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A Sinistra per Savona: ancora sulle nostre ragioni

(26 Marzo 2006)

Il bilancio della settimana savonese è stato stilato, con completezza, da un articolo apparso sulla Stampa oggi, 25 Marzo 2006: stadio, piscina, discarica comunale chiusi, il Piano Regolatore rinviato alla prossima legislatura, l'isola ecologica di Valloria sospesa, il piano parcheggi caduto.

Tutto questo come premessa ad una desolante intervista al Vice Sindaco reggente, che pare sommare tutta l'impreparazione e l'incapacità che sta dimostrando proprio chi, grazie ad improvvidi giochi di potere, si è trovato a guidare la Città senza alcuna investitura popolare.

Questa amministrazione chiude, per fortuna, il proprio mandato con un vero e proprio “cupio dissolvi”: sia al riguardo delle grandi questioni dell'assetto urbanistico, dello sviluppo produttivo, del recupero dei contenitori storici, delle infrastrutture (tutti i temi sui quali, da tempo, abbiamo puntato la nostra attenzione, elaborando chiare proposte alternative), sia delle questioni più immediatamente legate al concreto del “che fare” quotidiano, come lo smaltimento dei rifiuti, la mobilità dei cittadini, i parcheggi.

In questo quadro il centrodestra pare occuparsi soltanto del numero dei vigili presenti sulle strade, forse con l'obiettivo di incrementare l'introito da contravvenzioni per divieto di sosta.

Occupiamoci, però, di questioni più rilevanti di quelle di cui si occupa il centrodestra: è evidente, in molti settori cittadini di varia collocazione sociale e culturale, la sensazione della grave crisi che Savona sta attraversando.

Nel corso di un convegno svoltosi proprio oggi al Priamar e sul quale ritorneremo, l'ex-direttore del Letimbro, Giulio Fiaschini (un moderato professore universitario, beninteso) è stato chiaro sotto questo aspetto, interpretando il pensiero di molti che non hanno, però, trovato la capacità ed il coraggio di sapersi esprimere in quel vero contraddittorio politico che, in questo momento, è indispensabile, a Savona, per una corretta dinamica democratica.

Noi, “A Sinistra per Savona”, siamo stati capaci di far questo e, nell'affermarlo, vorrei rivolgermi alle compagne ed ai compagni che si sono impegnati direttamente in questa impresa, perché abbiano sempre presente l'importanza di questo gesto di coraggio civile e politico che è stato compiuto: a volte, nella fatica dell'impegno quotidiano, tra mille difficoltà organizzative, si rischia di smarrire il senso compiuto di quella che può ben essere definita come una “missione politica”, limitandoci , anche noi, a ricercare il giorno per giorno o l'utilità elettorale spicciola.

Vorrei richiamare, allora, lo spirito originario della nostra associazione “ A Sinistra per Savona”, nata per esprimere, per intero, senza reticenze, una idea di identità della Città, attraverso la ricerca di aggregazione, di progettualità, di impegno alternativi alle negatività, alle forti negatività, accumulate nel corso di questi anni da un governo della Città, identificabile, non con uno schieramento politico, ma con un gruppo di potere oligarchico, all'interno del quale alcuni personaggi ricoprono diversi ruoli di potere ed altri se lo sono semplicemente scambiato. Un governo della Città oligarchico e di stampo corporativo che sta completando l'opera del teardismo, consegnando il lungo processo di deindustrializzazione(avviatosi fin dagli anni'50) alla speculazione edilizia.

La rinuncia di Rifondazione Comunista a continuare a combattere contro questo stato di cose, anzi l'allinearsi di Rifondazione Comunista all'oligarchia dominante, ha reso indispensabile la nostra presenza anche sul piano elettorale.

Nel corso del convegno cui facevo cenno, organizzato da Pierluigi Ferro per presentare la ristampa dell'antico libro di Seborga (Gli Innocenti) sulle lotte dell'Ilva negli anni'50, il professor Gibelli ha svolto un convincente richiamo all'identità compatta della Savona operaia (parlando anche, con coraggio, di operai comunisti).

Sappiamo che quella identità appartiene al passato e che non potrà essere recuperata: sono mutate le collocazioni di fondo delle soggettività sociali, ed il rapporto tra struttura e sovrastruttura (tanto per usare un linguaggio “classicheggiante”) è cambiato anche all'ombra della Torretta, non soltanto nella globalizzazione (come ha opportunamente richiamato, sempre in quella sede, anche Mimmo Marchisio) .

Noi, però, “ A Sinistra per Savona” dobbiamo essere capaci di recuperare il senso pieno di quella identità, chiedendo che, oggi, non ci si chiuda nell'anonimato di una grigia stazione per croceristi, come la disegna, senza spina dorsale, il candidato sindaco del centrosinistra nei suoi tecnocratici sermoni.

Una grigia stazione per croceristi, con alle spalle ,ancora, una Valbormida, nella quale le nemesi di un destino (cinico e baro? Avrebbe detto qualcuno..) continua a concentrare il peggio del peggio: centrali a carbone, a fianco di melanconiche distese di container magari appoggiate ad un terreno mefiticamente inquinato da decenni.

La nostra campagna elettorale,le nostre ragioni, non possono essere minoritariamente espresse in un rivendicazionismo spicciolo.

I numeri ci diranno quanto saremo stati capaci di far conoscere la nostra proposta ai cittadini savonesi: per intanto dobbiamo considerarci non solo gli eredi, ma gli interpreti a pieno titolo della tradizione, della capacità di proposta, della progettualità politica dell'intera sinistra savonese.

Sulle nostre spalle portiamo gli onori e gli oneri di rappresentare la parte più avanzata della nostra società cittadina, che tanta parte ha avuto nella sua storia e tanta parte dovrà avere, nel disegnare il suo avvenire: non semplici raccoglitori di un dissenso, che pure ha tante e inequivocabili ragioni, ma portatori di un messaggio di proposta radicalmente alternativo.

Siamo nati per questo: niente di più e niente di meno.

Savona, li 25 Marzo 2006

Franco Astengo (A Sinistra per Savona)

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