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Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
Sciopero generale dei lavoratori migranti

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Los Angeles: la più grande manifestazione nella storia della California

La protesta a favore dei Diritti degli Immigrati.

(27 Marzo 2006)

Sabato, 25 marzo 2006. Le strade di Los Angeles hanno visto un milione di persone marciare a favore dei Diritti degli Immigrati, la più grande manifestazione nella storia della California. Si è trattato di una rivolta della gente contro il reazionario progetto di legge Sensenbrenner presentato alla Camera dei Rappresentanti. Il progetto prevede la criminalizzazione degli immigrati irregolari e di tutti coloro che li aiutano e sostengono.

Questa dimostrazione ha costituito il momento culminante di tante altre manifestazioni in tutti gli Stati Uniti: 50.000 dimostranti a Washington DC il 7 marzo, 500.000 a Chicago il 10 marzo, la più grande manifestazione di sempre nella storia di Chicago, e decine di migliaia nell’ultima settimana a Milwaukee, Phoenix, Atlanta e in altre città.

Ai manifestanti di Los Angeles si sono uniti migliaia di studenti delle scuole superiori che sono usciti dagli istituti per portare la loro solidarietà. Venerdì, 24 marzo, in Georgia, decine di migliaia di lavoratori immigrati hanno abbandonato il lavoro in uno sciopero di protesta contro la legislazione regressiva approvata dalla Camera Legislativa dello Stato della Georgia.

La manifestazione era co-presieduta da Juan José Gutiérrez, Direttore del Movimento Latino USA, membro del Comitato Direttivo dell’ANSWER di Los Angeles; da Javier Rodriguez, un importante attivista a favore dei diritti degli immigrati; da Jesse Diaz, un professore dell’UC-Riverside, che ha promosso la manifestazione.

Alla manifestazione, Juan José Gutiérrez ha dichiarato: “Noi siamo persone che hanno la loro dignità e domandiamo rispetto. Questo è solo l’inizio di un movimento, che ci porterà ad un blocco totale del lavoro, ad uno sciopero nazionale.” Gli organizzatori hanno annunciato un incontro nazionale a Dallas, Texas, per l’8 aprile, di tutti i leaders delle organizzazioni del Paese che si battono per i diritti degli immigrati per coordinare una strategia di sciopero nazionale per il prossimo maggio sotto la bandiera “Un Giorno Senza Immigranti”.

I portavoce dei manifestanti, Gloria La Riva e Preston Wood, hanno affermato: “I politicanti razzisti pensano di intervenire contro di noi con la loro legislazione razzista, ma hanno ridestato il gigante immigrato e sentiranno la nostra forza quando bloccheremo il lavoro! Le corporations USA stanno depredando il Messico delle sue risorse e costringono il suo popolo ad emigrare per i loro scopi. Giustizia per tutti i lavoratori! Gli Stati Uniti devono andarsene dall’Iraq!”.

Gli organizzatori, i volontari e gli attivisti che continuano a partecipare a tutti i livelli al movimento di massa per i diritti dei migranti si rendono conto che lottare per i diritti degli immigrati, per i diritti dei lavoratori e contro il razzismo significa lottare anche contro la guerra e l’imperialismo.

In cosa consiste questo progetto di legge Sensenbrenner?

George Bush, non precisamente un campione di solidarietà umana, aveva proposto di intensificare i controlli alla frontiera con il Messico per impedire l’afflusso “illegale” di migranti, ma di far scattare anche una sanatoria ai dodici milioni di immigrati irregolari, precari, già presenti negli USA, concedendo loro uno status di “lavoratori ospiti”, destinato comunque a scadere dopo un certo periodo di tempo da stabilire. Ma, per la maggioranza repubblicana alla Camera questo non era bastante per parare i colpi della bassissima popolarità della guerra in Iraq. Si aveva bisogno di un grande appello patriottico, di stampo razzista, che poteva essere rappresentato nel varo di una legge che trasforma la presenza illegale negli USA in un reato, che impone ai datori di lavoro di denunciare i lavoratori irregolari, pena severissime punizioni per chi presta loro assistenza e accoglienza. A questo riguardo, il vescovo di Los Angeles, Roger Mahony, ha pubblicamente istruito i sacerdoti della sua diocesi a “disobbedire civilmente” per la parte che riguarda il divieto di prestare assistenza agli immigrati irregolari.

Fra i manifestanti spiccava un cartello portato da una mamma: “Volete cacciarmi? Con o senza il mio bambino?”. La scritta riassumeva uno dei problemi più inumani su cui gli Stati Uniti si trovano a decidere con questo progetto di legge Sensenbrenner. Viene prevista una differenza di “status” fra i bambini nati da immigranti negli USA, e quindi a tutti gli effetti cittadini Americani, e i loro genitori “illegali”. E questo sottintende nel dibattito in corso l’idea di cacciare i genitori e di tenere i loro bambini,…sempre cittadini Americani, magari ospitandoli in orfanotrofi di Stato, visto che a tutti gli effetti diventano ufficialmente cittadini Americani orfani.

La realtà abissalmente schifosa supera ogni fiction dell’orrore!

Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova

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