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Che Guevara

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(10 Ottobre 2008) Enzo Apicella
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San Donà: alcune domande ai compagni di Rifondazione

(17 Aprile 2006)

Ringrazio Pane e Rose per lo spazio che mi concede nel rivolgere alcune domande ai compagni di Rifondazione e non solo; domande che personalmente mi sto ponendo ormai da qualche anno.

Non penso che dedicherò ulteriore tempo ed energie a ciò che è rimasto del Partito a San donà di Piave, al quale ho appartenuto fino a qualche giorno fa e dal quale me ne sono andata dopo 16 anni di militanza comunista al suo interno. Abbiamo un lavoro politico di lunga lena da svolgere per ricostruire ciò che è stato distrutto per precisa volontà del gruppo dirigente di RC locale e non solo.

E' avvilente e penoso constatare la gioia espressa nei giornali dal direttivo di circolo, tutto appartenente alla cosiddetta maggioranza, per l'uscita dal Partito di 15 militanti comunisti, vissuta,pensate, come "atto liberatorio".

Non ho mai avuto dubbi sull'intento, perseguito dal tutto nuovo gruppo dirigente locale emerso dal congresso del 16 gennaio 2005, munito di nomi e cognomi nonchè di responsabilità precise, di estromettere dal Partito i Comunisti; ora finalmente lo ha ammesso pubblicamente dopo due anni di subdole meschinerie; l'euforia del segretario non è contenibile, al punto da dichiarare che era in procinto la mia espulsione dal Partito - salvo poi essere smentito da un membro del collegio regionale di garanzia-. Che i "Segretari" (locale e provinciale) covassero il sogno perverso della mia espulsione è una fatto noto, indubbio e risaputo; ci hanno provato con insistenza ma, ancora una volta, il sogno non è diventato realtà!! Chiedo dunque, nella speranza che qualcuno di Voi iscritti e non a Rifondazione mi risponda: Che Partito è mai questo che prova soddisfazione nel perdere 15 militanti comunisti e sicuramente molti simpatizzanti?

Che Partito Cominista è mai quello che non è in grado di difendere i propri militanti veri da un minuscolo "insieme" di avventurieri travestiti da dirigenti?

Cosa hanno da dirmi le Donne di Rifondazione, le consigliere, le assessore, le elette, che da sempre si stracciano le vesti per la poca "rappresentatività femminile" di fronte alla voglia insana di cacciare anche 5 compagne su 15 iscritti?

Al nord Italia ha vinto la destra ; ci si accinge a governare per il rotto della cuffia, un Paese ingovernabile; le spinte venso il centro moderato sono evidenti e molteplici; il tentativo di governare attraverso un paradossale inciucio non è per niente superato e le sirene chiamano la parte debole e trasformista del centrosinistra con molta insistenza; di fronte a tutto questo è così tranquillamente accettabile che un Partito come Rifondazione si permetta di perdere i propri iscritti e militanti? Non sarebbe doveroso per vertici e base chiedersi il perchè?

Può una società civile aperta, democratica, non razzista, normalmente intelligente rassegnarsi di fronte alla giustificazione peregrina: non erano in linea con Bertinotti; erano Minoranza ed è stato giusto che se ne andassero.

Se così fosse Vi chiedo: lo stalinismo giustamente aborrito, lo è solo a parole, per questo Partito ormai ridotto a solo 'ceto politico'?

A cosa pensavate qualche tempo fa quando gridavate : UN ALTRO MONDO E' POSSIBILE??

In Rifondazione noi ci siamo stati fin dall'inizio; l'abbiamo costruita e resa credibile in questi territori difficili, mentre i "Segretari" erano "affaccendati altrove" e mentre lo stesso Bertinotti virava verso un moderatismo tanto scontato quanto prevedibile.

Ritenendo che tutti noi dovremo, nei giorni a venire, fare i conti con queste non banali contraddizioni, consiglio di approfondire l'argomento partendo da una semplice opinione: Di questi tempi, come ALLORA, la presenza comunista disturba il MANOVRATORE e pertanto serve cancellarla!!

Noi di San Donà abbiamo deciso di non farci cancellare e siamo usciti da "questa Rifondazione".

Marina Alfier
consigliera comunale del nuovo gruppo "Prospettiva Comunista Sandonà"
aderente al collettivo comunista B.BRECTH del Veneto Orientale

Fonte

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Commenti (4)

LA DEMOCRAZIA?

PERCHE' IL PANE E LE ROSE NON PUBBLICA ANCHE IL PUNTO DI VISTA DI CHI HA DIFESO IL PARTITO E I SUOI MILITANTI DALLE CALUNNIE DI UN GRUPPETTO DI FRAZIONISTI PORTANDOLO A RISULATI ELETTORALI MAI RAGGIUNTI A SAN DONA'.

(19 Aprile 2006)

ROBERTO DEL BELLO

ROBERTO.DELBELLO@PROVINCIA.VENEZIA.IT

LA DEMOCRAZIA NEL PANE E LE ROSE!

il compagno Del Bello contesta la decisione della redazione di non pubblicare il commento di un iscritto al circolo di San Donà al comunicato con cui i compagni del circolo B. Brecht annunicano la decisione di lasciare il Partito.

Eccolo accontentato, il commento lo si può leggere qui.

A questo punto però una doverosa precisazione alla contestazione del compagno Del Bello, più redazionale che politica.

Il pane e le rose non è e non vuole essere la tribuna di polemiche sterili e infinite.
Il pane e le rose è un foglio di comunicazione per la costruzione di collegamenti di classe.
Ora in 4 anni di esistenza di questo portale la Federazione di Venezia del PRC non ha MAI inviato per la pubblicazione un suo comunicato, un volantino, un qualsiasi contributo.
L'unica preoccupazione di alcuni dirigenti della Federazione è stata quella di commentare qualche notizia e sempre per polemizzare!
L'unico articolo a firma della Federazione del PRC di Venezia presente sul pane e le rose è un comunicato del 30 settembre 2003 (!) che è stato recuperato automamente dalla redazione.
E per quanto riguarda il circolo di San Donà gli unici compagni che hanno inviato contributi socializzando le proprie iniziative e il proprio agire politico, sono stati quelli che hanno deciso di lasciare il Partito.

Quindi per concludere e per chiarire ulteriormente il concetto, rispondendo alla domanda implicita nel titolo che il compagno Del Bello ha posto al suo commento ("La democrazia?"), la democrazia nel pane e le rose è legata alla partecipazione e la redazione risponde delle proprie decisioni in primo luogo a chi partecipa e contribuisce.

(20 Aprile 2006)

il collettivo redazionale

pane-rose@tiscali.it

porgendovi le mie scuse cerco anche chiarezza

Cari compagni della redazione, mi scuso per i toni e mi spiace di esser dovuto intervenire sempre polemicamente sulle questioni sandonatesi. Tuttavia un motivo esite ed è fondato. La maggior parte degli interventi provenienti dai"fuoriusciti" di san donà è stata tesa, sin dall'inizio , alla demonizzazione della maggioranza congressuale del circolo e del partito in generale.
Possiamo anche pensarla diversamente, ma non è accettabile dipingere decine di militanti e dirigenti come una consorteria di disonesti, lontani dal Comunismo , curatori solo di propri interessi( alcuni di questi "veri rivoluzionari" hanno persino utilizzato il mio stipendio al lordo, pubblicato per mia volontà sui giornali, in quanto consigliere provinciale,per dimostrare che mi sto arricchendo alle spalle dei veri comunisti).
Questa immagine è distorta , fuorviante e strumentale.
Intanto: il direttivo di san Donà e la stragrande maggioranza degli iscritti al circolo, a differenza di quelli del B Brecht,appartiene ad una generazione di rifondazione che si è avvicinata al partito dopo la rotura con Prodi, nel '98, e geneticamente lontana dal Cossuttismo, in tutte le sue forme.
Vi è l'eredità del centro sociale Kaino( poi Aguaska) con le sue battaglie sugli spazi dai primi anni '90 sino allo sgombero nel '97. Marina Alfier non c'era in queste lotte, e non c'erano neppure gli altri. Mai visti!! Altri di noi hanno maturato le esperienze nella Pantera , all'Università, contro il razzismo .Alcuni sono stati tra i protagonisti del movimento dei COBAS. Altri hanno fatto i percorsi dell'antiproibizionismo, della lotta alla disoccupazione, contro il nucleare. C'è chi si è avvicinato al partito attraverso la mobilitazione nei comitati civici contro il traffico ed i rifiuti.Altri ancora vengono dall'antica esperienza del PCI sandonatese o dalla mobilitazione contro la guerra. Per questo siamo conosciuti a san Donà e non solo.
E' un dirsi comunisti riempito di moltissime esperienze, anche quelle della repressione, così volgarmente rinfacciate dalla "compagna "Alfier, forse memore dei suoi appelli alla "vigilanza democratica"
Fino a quando queste esperienze non sono confluite in Rifondazione, tra mille diffidenze e resistenze, con il solo favore del più aperto gruppo dirigente veneziano, il PRC di san donà era un ectoplasma che non eleggeva neppure un consigliere.
Di sicuro nessuno di noi merita gli epiteti che ci sono stati appiccicati addosso, all'unico scopo di far apparire come illegittimo un congresso più che legittimo.
Comunque, se mi sarà consentito, cercherò di utilizzare il vostro spazio per questioni più utili e costruttive.
Tanto vi era dovuto, per amor di chiarezza .

(21 Aprile 2006)

Roberto del Bello

ROBERTO.DELBELLO@PROVINCIA.VENEZIA.IT

Alcune domande................

Anche io sono consigliere comunale del Prc ... o meglio, lo ero fino al 1 Agosto u.s., quando, unitamente ad altri 32 compagni, siamo definitivamente usciti dal partito. Comprendo benissimo lo stato emotivo descritto dalla compagna... anche io l'ho vissuto sulla mia pelle!. Un periodo durissimo, durante il quale ho provato e riprovato.. mille strade, mille modi. Ho resistito, ho lottato, ho provato con la persuasione, la mediazione, ma tutto è stato inutile. Il nuovo gruppo dirigente, insediatosi dopo il congresso, aveva soltanto un'idea. solo quella. Cacciare i Comunisti. E lo hanno proposto da subito. Soltanto tre giorni dopo l'insediamento, il nuovo segretario, 23 anni, studente, iscritto al partito da soli due mesi, ha chiesto subito l'avvicendamento dell'assessore, reo di non essere .... disobbediente... ed io sono stata ... richiamata all'ordine.... perchè inseguivo un'etica, un confronto, una dialettica. Perchè invocavo il rispetto delle minoranze!!! Tutto inutile! La Federazione provinciale ha ampiamente agevolato il persistere di questa situazione; trincerati dietro "l'autonomia dei circoli" hanno soltanto portato a compimento un progetto.... ripulire la federazione di ancona, considerata "anomala" durante la segreteria di Fosco Giannini e da RIPULIRE, in seguito, di tutti quei compagni reazionari che venivano considerati come piombo nelle ali. Sempre, tranne quando dovevamo versare le quote, istituzionali e non a chi faceva del partito non più una casa comune, un luogo di dibattito e confronto, ma qualcosa che serviva soltanto per i giovani, i loro incontri, i loro festini... e la politica, veniva svolta... telefonicamente da due o tre persone soltanto.
Dopo domani, in consiglio comunale, entrerò ufficialmente nel gruppo misto nel quale metterò a disposizione tutta la mia attività rivolta al sociale ed al mondo del lavoro. Per tornare a sentirmi comunista!

(29 Agosto 2006)

Katia Silvestrini

contacom@libero.it

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