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Eric Hobsbawm

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(2 Ottobre 2012) Enzo Apicella
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    San Donà: alcune domande ai compagni di Rifondazione

    (17 Aprile 2006)

    Ringrazio Pane e Rose per lo spazio che mi concede nel rivolgere alcune domande ai compagni di Rifondazione e non solo; domande che personalmente mi sto ponendo ormai da qualche anno.

    Non penso che dedicherò ulteriore tempo ed energie a ciò che è rimasto del Partito a San donà di Piave, al quale ho appartenuto fino a qualche giorno fa e dal quale me ne sono andata dopo 16 anni di militanza comunista al suo interno. Abbiamo un lavoro politico di lunga lena da svolgere per ricostruire ciò che è stato distrutto per precisa volontà del gruppo dirigente di RC locale e non solo.

    E' avvilente e penoso constatare la gioia espressa nei giornali dal direttivo di circolo, tutto appartenente alla cosiddetta maggioranza, per l'uscita dal Partito di 15 militanti comunisti, vissuta,pensate, come "atto liberatorio".

    Non ho mai avuto dubbi sull'intento, perseguito dal tutto nuovo gruppo dirigente locale emerso dal congresso del 16 gennaio 2005, munito di nomi e cognomi nonchè di responsabilità precise, di estromettere dal Partito i Comunisti; ora finalmente lo ha ammesso pubblicamente dopo due anni di subdole meschinerie; l'euforia del segretario non è contenibile, al punto da dichiarare che era in procinto la mia espulsione dal Partito - salvo poi essere smentito da un membro del collegio regionale di garanzia-. Che i "Segretari" (locale e provinciale) covassero il sogno perverso della mia espulsione è una fatto noto, indubbio e risaputo; ci hanno provato con insistenza ma, ancora una volta, il sogno non è diventato realtà!! Chiedo dunque, nella speranza che qualcuno di Voi iscritti e non a Rifondazione mi risponda: Che Partito è mai questo che prova soddisfazione nel perdere 15 militanti comunisti e sicuramente molti simpatizzanti?

    Che Partito Cominista è mai quello che non è in grado di difendere i propri militanti veri da un minuscolo "insieme" di avventurieri travestiti da dirigenti?

    Cosa hanno da dirmi le Donne di Rifondazione, le consigliere, le assessore, le elette, che da sempre si stracciano le vesti per la poca "rappresentatività femminile" di fronte alla voglia insana di cacciare anche 5 compagne su 15 iscritti?

    Al nord Italia ha vinto la destra ; ci si accinge a governare per il rotto della cuffia, un Paese ingovernabile; le spinte venso il centro moderato sono evidenti e molteplici; il tentativo di governare attraverso un paradossale inciucio non è per niente superato e le sirene chiamano la parte debole e trasformista del centrosinistra con molta insistenza; di fronte a tutto questo è così tranquillamente accettabile che un Partito come Rifondazione si permetta di perdere i propri iscritti e militanti? Non sarebbe doveroso per vertici e base chiedersi il perchè?

    Può una società civile aperta, democratica, non razzista, normalmente intelligente rassegnarsi di fronte alla giustificazione peregrina: non erano in linea con Bertinotti; erano Minoranza ed è stato giusto che se ne andassero.

    Se così fosse Vi chiedo: lo stalinismo giustamente aborrito, lo è solo a parole, per questo Partito ormai ridotto a solo 'ceto politico'?

    A cosa pensavate qualche tempo fa quando gridavate : UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE??

    In Rifondazione noi ci siamo stati fin dall'inizio; l'abbiamo costruita e resa credibile in questi territori difficili, mentre i "Segretari" erano "affaccendati altrove" e mentre lo stesso Bertinotti virava verso un moderatismo tanto scontato quanto prevedibile.

    Ritenendo che tutti noi dovremo, nei giorni a venire, fare i conti con queste non banali contraddizioni, consiglio di approfondire l'argomento partendo da una semplice opinione: Di questi tempi, come ALLORA, la presenza comunista disturba il MANOVRATORE e pertanto serve cancellarla!!

    Noi di San Donà abbiamo deciso di non farci cancellare e siamo usciti da "questa Rifondazione".

    Marina Alfier
    consigliera comunale del nuovo gruppo "Prospettiva Comunista Sandonà"
    aderente al collettivo comunista B.BRECTH del Veneto Orientale

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