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(29 Aprile 2010) Enzo Apicella

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Legge elettorale alla prova: il centrosinistra ringrazia per la vittoria elettorale

(11 Aprile 2006)

"Colpa della nuova legge elettorale; legge elettorale truffa; legge elettorale per farci perdere ma non ci sono riusciti; ecc. ecc."

Questi i commenti e gli umori dei massimi dirigenti del centrosinistra di fronte al risultato elettorale che, per l'Italia, senza cioè considerare il voto degli italiani all'estero, consegna la Camera dei Deputati all'Unione ed il Senato al centrodestra.
Dalla diversa distribuzione dei seggi nelle due Camere, quindi, la prova del fallimento della nuova legge elettorale.

Non è però così, o meglio: il risultato elettorale, in termini di distribuzione dei seggi, ha semmai ridotto le distanze tra i due diversi risultati, e non certamente divaricati.

Riprendendo quindi un'espressione spessa utilizzata in campagna elettorale dal centrosinistra, viene da domandare: ma in quale paese vivono? Che film hanno visto?

Ma soprattutto: il centrosinistra per quanto tempo può pensare di nascondere le proprie responsabilità politiche, utilizzando l'argomento "legge elettorale truffa", evitando così di spiegare il come ed il perché si è riusciti in così poco tempo a dissipare tutte le condizioni favorevoli che avrebbero dovuto portare ad un risultato elettorale "largo"?

E' proprio a partire da quest'ultimo dato, infatti, che è sufficientemente chiaro che la legge elettorale non c'entra nulla con i problemi di governabilità che sembrano profilarsi.

Guardando ai numeri, più che alle chiacchiere, è sin troppo evidente che non c'è stata, in primo luogo, nessuna anomalia nella distribuzione dei seggi.

L'Unione vince per pochissimi voti alla Camera ed ottiene una larga maggioranza parlamentare grazie al premio di maggioranza; il centrodestra vince in misura molto più larga al Senato ed ottiene (sempre senza considerare i seggi per l'estero), pur se di un solo senatore, la maggioranza dei seggi.

Piuttosto: da domandarsi cosa sarebbe successo con la precedente legge elettorale.

In genere non è mai buona cosa confrontare diversi meccanismi elettorali prendendo come riferimento i risultati di una sola elezione. Tanto più che per farlo si dovrebbero analizzare i risultati in maniera capillare per cercare di riprodurre l'andamento collegio per collegio.
Nel caso specifico, però, abbiamo avuto uno scontro bipolare in quanto la nuova legge mantiene i caratteri della logica maggioritaria in conseguenza dell'assegnazione del premio di maggioranza, per cui potrebbe essere possibile azzardare dei conti di massima.

Cosa sarebbe quindi successo al Senato con i vecchi collegi uninominali? e cosa alla Camera?

Per il Senato, senza ombra di dubbio, oggi il centrodestra potrebbe vantare un vantaggio, in seggi, di gran lunga superiore a quello ottenuto. La distanza tra i due schieramenti e di oltre un punto percentuale a vantaggio del centrodestra. Certo, nei sistemi uninominali una simile percentuale, riferita a livello nazionale, per quanto indicativa di una certa tendenza potrebbe anche non significare la vittoria in termini di assegnazione dei seggi. L'Inghilterra insegna.
Perdere un collegio per 100 voti e vincerne 10 con un solo voto di scarto, comporta una vittoria di 10 a 1 nonostante i 90 voti in meno a livello globale.
Ciò che a mio avviso avrebbe quindi fatto la differenza, è proprio la distribuzione dei voti intuibile dai risultati Regione per Regione: il centrodestra ha largamente vinto, in termini di voti ottenuti, nelle Regioni con più alto numero di seggi a disposizione (e nella altre situazioni più significative è arrivato al "testa a testa"). Con il sistema maggioritario dei collegi ciò avrebbe sicuramente comportato l'assegnazione della quasi la totalità di questi seggi al centrodestra.

Diversamente, i conti per la Camera risultano più complicati.
La vittoria dell'Unione è infatti nell'ordine di un misero 0,1%. Decisamente nulla per poter pensare, con un sistema elettorale maggioritario uninominale, di vedersi garantita l'assegnazione della maggioranza dei seggi.
Da valutare attentamente, quindi, la distribuzione del voto zona per zona. Ma anche in questo caso, l'impressione dei primi dati è che la bilancia continui a pendere dalla parte del centrodestra.

Insomma, senza alcun timore di apparire "controcorrente", visto l'andamento del voto ritengo si possa tranquillamente affermare che con la precedente legge elettorale la vittoria, in termini di assegnazione dei seggi, sarebbe andata, in entrambe le Camere, al centrodestra. In ogni caso, il centrodestra ora avrebbe una larga maggioranza al Senato che invece non ha.

Non si comprendono, quindi, le ragioni di tanta recriminazione da parte del centrosinistra nei confronti della nuova legge elettorale. Piuttosto, qualcuno dovrebbe forse passare dagli insulti ai ringraziamenti. E mi riferisco all'attuale ceto politico del centrosinistra che ha chiaramente sciupato la più facile delle occasioni per battere largamente il centrodestra, ed è soltanto grazie alla nuova legge elettorale che può affermare di aver vinto.

Franco Ragusa

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