luoghi di sintesi e di proposta unitaria, in modo da far crescere, con tutta l'attenzione del caso, una possibile presenza di sinistra alternativa, anche sul piano delle dinamiche politiche contingenti, a partire da quelle della rappresentanza istituzionale?

    Pongo questo interrogativo, senza fornire alcuna risposta e senza indirizzare questo messaggio verso l'uno o l'altro degli interlocutori possibili.

    Quel che è certa è l'impossibilità, all'interno dei soggetti oggi concretamente in campo a partire da Rifondazione Comunista, di operare efficacemente nella direzione indicata: servono nuove e diverse soggettività, plurali nei loro riferimenti ideologici, politici, organizzativi e questo schema di ragionamento prende allora, nella sua conclusione, quasi la forma di un appello perché si cominci a verificare le disponibilità possibili.

    Savona, li 18 Marzo 2006

    Franco Astengo

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