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I giuristi sulla situazione dei prigionieri politici palestinesi

e in particolare di Marwan Barghouti

(21 Agosto 2002)

Abbiamo partecipato al convegno svoltosi al Cairo il 6 e 7 agosto sul tema dei prigionieri politici palestinesi su iniziativa dell’Associazione internazionale dei giuristi democratici e dell’Unione dei giuristi arabi.

Tale convegno ha registrato la presenza di decine di giuristi provenienti dai Paesi arabi e del resto del mondo, nonché quella del segretario generale della Lega araba Amr Moussa e si è concluso con un appello a tutti i giuristi del mondo affinché si mobilitino per la garanzia dei diritti dei prigionieri politici palestinesi e con la decisione di procedere alla costituzione di un comitato che segua il processo a Marwan Barghouti

La situazione dei prigionieri politici palestinesi appare estremamente preoccupante. Si tratta di circa diecimila persone, fra i quali molti minorenni, reclusi in condizioni di negazione della dignità umana e di privazione dei più elementari diritti, fra i quali quello ad essere informati sulle ragioni della detenzione e a un giusto processo.

Non v’è dubbio che ciò rappresenti una chiara violazione, da parte del governo israeliano, di importanti accordi internazionali, quali il Patto internazionale dei diritti civili e politici, la IV Convenzione di Ginevra e la Convenzione contro la tortura.

Particolarmente emblematica è poi la situazione di Marwan Barghouti, rapito nei territori palestinesi, recluso poi in vari campi e sottoposto a maltrattamenti e vere e proprie torture, nel tentativo, non riuscito, compiuto da settori dell’intelligence israeliana legati a Sharon, di attribuirgli la responsabilità di atti di terrorismo.

In questo caso infatti si aggiungono ulteriori violazioni, da parte delle autorità israeliane, del diritto internazionale, in particolare dell’integrità territoriale della Palestina e dello spirito e della lettera degli accordi di Oslo.

La liberazione di Marwan Barghouti, leader riconosciuto dell’Intifada e del popolo palestinese, assume del resto, nell’attuale situazione, carattere di presupposto indispensabile per una soluzione pacifica del problema israelo-palestinese, basato sull’istituzione di due Stati coesistenti e cooperanti.

Saremo pertanto presenti, insieme ad altre delegazioni di giuristi italiani e internazionali e altri osservatori, alle prossime udienze del processo, nell’intento di assicurare il necessario controllo internazionale su di esso e di garantire il rispetto del diritto.

Desi Bruno,
Fausto Gianelli,
Fabio Marcelli,
Giuliano Pisapia,
Luigi Saraceni

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