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Così il Dipartimento di Stato USA tutela gli americani in Italia

A proposito dell'allarme "terrorismo" in Italia

(24 Marzo 2006)

Il Dipartimento di Stato USA ha emesso nella giornata odierna un “avvertimento” per gli Americani che si trovano in Italia durante il periodo elettorale.

Il governo degli Stati Uniti si dice preoccupato per la loro sicurezza in Italia in vista delle elezioni politiche del 9 e 10 aprile prossimo. La nota diffusa dal Dipartimento di Stato americano, fa riferimento a “dimostrazioni programmate in diverse parti d'Italia che, per quanto pacifiche, possono facilmente degenerare in violenza”.

“Un cittadino USA che va a manifestazioni della sinistra radicale, corre dei rischi”, così ha commentato il nostro ministro degli Esteri, Gianfranco Fini.

Nel comunicato, l'allarme viene esteso fino al 19 giugno e riguarda i cittadini Americani residenti o in visita al nostro Paese, ai quali viene consigliato di stare alla larga da gruppi di manifestanti e di comportarsi con buon senso.

Washington invita il governo italiano e i cittadini americani a riferire “qualsiasi attività sospetta alla polizia o all'Ambasciata degli USA a Roma” e ricorda che “l'Italia continua a essere sotto una minaccia largamente pubblicizzata da parte di Al Qaeda e di altri estremisti islamici per la sua costante partecipazione alle attività multinazionali in Iraq e in Afghanistan”.

Ecco che si spiega la ragione di tanto allarmismo! Cittadini Statunitensi statevene alla larga dalle manifestazioni italiane contro la guerra!

Sicuramente i funzionari dell’Ambasciata USA a Roma hanno visto la partecipazione al corteo di sabato, 18 marzo, di una nutrita schiera di cittadini Statunitensi che apertamente manifestavano contro la guerra in Iraq e contro tutte le guerre, e distribuivano un volantino, che ho avuto la fortuna di ricevere, e il cui contenuto voglio rendere pubblico. È questo che ha destato preoccupazione nei funzionari dell’Ambasciata di Roma, e di conseguenza nel Dipartimento di Stato USA!

E dunque, l’Amministrazione Bush si è preoccupata bene della sicurezza dei suoi cittadini, o forse ha dato loro un avvertimento, un monito di non manifestare in modo così eclatante il loro dissenso? Attenti, che mettiamo in atto il Patriot Act!

Questi “Cittadini USA Contro la Guerra” marciavano assieme ad altri 100.000 “Cittadini Italiani Contro la Guerra” e contro l’occupazione dell’Iraq, a fare grande la Protesta Nazionale di Roma. La Pace prima di tutto! Perché tutti i popoli hanno il diritto, e pensano di avere il diritto inalienabile, a vivere nella pace e nella giustizia.

I nostri compagni di manifestazione Statunitensi sottolineavano con forza che il governo degli Stati Uniti e la “Coalizione dei Volonterosi” dovevano essere ritenuti responsabili per la distruzione dell’Iraq, e il loro volantino era un vero e proprio foglio informativo di tre anni di guerra in Iraq, dal 2003 al 2006.

I costi umani della guerra USA in Iraq sono stupefacenti per il loro orrore.

Dal momento dell’invasione sono stati ammazzati più di 35.000 Iracheni, e la cifra è possibile si avvicini ai 100.000 civili. Secondo l’UNICEF, ogni anno muoiono 138.000 bambini Iracheni sotto i cinque anni.

In Iraq hanno perso la loro vita 2.300 soldati USA, uomini e donne, più di 16.500 soldati USA, uomini e donne, sono stati feriti in combattimento, più di 4.000 soldati USA, uomini e donne, in combattimento hanno subito gravi mutilazioni, sono stati uccisi più di 4.000 soldati e poliziotti Iracheni.

Le infrastrutture Irachene sono state distrutte in modo tale che non si può pensare come si possano ricostruire.

Il 90% degli Iracheni di Baghdad soffrono di traumi psicologici causati dalla guerra e dall’occupazione.

Ad oggi, la guerra Irachena costa agli Stati Uniti 251 miliardi di dollari, circa 100.000 dollari al minuto. Le stime portano a dire che alla fine l’assegno da staccare sarà di un bilione, mille miliardi, di dollari.

Chi paga veramente per tutta questa catastrofe? Il contribuente Americano! L’Amministrazione Bush e il Congresso stanno portando avanti massicci tagli di spesa ai Servizi Sanitari Nazionali per le cure dei meno abbienti e degli anziani, agli aiuti per l’istruzione, ai buoni alimentari e agli altri programmi sociali vitali. Dei 50 miliardi di dollari di tagli prospettati nel prossimo anno fiscale, più di un terzo prendono come obiettivo programmi di sostegno designati ad aiutare i giovani, specialmente programmi educativi.

50 milioni di Americani sono ora privi di qualsiasi forma di assicurazione e di copertura sanitaria.

La guerra in Iraq ha costituito “un terreno di addestramento e di reclutamento per il terrorismo, e un’opportunità per i terroristi di provare sul campo le loro tecniche”, (fonte: U.S. National Intelligence Council), e ha permesso di “accelerare il reclutamento” per Al Qaeda, (fonte: Istituto Internazionale di Studi Strategici).

I manifestanti Statunitensi di Roma sono per l’immediato, incondizionato ritiro di tutte le truppe straniere dall’Iraq, si dichiarano contro tutte le aggressioni o le invasioni “preventive”, esigono l’applicazione del Diritto Internazionale e l’uso di Tribunali Internazionali per portare giustizia al popolo Iracheno che ha subito torture, rapimenti, arresti ingiustificati, violenze, prigionia e le cui terre sono state distrutte, ed infine si dichiarano contro l’uso corrotto del linguaggio e dei mass media che tendono a dare “legittimità” ad una carneficina non giustificabile e allo sfruttamento di innocenti.

Alla fine veniva riportato il seguente indirizzo e-mail comiraqusa@yahoo.it

È tutto questo che preoccupa il Dipartimento di Stato Americano, il dito puntato contro i governanti degli Stati Uniti che li ammonisce: “Per tutto questo dovrete pagare caro, perché i popoli del mondo e il Tribunale della Storia vi hanno già condannato”.

Padova, 23 marzo 2006

Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova.

Fonte

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