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L’appello alle RSU di adesione alla legge di iniziativa popolare per una nuova scala mobile

No alla nuova concertazione - per una diversa politica salariale per una nuova scala mobile

(23 Aprile 2006)

Dalle delegate e dai delegati Rsu un appello ..... perchè non si ricada negli errori del passato. Per liberare la contrattazione dai vincoli concertativi in qualsiasi forma questi vengano riproposti. Per un nuovo meccanismo di adeguamento automatico dei salari all’inflazione reale.

E’ ormai evidente che nei prossimi mesi Cgil Cisl Uil e Confindustria apriranno il confronto sulla revisione dei modelli contrattuali. La caduta del Governo Berlusconi (artefice di un esplicito attacco all’istituto del contratto nazionale ed all’articolo 18, che con la legge 30 rappresentano il fronte dell’ipotesi liberista di totale subordinazione del lavoro all’interesse di impresa) spiana ora la strada ad un rilancio del fronte concertativo che va dai sindacati confederali, alla confindustria di Montezemolo fino alle forze moderate del nuovo Governo dell’Ulivo.

Già confindustria ha presentato la sua ipotesi, basata su un sostanziale depotenziamento del contratto nazionale a favore di deroghe normative e salariali da realizzare a livello aziendale e territoriale, e su una nuova e ancor più esplicita subordinazione delle politiche salariali agli obiettivi di remunerabilità e produttività di impresa.

Cisl e Uil hanno già dato il loro convinto assenso all’avvio del confronto. Lo stesso si appresta a fare la Cgil ora che il cambio del quadro politico la libera dal compito di mantenere attiva una opposizione al governo di centrodestra.

Cgil Cisl e Uil affermano che andranno all’incontro con padroni e governo solo dopo avere trovato una posizione unitaria, dando per scontato che comunque si dovrà andare a rilanciare un modello concertativo regolato da vincoli e compatibilità contrattuali, le stesse che hanno contribuito in questi 10 anni a far perdere il potere d’acquisto ai nostri salari ed a far perdere potere contrattuale alle Rsu nei luoghi di lavoro.

Noi invece denunciamo il fallimento di 10 anni di concertazione e chiediamo si apra una fase di iniziativa sindacale fondata una nuova politica salariale capace di tutelare i salari dall’inflazione e di liberare la contrattazione in materia di redistribuzione della ricchezza prodotta e di maggiori poteri negoziali alle Rsu.

Cgil Cisl e Uil non possono ritenere che una posizione, assunta nella ristretta cerchia delle segreterie e delle strutture sindacali possa rappresentare l’insieme del mondo del lavoro e per questo, fin da ora, ci dichiariamo contrari all’apertura di qualsiasi confronto con governo e confindustria senza che prima sia stata avviata una discussione capace di coinvolgere tutti i luoghi di lavoro per deifinre una posizione chiara e precisa di politica salariale sulla base di un mandato certificato da un referendum da parte dei lavoratori.

In campo ci sono infatti almeno due posizioni. La riproposizione di una nuova concertazione e l’apertura di una nuova fase di politica salariale.

Il successo che oggi sta raccogliendo l’iniziativa a sostegno di una proposta di legge sul ripristino di un meccanismo di adeguamento automatico dei salari all’inflazione reale dimostra chiaramente che i lavoratori vogliono cambiare pagina.

La storia recente dimostra che la riduzione dei salari, l’aumento delle flessibilità e della precarietà sono servite unicamente ad aumentare i profitti delle imprese non certo a liberare le risorse per nuovi investimenti.

E’ in questo quadro che come delegate e delegati Rsu sosteniamo la raccolta di firme per la proposta di legge (presentata da diverse forze della sinistra sindacale sia confederale che di base) per un meccanismo automatico di adeguamento delle retribuzioni all’inflazione reale.

In questa proposta si sostanzia quella svolta di politica salariale che in molti, nei luoghi di lavoro, chiedono da tempo, e si sostanzia la critica a qualsiasi riedizione dell’esperienza concertativa, per una efficace difesa del contratto nazionale, per liberare la contrattazione da ogni vincolo e prederminazione.

Siamo quindi impegnati, nei luoghi di lavoro ad organizzare, ed invitiamo tutti i lavoratori ad aderire, alla raccolta delle firme a sostegno di questa proposta di legge di iniziativa popolare.

firme,luogo di lavoro e città.

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