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The tea party

The tea party

(3 Novembre 2010) Enzo Apicella
Alle elezioni di mid-term americane vincono i repubblicani trascinati dal movimento ultraconservatore Tea-Party

Tutte le vignette di Enzo Apicella

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    No-Tav, no destra. Miracolo in Valle di Susa

    Dopo la lotta il voto: boom di Prc e Verdi-Pdci nei paesi dello scontro con la politica e la polizia

    (14 Aprile 2006)

    Cominciarono gli uomini delle caverne a Vaie e Villarfocchiardo, seguiti dai pastori e dagli agricoltori neolitici, quindi fu la volta i palafitticoli di Avigliana e Trana. Le prime fortificazioni si debbono ai Liguri e ai Celti, finché arrivarono i Romani. Molte divinità, miti e culti diversi si passarono il testimone fino ad arrivare ai giorni nostri. L'unico mito che non passato in questa stretta via tra i monti è il Mito della Modernità, fatto di cemento e trafori, di prepotenza politica e ideologia astratta. Se arrivando da Torino guardi a sinistra, verso l'alto, resti incantato dall'imponente Sacra di San Michele, luogo magico in una terra di magia bianca e nera. E' la porta d'ingresso della Valle di Susa, rude, colta, caparbia. Qui abitano persone "toste" che pretendono attenzione e rispetto, che non demordono e non dimenticano. Anche nel segreto dell'urna, domenica e lunedì, i valsusini hanno voluto mandare un segnale netto a chi «invece di confrontarsi con questo territorio preferiscono ponzare da Roma o da Torino». La Valle, la bassa Valle, quella No-Tav, quella dei presìdi e degli scontri fisici con la polizia e politici con la politica, non ha dimenticato chi ha accettato di ascoltarla e chi invece ha provato a calpestarla: "Sarà düra", avevano promesso. E lo scrutinio delle schede non delude le attese. Sarà düra per molti. I valsusini sono andati in massa a votare, si sono schierati con l'Unione ma hanno dato la loro preferenza a Rifondazione e all'alleanza Verdi-Pdci. Così al Senato e così alla Camera. Sarà düra anche, e soprattutto, per i Ds ad alta velocità. Dunque, tutta la bassa Valle si è spostata a sinistra. Comuni medi, piccoli e piccolissimi amministrati dal centrosinistra ma con un voto oscillante, alle politiche e alle regionali, verso destra. Questa volta non c'è stata storia e la destra è uscita a pezzi, nonostante Forza Italia rivendichi di essere ancora, qua e là, il primo partito. Qualche numero per capire il terremoto politico valsusino. A Bussoleno, uno dei centri più importanti, Rifondazione comunista è il primo partito, così come a Condove, San Giorio e Baie. Luoghi in cui la somma dei voti del Prc e Verdi-Pdci sfiora o addirittura supera il 40% e dove i Ds arrancano, tramortiti dall'emorragia. A Mompantero, il «paese del ponte» dove la comunità No-Tav fu aggredita dalle forze dell'ordine, i Verdi raccolgono il 19,5% e il Prc il 19,3%, mentre Forza Italia cade al 16,1%, An al 9,2% e i Ds non vanno oltre l'8,8%. A Venaus, là dove la Tav avrebbe dovuto scavare il tunnel sperimentale, i Verdi sono al 27,5%, Rifondazione al 10,6 e i modernisti Ds precipitano al 3%. Ad Avigliana le destre crollano dal 47 al 40% mentre i voti di Prc e Verdi-Pdci superano quelli dei Ds di 3 punti. A Giaglione Verdi-Pdci al 19,3% e Prc al 16,6%, a Novalesa Verdi- Pdci al 22,1% e Prc al 13,9%. Secca vittoria della sinistra del centrosinistra anche a S. Antonino dov'è sindaco il motore della lotta No-Tav, Antonio Ferrentino che è anche presidente della Comunità montana Bassa Valle. Nell'alta Valle, non toccata dalla Tav e dal connesso conflitto sociale e il cui presidente è un leghista, tutt'altra musica: vince la destra a man bassa; a Sestriere, capitale olimpica, Forza Italia al 36,6%, An al 18,7% e Udc al 7,8%. Prc al 5,5%, Verdi all'1,4%, Ds al 6,6%% e Dl al 5,5%%. «Solo chi non conosce questo territorio e non si prende la briga di parlare con chi si batte per il futuro dei propri figli è rimasto sorpreso», ci dice Antonio Ferrentino. «Sono quattro mesi che lo ripeto: ci sarà un travaso di voti e ognuno raccoglierà quel che ha seminato. Così è stato. Avevo solo paura di una voce che parlava di astensionismo di massa per protesta. Mi sono battuto - continua - perché si percorresse una strategia opposta, andiamo tutti a votare e ognuno scelga chi premiare. Altro che popolo bue, questo è un terrotorio forte dove vive e lotta gente responsabile che è andata in massa alle urne, ha votato per l'Unione premiando i partiti che con coerenza si erano battuti al fianco della Valle contro l'alta velocità e il definitivo scempio del territorio». Pensi che il tuo partito, i Ds, farà buon uso di questo messaggio? «Mi auguro di sì. I partiti, il mio per primo, si devono rapportare con il territorio. Qualcuno dei Ds è venuto in Valle, ha parlato con noi, ha capito le nostre ragioni». Che pena quei vertici istituzionali che trattavano con fastidio e arroganza la comunità valsusina e i suoi rappresentanti. Non fa nomi, Ferrentino, non cita la presidente della regione Mercedes Bresso né il sindaco di Torino Sergio Chiamparano, ma insiste sul merito - democrazia, partecipazione dei cittadini alle scelte - e denuncia «chi si nasconde dietro un malinteso concetto di modernità» che calpesta diritti e passioni, dunque calpesta la democrazia: «Anche con il voto questo territorio ha mostrato la sua voglia di fare politica e io trovo questo fatto entusiasmante. Qui si facevano assemblee con 30 persone, dentro la lotta abbiamo organizzato un "forum dei cortili" a cui hanno partecipato in più di mille e cinquecento. Si fermino a riflettere, il centrosinistra e le istituzioni, prima di fare altri danni. Perché la storia della lotta contro la Tav è tutta in piedi». Sarà düra.

    LORIS CAMPETTI - Manifesto, 12.4.06

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