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L'Amr Progetto Comunista per una costituente dei comunisti rivoluzionari

La prospettiva di progetto comunista non sara’ intralciata da piccole operazioni di disturbo.

(19 Aprile 2006)

In questi giorni, il gruppo di Francesco Ricci ha formalizzato la propria uscita dal PRC e la costituzione di una propria organizzazione autonoma. Ne prendiamo atto. Peraltro la scelta di questo percorso solitario e “in proprio” era già stata da tempo annunciata: almeno dal momento della separazione di Ricci dalla Associazione Marxista Rivoluzionaria Progetto Comunista. Una separazione, è bene ricordarlo, non motivata da ragioni politico-programmatiche reali, ma dalla indisponibilità a rinunciare, come minoranza interna, al monopolio degli incarichi organizzativi dell’Associazione (e alla loro gestione burocratico-amministrativa). La separazione da “Progetto” era il modo migliore per conservare gli incarichi ( nonché la cassa e gli indirizzari ). Della serie: “chi si accontenta...”.

Detto questo, per puro amore di verità, è utile informare tutti i compagni circa la consistenza e i caratteri di questo gruppo e della sua operazione. Un’operazione il cui unico scopo (vano) è quello di ostacolare la prospettiva di “Progetto Comunista” nel nome di una logica di setta.

1. Il gruppo “Ricci”, già minoranza della AMR, rappresenta una realtà assolutamente minoritaria nell’area della terza mozione congressuale. La sua pretesa di rappresentarla è obiettivamente grottesca. Tra i delegati della terza mozione al congresso nazionale di Venezia, il gruppo Ricci rappresenta meno del 30%; tra i membri della terza mozione dei Comitati Politici Regionali rappresenta meno del 20%; nei comitati federali delle grandi città rappresenta meno del 10%; nei direttivi di circolo e tanto più nella realtà di base è ancora più debole. Complessivamente dunque, oltre il 90% dell’area congressuale ha respinto la scissione da Progetto Comunista-Sinistra del PRC. Ciò è tanto più vero oggi, a ridosso di una vicenda (il cosiddetto “caso Ferrando”), che ha enormemente accresciuto la capacità di richiamo ed il prestigio di “Progetto Comunista” in ampi settori della base del partito ed anche al di fuori del partito. L’attuale annuncio trionfalistico da parte di Ricci di un “allargamento a macchia d’olio” della propria operazione “contro Ferrando”, è solo l’ennesimo ridicolo bluff privo di qualsiasi credibilità. E serve unicamente ad illudere il proprio gruppo nascondendogli la verità ed a cercare di suggestionare qualche compagno isolato ed ingenuo.

2. Pur di motivare la scelta della separazione da “Progetto” e darle un apparente contenuto politico, il gruppo dirigente della frazione Ricci è ricorso a metodi calunniosi vergognosi. Dopo aver avanzato senza successo (utilizzando la peggiore pressione e arrivando addirittura, per ottenere lo scopo, a denunciarci alla segreteria nazionale del PRC come “futuri scissionisti”) la candidatura di Ricci a deputato in contrapposizione alla candidatura Ferrando, il gruppo ha inventato e “denunciato” l’inesistente “impegno di Ferrando a votare la fiducia a Prodi” (sic), gridando alla svendita; poi, dopo che Ferrando è stato defenestrato proprio per la ragione opposta, cioè per la coerenza delle sue posizioni, il gruppo Ricci è giunto a sostenere pubblicamente la defenestrazione voluta da Bertinotti, in compagnia, di fatto, di tutto il centro liberale dell’Unione e oltre. In altri termini, il gruppo ha anteposto i propri interessi di setta autoconservativi ad una ragione di principio elementare: contrapporsi ad un’operazione della borghesia e di Bertinotti contro i comunisti rivoluzionari. Per questi metodi incompatibili con la morale proletaria il Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale, a cui fino a ieri Ricci cercava di richiamarsi e anzi di presentarsi come un fedelissimo, ha denunciato quella che ha definito “la cricca di Ricci” (cioè il gruppo dirigente della sua frazione) come dei “delinquenti politici”, incompatibili con ogni organizzazione marxista rivoluzionaria . E a Ricci non è rimasto altro sport che continuare penosamente la denigrazione personale di Ferrando - che rivela, quella sì, un culto capovolto della personalità e una propria ossessione psicologica non rimossa – e l’invenzione di assurde e strumentali falsità sul dibattito interno alla nostra Associazione.

3. Con la stessa identica logica di setta, il gruppo Ricci ha annunciato la propria uscita dal Partito a poche ore dalla conclusione della campagna elettorale, con l’unico intento di “battere sul tempo”, e se possibile danneggiare, la prospettiva di Progetto Comunista: quella di salvaguardare e rilanciare, su basi serie e rappresentative, un’opposizione comunista irrinunciabile.

Ma questa piccola operazione di disturbo (piccola non solo per dimensioni) è destinata all’insuccesso. Progetto Comunista e il suo percorso non verranno intralciati da queste manovre devianti. Come da tempo abbiamo annunciato ci assumeremo fino in fondo le nostre responsabilità in rapporto allo scenario politico nazionale e al prossimo compimento della deriva del PRC.

I tempi sono ormai ravvicinati. Nel prossimo mese tutti i nodi verranno al pettine. Bertinotti è sempre più proiettato verso un patto di governo che vorrebbe di legislatura e che finalmente lui stesso presenta per quello che è: un comune governo (borghese) di alternanza. Questo governo si costituirà presumibilmente a fine maggio. A giugno Bertinotti intende formalizzare la Costituente della Sinistra Europea, nella quale iniziare la dissoluzione organizzativa e simbolica del PRC entro una rifondazione socialdemocratica. Parallelamente (vedi la nostra nota in merito successiva alla Direzione Nazionale del PRC del 12 aprile ) i gruppi dirigenti di Ernesto e Sinistra Critica accentuano oggi la propria subordinazione al segretario, arretrando persino dalle proprie posizioni tradizionali: al punto che l’Ernesto giunge a rivendicare “una visibilità istituzionale e di governo del PRC” e la Sinistra Critica si limita a dichiarare una propria platonica “preoccupazione”.

Noi non avalleremo questa deriva. Né ci rassegneremo ad una testimonianza “critica”. Abbiamo chiesto una Conferenza democratica decisionale del PRC che dia la parola a tutto il corpo del partito sul programma dell’Unione e sulla collocazione futura del PRC. Ma persino questa proposta democratica elementare è stata respinta dal voto congiunto (!) di Bertinotti, Grassi, Cannavò. Riavanzeremo questa proposta democratica nel prossimo Comitato Politico Nazionale del PRC, che si svolgerà in questo fine settimana, ma senza illusioni. Se il gruppo dirigente del PRC, con l’avallo di Ernesto e Sinistra Critica, manterrà la propria scelta governista e la sottrarrà ad una verifica democratica, procedendo per “fatto compiuto”, Progetto Comunista prenderà a maggio le sue decisioni in connessione con la formazione del nuovo Governo. E le prenderà non “per proprio conto”, non in una logica separata di piccola setta, ma facendo appello a tutti i sinceri comunisti del Partito, ovunque collocati, e a tutti i sinceri comunisti fuori del Partito, per un impegno collettivo comune. Convocando una Assemblea Nazionale a Roma che avvierà il percorso di una Rifondazione Comunista Rivoluzionaria e del suo Partito. Alla Costituente socialdemocratica della Sinistra Europea si contrapporrà così la Costituente Rivoluzionaria dei Comunisti.

Progetto Comunista - sinistra del Prc

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