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(15 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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Con gli irresponsabili di Pomigliano... senza se e senza ma!!

(24 Marzo 2006)

L’Assemblea Nazionale, convocata dai compagni dello SLAI/Cobas, per organizzare la protesta contro i licenziamenti di Pomigliano d’Arco è un appuntamento di mobilitazione da sostenere pienamente e da propagandare nei posti di lavoro e sul territorio.

Senza ritornare sui contenuti deludenti e peggiorativi - particolarmente in materia di precarizzazione del lavoro e di tutela dei diritti - del Contratto Nazionale firmato da CGIL, CISL e UIL, la vicenda repressiva di Pomigliano d'Arco è paradigmatica del modello autoritario e blindato di relazioni sociali e sindacali che, di fatto, si stanno imponendo nei luoghi di lavoro ed in tutta la società.

Del resto quello che è accaduto alla FIAT di Pomigliano è stato anticipato, nei mesi scorsi, dal linciaggio mediatico e giudiziario a cui sono stati sottoposti i lavoratori dei trasporti pubblici che pure avevano bocciato il Contratto/Bidone, dall’attacco contro i lavoratori aeroportuali che hanno contestato la ristrutturazione selvaggia del settore e dalla messa all’indice di tutte quelle vertenze che per esprimersi compiutamente hanno dovuto infrangere la gabbia dell'articolo 146/90 (la regolamentazione e limitazione del diritto di sciopero)

Un Accordo, quello dei Meccanici, bocciato alla FIAT di Melfi (1800 contrari contro 1200 a favore), alle carrozzerie di Mirafiori, alla Fincantieri di Riva Trigoso (89% di NO) ed ai Cantieri Navali di Palermo. Un significativo risultato che non si è limitato ai più grossi centri operai del paese ma che raggiunge il 25% dei NO in Liguria ed il 20% in Piemonte. Del resto per chi è ancora dubbioso o vittima della massiccia propaganda dei sindacati collaborazionisti, per come vengono condotte e gestite le assemblee operaie di ratifica degli accordi, consigliamo la visione del video, autoprodotto dallo SLAI/Cobas, in cui è possibile rendersi conto del reale andamento dell’assemblea di Pomigliano che ha bocciato l’Accordo e del comportamento arrogante e provocatorio tenuto dai sindacalisti di FIOM-FIM-UILM.

Si vergogni – quindi – il “sinistro” Rinaldini il quale, in evidente difficoltà politica rispetto a quanto accaduto a Pomigliano, è ricorso ad una squallida denuncia alla Magistratura contro lo SLAI/Cobas per tentare un impossibile recupero di un immagine della FIOM che, specie a Pomigliano, ha, negli ultimi anni, sempre sottoscritto accordi peggiorativi delle condizioni di lavoro, con buona pace delle “chiacchiere della domenica” sulla presunta alterità/diversità della FIOM rispetto alla CGIL!!!

I lavoratori di Pomigliano colpiti dai licenziamenti, in queste settimane, sono stati lasciati soli da tutta la sinistra. Non abbiamo visto appelli alla mobilitazione, gesti di solidarietà concreta, comunicati o interrogazioni parlamentari da parte di nessun partito.

Anzi, particolarmente, il PRC mantiene, su questa questione, un pesante e premonitore silenzio. Pesante perché costituisce un tacito avallo all’operato repressivo della FIAT e premonitore perché esemplificativo di quello che sarà l’azione politica e sindacale contro i lavoratori di un prossimo probabile governo dell’Unione Prodiana d cui il PRC costituirà una componente essenziale.

A fronte di questo scenario – in cui i licenziamenti di Pomigliano sono un campanello d’allarme da comprendere pienamente – occorre esprimere il massimo di solidarietà militante verso i compagni della FIAT licenziati e lottare per il loro immediato reintegro in fabbrica.

Nel contempo – però – occorrerà mettere mano, tutti assieme, alla ricostruzione e riqualificazione politica ed organizzativa di un movimento di massa che, dentro e fuori i posti di lavoro, unendo lavoratori, disoccupati, precari a vario titolo, immigrati e quanti vivono la pesantezza dello sfruttamento e dell’alienazione capitalistica riesca ad arginare ed ostacolare le politiche di ulteriore attacco e deregolamentazione del mercato del lavoro e della generale condizione operaia.

Il complicato scenario politico ed istituzionale che si approssimerà nei mesi a venire ci chiama a scelte di maturità politica in cui non dovranno trovare posto settarismi organizzativi, tanto inefficaci quanto ingiustificati, anzi – quanti hanno a cuore l’autonomia,l’indipendenza e l’espansione dei movimenti – dovranno trovare tutte le occasioni possibili per esprimere, unitariamente, le ragioni politiche e sociali delle lotte rifiutando le esche avvelenate, i bavagli dei probabili “governi amici” ed ogni imperativo di disciplinamento verso le compatibilità dei poteri forti del capitale.

L’Assemblea del 25 a Napoli al POLITECNICO, l’Incontro di alcune Reti Sociali di Movimento del 26 a Roma, al Cinema TIBUR, possono essere alcuni dei passaggi concreti e condivisi in questa direzione di marcia da percorrere!!

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